Cresce l’attesa per la Santa Messa dell’Epifania del Signore e dell’Angelus. L’anno scorso il Papa colse l’occasione per invitare i fedeli a scegliere bene le “luci” da seguire, come quella che guidò i Magi a Betlemme. Ci sono tanti tipi di luci: quelle intermittenti, come le piccole soddisfazioni della vita, che durano poco e non lasciano la pace che cerchiamo; ci sono le luci della ribalta, abbaglianti e seducenti, ma che ci fanno passare nel buio più fitto. Quella che dobbiamo seguire è una luce stabile, intramontabile, perché non appartiene a questo mondo: è la luce che proviene dal cuore. «Questa luce vera è la luce del Signore, o meglio, è il Signore stesso. Egli è la nostra luce: una luce che non abbaglia, ma accompagna e dona una gioia unica. Questa luce è per tutti e chiama ciascuno», disse il Santo Padre nell’Angelus dell’anno scorso davanti ai fedeli accorsi. (agg. di Silvana Palazzo)



SANTA MESSA EPIFANIA E ANGELUS

Alle ore 10 Papa Francesco celebra in San Pietro l’Epifania del Signore nella solennità cristiana del 6 gennaio: mentre il mondo “celebra” la visita della Befana, la Chiesa Cattolica è impegnata a ri-testimoniare come pochi giorni dopo il Natale il bimbo Gesù, colui venuto per salvare il mondo ma nato come ultimo tra gli ultimi, venne fatto visita dei Magi venuti da Oriente. Il termine “Epifania” deriva dal greco antico e significa “manifestazione”, l’apparizione divina del piccolo Gesù ai maestri di cultura, re di terre lontane che seguendo la Stella Cometa arrivarono fino a Betlemme in visita al Re dei Giudei.



Tramite i Magi, ma anche i pastori e i tanti che arrivarono in visita alla mangiatoia più famosa della storia, l’Epifania di Gesù fece conoscere al mondo intero per la prima volta la divinità di quel bambino: con la visita solenne, i tre Magi portarono in dono gli elementi più preziosi dell’epoca come forma di riconoscenza per quell’Unigenito venuto al mondo per salvare tutto e tutti.

Come amava ripetere Papa Benedetto XVI, «I Magi d’Oriente erano uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale forse considerevole. Erano alla ricerca della realtà più grande. Erano forse uomini dotti che avevano una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica. Ma non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. E per questo volevano sapere se Dio esista, dove e come Egli sia.



Se Egli si curi di noi e come noi possiamo incontrarlo. Volevano non soltanto sapere. Volevano riconoscere la verità su di noi, e su Dio e il mondo. Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore. Erano uomini che cercavano Dio e, in definitiva, erano in cammino verso di Lui. Erano ricercatori di Dio».

L’OMELIA DEL 2017

Nella continuità assidua della Chiesa di Cristo anche quest’anno è Papa Francesco a celebrare l’Epifania del Signore nella Basilica di San Pietro: è possibile, come ogni evento ufficiale e solenne del Pontefice, seguire non solo dal vivo la Santa Messa della Manifestazione di Gesù ma anche tramite il collegamento su Tv2000 a partire dalle ore 10, seguito dall’Angelus in Piazza San Pietro sempre in diretta tv. Per chi volesse, è disponibile anche il servizio di diretta streaming video sul canale YouTube di Vatican News sia per la Santa Messa che per l’Angelus di Papa Francesco. Esattamente un anno fa, il Santo Padre argentino tenne un’omelia accorata e molto intensa sul valore strutturale ed educativo dei Magi per l’intera storia della Chiesa: «I magi, venuti ad adorare il re neonato dopo aver visto la stella, esprimono il ritratto dell’uomo credente, dell’uomo che ha nostalgia di Dio; di chi sente la mancanza della propria casa, la patria celeste».

Degli uomini che hanno visto accadere qualcosa in loro di così “sconvolgente” da correre per chilometri e chilometri, mossi dalla “santa nostalgia” di Dio: «La nostalgia di Dio ha le sue radici nel passato ma non si ferma lì: va in cerca del futuro. Il credente “nostalgioso”, spinto dalla sua fede, va in cerca di Dio, come i magi, nei luoghi più reconditi della storia, perché sa in cuor suo che là lo aspetta il Signore. Va in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore; e non lo fa affatto con un atteggiamento di superiorità, lo fa come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare».