Secondo quanto riporta il Tio.Ch, quotidiano del Ticino, il corpo del povero dirigente svizzero trovato morto ieri sera a Milano, era avvolto in molte coperte al buio nel microappartamentino tra Turro e Viale Monza. «Finestre sbarrate, buio pesto. Poi una branda, una stanza in disordine e un corpo steso a terra nascosto da un cumulo di lenzuola e coperte», è questa la scena che hanno trovato gli inquirenti ieri quando hanno scoperto il corpo di Enrico Maccari in uno stabile dove per di più abitano altri vecchi milanesi e professionisti, gente tranquilla e rispettabile (spiega il Corriere della Sera). Sembra ormai quasi certo che l’uomo sia morto per un malore, ma allora perché il corpo è stato ritrovato in quella modalità assai strana e non consueta? Avanza una ipotesi, secondo il giornale ticinese, e risalirebbe all’ambiente dei transessuali che in quegli appartamentini spesso ricevevano “uomini benestanti alla ricerca di ambienti riservati e tranquilli” (CorSera). «L’ipotesi più plausibile al momento è che, proprio per questo malore, la persona che era con il manager si sia spaventata e invece di chiamare i soccorsi abbia coperto il corpo per poi darsi alla fuga. Della transessuale che aveva in affitto l’appartamento, infatti, non si hanno tracce. È irreperibile. Nemmeno gli amici riescono a contattarla». (agg. di Niccolò Magnani)



NON CI SONO SEGNI DI VIOLENZA

Scomparso dal giorno di Natale, il manager svizzero Enrico Maccari è stato trovato senza vita in un appartamento a Milano, situato in una traversa di viale Monza, tra Turro e Gorla. Decisivo per il ritrovamento l’aiuto dell’azienda farmaceutica della quale faceva da poco parte. Non sono giunti aggiornamenti nelle ultime ore sulle cause del decesso ma, come riporta Repubblica, il corpo dell’uomo, in avanzato stato di decomposizione, non presenta segni di violenza evidenti. Il pubblico ministero Valeria Sottosanti ha disposto l’autopsia, in programma nei prossimi giorni, e questa comprenderà tutti gli accertamenti di rito, compresi gli esami tossicologici. Fino al momento dell’autopsia, non è esclusa alcuna ipotesi:data l’assenza di segni apparenti di violenza, però, gli inquirenti sono orientati verso un malore. (Agg. Massimo Balsamo)



ENRICO MACCARI TROVATO MORTO A MILANO

Si chiude con un triste epilogo la ricerca di Enrico Maccari, il manager svizzero scomparso il giorno di Natale. Come riportato da Il Corriere della Sera, infatti, il dirigente è stato trovato morto in un appartamento di Milano situato in una traversa di viale Monza, tra Turro e Gorla, a poca distanza dal luogo in cui era stata ritrovata l’auto, appunto tra viale Monza e via Fratelli Pozzi. Decisiva è stata una segnalazione ricevuta dall’azienda farmaceutica in cui Enrico Maccari aveva assunto da poco un ruolo di responsabilità. Le cause che hanno portato alla morte di Maccari sono ancora da chiarire, ma è probabile che il 55enne sia stato colpito da un malore. In ogni caso non ci sono dubbi sul fatto che il corpo dell’uomo rinvenuto sia quello del dirigente nativo di Lecco, che è stato già identificato. Nato nel 1963 e residente a Giubiasco (piccolo centro nei pressi di Bellinzona) Maccari aveva trascorso la vigilia e il giorno di Natale con i quattro figli e la moglie da cui è separato prima di recarsi in auto verso Milano. 



LE RICERCHE

Grande preoccupazione dopo la scomparsa di Enrico Maccari era stata espressa fin dalle prime ore dalla sua scomparsa. A sporgere denuncia, sia alla questura di Varese, sia alla polizia cantonale in Svizzera, era stato uno dei figli con l’assistenza di un legale. Era sembrato quanto meno sospetto, inoltre, che il 30 dicembre Maccari non si fosse presentato all’appuntamento con la nuova compagna, una donna francese, nella casa che di recente aveva acquistato appena fuori Bellinzona. Gli inquirenti non avevano trovato segni di scasso o effrazione, né tracce di un recente passaggio di Maccari. Il manager, infatti, in Svizzera non è mai arrivato. Nella sua macchina, ritrovata parcheggiata a Milano il 29 dicembre, erano state rinvenute le sue pillole (che avrebbe dovuto assumere giornalmente) oltre che i due computer portatili, quello personale e quello aziendale. Nell’appartamento in cui è stato trovato morto erano invece i suoi documenti e i due cellulari, gli stessi che dalla sera di Natale risultavano irraggiungibili.