Daniela Floris ha aperto le porte della sua casa per raccontare la sua storia e quella del suo cane Shonny. Il suo cagnolino, infatti, le ha salvato la vita. «Lui è la mia forza e la mia speranza. E prima dell’intervento ho pensato a come avrebbe fatto lui senza di me», ha raccontato in collegamento ai microfoni di Raiuno. «Non mi reggevo più in piedi, ma lui è rimasto sempre al mio fianco. Quando sono tornata è accorso ma senza saltarmi addosso. Lui è la mia vita, è stato la mia forza, il mio ultimo pensiero prima di entrare in sala operatoria era per lui. Non potevo perdonarmi il fatto che potesse vivere senza di me, è stato uno stimolo per me. Mi sono operata anche per lui», ha aggiunto Daniela Floris a La Vita in Diretta. E ha mostrato anche delle foto di Shonny su una tavola da surf, ma il bastardino ha vinto diversi trofei per bellezza e simpatia, infatti li ha esposti per il pubblico. (agg. di Silvana Palazzo)



LA STORIA DI DANIELA E DEL SUO CANE SHONNY A LA VITA IN DIRETTA

L’amicizia non basta a spiegare il legame che si instaura tra un cane e il suo padre. Lo sa bene Daniela Floris, che a La Vita in Diretta racconterà come il suo Shonny le abbia salvato la vita. La 37enne di Portoscuso soffre di una rara cardiopatia congenita, nota come la sindrome di Bland White Garland. Tre anni ha rischiato di morire, ma il suo bastardino l’ha salvata. Il cuore si stava fermando, ma lui l’ha accompagnata fino alla sala operatoria del Sant’Orsola di Bologna. «Quando stavo per essere operata avevo appena 40 battiti al minuto. Stavo morendo ma pensavo a Shonny e a come avrebbe fatto senza di me». L’équipe del dottor Gaetano Gargiulo restituì Daniela alla vita, ma quello era solo il primo passo di un percorso molto lungo nel quale il cagnolino ha avuto un ruolo importantissimo. E la stessa Daniela ha spiegato in che modo nell’intervista a La Nuova Sardegna: «Quando sono rientrata a Portoscuso stavo malissimo, i dolori erano insopportabili e sono rimasta più di un mese lontana dal mio cane per via delle mie difese immunitarie azzerate. Lui l’ha capito. Non so come abbia fatto ma è stato così. Innanzi tutto non mi è saltato addosso come faceva sempre, mi avevano aperto lo sterno e sarebbe stato un problema». E durante la sua “quarantena” non l’ha disturbata: «Non abbaiava e non veniva a grattare sulla porta come faceva sempre. Era un altro cane ma lo è stato fino a quando io, proprio per stargli vicino, ho iniziato a combattere contro i postumi dell’operazione».



“COME IL MIO CANE MI HA SALVATO LA VITA”

Ha ripreso a combattere per vivere e lo ha fatto con l’aiuto del suo Shonny. «L’amore per il mio cane mi ha salvato la vita», ha raccontato Daniela Floris a La Nuova Sardegna. Nell’intervista ha spiegato quanto il suo cane abbia capito il momento delicato che stava attraversando: «Appena sono stata in grado di rientrare in contatto con Shonny, lui è ritornato quello di sempre, festoso e giocoso. Si era accorto che il peggio era passato e che la nostra avventura stava riprendendo». Il bastardino è stato, dunque, un amico paziente e una presenza discreta, ma al tempo stesso vicina fino a quando il peggio non è passato. Nella sua vita Daniela ha avuto sette cani, tutti compagni di vita, ma Shonny non è come tutti gli altri. Il meticcio tra l’altro è affetto da displasia: «Ci consoliamo a vicenda, io con la mia malattia e lui con la sua. Ho sentito subito che tra noi sarebbe nato un rapporto particolare. Lui non è un cane come tutti gli altri, ha qualcosa in più». 

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