I “NUDI” DELLA DISCORDIA NELLA SCUOLA DELLO UTAH
Diversi indizi fanno più che una prova e, anche se i casi degli ultimi mesi sono avvenuti in continenti diversi e non sono tra loro legati, sembra esserci comunque un sottile “fil rouge” che risponde a quello che si potrebbe chiamare come neo-oscurantismo nei confronti delle opere d’arte, e in particolare dei “nudi” d’autore: dopo che a Londra è divampata una polemica a proposito di alcuni dipinti del pittore austriaco Egon Schiele, ritenuti “osceni” per via dell’ostentazione dei genitali su alcuni cartelloni pubblicitari, ecco che arriva dagli Stati Uniti una vicenda altrettanto paradigmatica, dal momento che ha avuto luogo in una scuola dello Utah. Secondo quanto si è appreso, un maestro è stato licenziato in tronco per aver mostrato ai suoi allievi di una classe delle elementari, durante una lezione, alcune immagini di nudo relative a dei celebri dipinti di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Amedeo Modigliani e François Boucher: nel particolare, si tratta di cartoline della collezione “The Art Box”, un cofanetto prodotto da Phaidon (uno dei principali editori mondiali di arti visive e fotografia) e che sono riprodotte persino in un diffusissimo volume della stessa casa, “The Art Book”, destinato esplicitamente al pubblico dei più piccoli.
LA CELEBRE “BAIGNEUSE” DI INGRES
Ebbene, Mateo Rueda (l’insegnante in questione che era in servizio presso l’istituto scolastico dello Utah) è stato cacciato in malo modo dopo la segnalazione alla polizia locale da parte dei genitori di uno dei suoi alunni e con l’accusa di aver mostrato immagini di nudo a dei bambini di sei anni. Il caso è diventato in poco tempo di pubblico dominio e, anche se il maestro non ha riottenuto il suo posto di lavoro, ha scatenato un dibattito nell’opinione pubblica e suscitando anche alcuni interventi in sua difesa. A dire il vero, la difesa del diretto interessato ha suscitato alcuni dubbi, dato che Rueda ha spiegato che non sapeva che nel cofanetto ci fossero dei “nudi”, nonostante lui sia un insegnante d’arte. Ad ogni modo, quali sono le riproduzioni dei dipinti incriminati (alcuni conservati presso il Louvre e il Courtauld Institute) e che hanno scatenato l’indignazione di alcuni genitori? Il primo è “La bagnante di Valpinçon” (La Baigneuse), realizzato nel 1809 da Jean-Auguste-Dominique Ingres e che, ispirato alla pittura di Raffaello, ritrae di schiena una donna senza veli mentre è seduta sul letto; si tratta inoltre di una delle rappresentazioni più iconiche della pittura del XIX secolo, essendo stata riprodotta praticamente ovunque e ripresa, in vario modo, anche da alcuni registi al cinema.
I VOLUTTUOSI QUADRI DI BOUCHER E DI MODIGLIANI
Le altre due riproduzioni finite nel ciclone riguardano invece dei capolavori realizzati da François Boucher, pittore francese del Settecento, e da Amedeo Modigliani, l’artista livornese vissuto a cavallo degli ultimi anni del 1800 e i primi del 1900. Nel primo caso, il dipinto è quello intitolato “L’Odalisca Bruna” che vede come modella proprio la consorte del pittore, Jeanne-Marie (1745): molto più voluttuosa come toni e ambientazione rispetto all’opera di Ingres, quella di Boucher raffigura una donna sempre di schiena che giace nuda su un sofa, mettendo in mostra i glutei e le gambe divaricate, pur senza mostrare i genitali. Infine, il quadro di Modigliani: intitolato “Female Nude” (Iris Tree) e conosciuto come la Iris, è realizzato con la tecnica dell’olio su tela e mostra questa volta invece un nudo frontale e che ha una donna sdraiata dai lunghi capelli scuri e la testa adagiata su una spalla come protagonista; l’opera, inoltre, fa parte di una serie di quadri dedicati al corpo femminile senza veli che il pittore e scultore italiano ha realizzato a inizio del secolo scorso.