L’OMELIA DEL PAPA NELLA MESSA PER L’EPIFANIA
Il riconoscimento della stella cometa di Gesù, quella vera a differenza delle cosiddette “meteore”, e la gratuità del dono, sull’esempio dei Re Magi: sono questi i due cardini dell’omelia pronunciata da Papa Francesco durante l’oramai tradizionale appuntamento con la Messa per l’Epifania celebrata quest’oggi nella Basilica Vaticana: il Pontefice, come gli è solito, ha utilizzato due immagini molto radicate nell’immaginario comune del Natale e delle festività per parlare dell’importanza di fare del bene e, volgendo lo sguardo simbolicamente al cielo, riscoprire anche la gioia del donare. Ed è proprio dalla metafora dello sguardo da non volgere a terra che Bergoglio è partito per mostrare la differenza tra la stella cometa di Gesù e le altre meteore che, invece, “brillano per un po’” ma poi si schiantano presto: chiaro è il riferimento all’inseguimento a volte ossessivo degli onori terreni, della carriera, del denaro e del successo in generale che, tuttavia, si rivelano a suo dire per ciò che sono, ovvero delle “stelle cadenti” che depistano da quella che è la via maestra.
LA COMETA DI GESU’ E LE FALSE STELLE
E quale è la via maestra in questa ricerca? L’esempio, nelle parole di Papa Francesco, viene proprio da quei tre Re Magi che nel giorno dell’Epifania arrivano nella mangiatoia dove è nato Gesù: “Loro vedovo la stella perché sanno guardare al cielo” spiega il Pontefice che poi chiede all’uditorio se “sappiamo ancora sognare e desiderare Dio?”. Infatti, i Magi non si sono certo accontentati di vivacchiare e hanno scelto di seguire una meta più alta, anche se quella che loro hanno visto non era certo la stella più luminosa del firmamento: insomma, il Pontefice arriva al punto e invita a chiedersi quale sia la stella che si sceglie di seguire nella propria vita, ricordando che quella del Signore spesso non è quella più fulgida e appariscente e non promette gioie materiali ma “garantisce la pace e dona una gioia grandissima”. In questa ricerca, inoltre, Gesù si lascia trovare solamente da coloro che lo cercano davvero, dato che la gioia di cui parla il Papa “viene distribuita solo in cammino”.
L’IMPORTANZA DELLA GRATUITA’ DEL DONARE
E, nell’omelia pronunciata questa mattina nella Basilica Vaticana, c’è stato spazio anche per un elogio alla gratuità del donare: infatti, al termine del cammino di cui sopra, per il Papa c’è quel Bambino di Betlemme per il quale “vale la pena rischiare” e per il quale i Magi hanno “camminato molto e parlato poco”. Alla fine, c’è il simbolico gesto del donargli oro, incenso e mirra, in uno scambio reciproco nel quale Gesù offre loro la vita. A tal proposito, Bergoglio ha ricordato anche le parole del Signore quando dice che “gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente dovete dare”. Infatti, solamente il fare del bene senza alcun calcolo e senza aspettarsi nulla (o guadagnando alcunché) è ciò che fa piacere a Dio: anche quando non ci viene richiesto, ricorda il Pontefice che, tra i destinatari privilegiati, cita non solamente i bambini e i malati, ma anche “persone difficili”, i carcerati e anche coloro che ci hanno offeso perché anche offrire il perdono è un dono. E la conclusione del Papa è affidata a una esortazione ai presenti e, idealmente, a tutti i fedeli: “Signore, fammi riscoprire la gioia del donare”: proprio come i Magi.