Un simbolo in tutto il modo del cosiddetto “Made in Italy”: è questo il modo in cui l’impero che aveva ereditato Andrea Fabbri, spentosi prematuramente all’età di 67 anni dopo una lunga malattia, viene ricordato oggi e anche quello con cui viene celebrato lo storico marchio del Gruppo Fabbri in un volume pubblicato poco prima di Natale e che mette in risalto tutte le eccellenze nostrane. Edito per i tipi di Corraini Edizioni e scritto da Alex Carnevali e da Anna Legorio, “FATTOBENE – Italian Everyday Archeotypes” è una sorta di viaggio ideale ed emozionale tra le icone che hanno reso celebre l’Italia all’estero. E, nella rassegna di prodotti presentata dagli autori, non poteva mancare la celebre amarena di Andrea Fabbri, che oramai vanta una storia ultracentenaria (nacque nel 1905 da una ricetta originale di Rachele Buriani, moglie di Gennaro Fabbri, il fondatore del marchio) e che, grazie a quel vasetto bianco e blu entrato oramai nell’immaginario comune, ha acquisito uno stato di “cult”, travalicando quindi anche i confini del settore alimentare. Nel comunicato stampa diffuso qualche settimana fa dall’azienda a proposito dell’uscita del volume si leggeva che la Fabbri era “fiera di aver trovato posto tra le pagine di FATTOBENE, al fianco di aziende eccezionali che hanno contribuito a fare crescere il nostro Paese”. (agg. R. G. Flore)



IL RICORDO DEL FRATELLO IN UN POST

Andrea Fabbri ha guidato l’azienda di famiglia con la stessa determinazione con cui ha combattuto una lunga malattia. Lo racconta la sua famiglia che, come riportato da Il Resto del Carlino, ha evidenziato il coraggio e l’ostinazione. «Per me eri un fratello maggiore, un consigliere fidato, un mentore. Fa buon viaggio», ha scritto ieri commosso il cugino Nicola, il volto più conosciuto oggi del Gruppo Fabbri. Un mentore, già. Del resto l’azienda ha un regolamento di comportamento, siglato un decennio fa, che impone alle nuove generazioni un percorso di studi universitari e una lunga gavetta prima di avvicinarsi al potere e alla ricetta segreta di donna Rachele. E infatti Andrea Fabbri entrò giovanissimo in azienda dopo la laurea in Giurisprudenza a 23 anni, lavorando al fianco del fratello e dei cugini, fino a pochi giorni fa. I funerali si terranno domani, alle 11, nella basilica di San Domenico, in piazza San Domenico. (agg. di Silvana Palazzo)



ANDREA FABBRI, MORTO IL RE DEL GELATO ALL’AMARENA

Andrea Fabbri è morto: il re del gelato all’amarena si è spento ieri all’età di 67 anni dopo una lunga malattia. Erede della storica azienda bolognese, era presidente del consiglio di amministrazione della Holding del Gruppo Fabbri. Insieme ai cugini e al fratello guidava la società da oltre vent’anni. Sposato con Beatrice, padre di Stefania e Camilla, lascia anche due nipotini. Dopo la laurea in Legge si è impegnato per 44 anni nell’azienda di famiglia, tanto da diventarne massimo riferimento. Ha mantenuto il suo incarico fino a pochi giorni fa. La Fabbri 1905 è stata fondata 118 anni fa dal bisnonno Gennaro e svolge le sue attività attraverso società filiali in tutto il mondo. L’azienda è famosa per i suoi sciroppi e gelati, in particolare quello all’amarena. Imbottigliato in speciali vasi di ceramica decorati di bianco e blu, è diventato il simbolo dell’azienda che ora piange la morte del suo presidente.



FABBRI GUIDAVA IL GRUPPO FAMOSO PER L’AMARENA

La storia del Gruppo Fabbri comincia quando il bisnonno di Andrea Fabbri acquista una vecchia drogheria per la produzione di liquori e sciroppi. Nasce così la Premiata Distilleria Liquori G. Fabbri. La piccola bottega ottiene sempre più successo grazie alla vendita di bevande come il Virov, uno zabaione al marsala, e il Gran Forte Fabbri, un cognac distillato in botti di rovere della Slovenia. L’azienda nel 1914 trasferisce la sua sede a Bologna, dove viene acquistata una palazzina con terreni e capannoni. Insieme alla vendita di sciroppi, alla menta e alla granatina, viene lanciata la produzione dell’amarena, che diventa simbolo dell’azienda. Così infatti comincia a farsi conoscere in tutta Italia. Dagli anni ’30 la produzione si allarga alle marmellate e alla ciliegia al liquore. Nel dopoguerra l’azienda viene trasformata in società per azioni dai nipoti del fondatore, Fabio e Giorgio. Negli anni Cinquanta avviene l’esordio nel campo della gelateria. Il marchio entra nelle case di tutta Italia con l’avvento della televisione. Nel 2002 nascono due branche della società, una delle quali diviene proprietaria del patrimonio immobiliare.