«Il nuovo ponte deve potersi costruire rapidamente, deve essere facile mantenerlo, deve durare 1000 anni, anzi 2000, sempre, non può crollare un ponte»: fa discutere quanto affermato ieri sera Renzo Piano intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa sul nuovo ambizioso progetto del Morandi nella “sua” Genova. Ospite degli studi Rai, l’incaricato dal Governo (su sua stessa proposta) di ideare il nuovo Ponte dopo il crollo dello scorso 14 agosto non lesina critiche al Governo e all’intera gestione anche passata della manutenzione sul Morandi, promettendo una durata “monstre” per una infrastruttura che dovrà rappresentare la rivalsa di Genova dopo il dolore enorme subito. «Un ponte non può crollare. È una cosa terribile, spaventosa. Nel momento in cui crollano i ponti e si alzano i muri è un momento terribile per il Paese. Quello di Genova non è un ponte, ma è il ponte di Genova». La “stilettata” a Salvini non è passato inosservata e diversi malumori si sono creati negli ambienti Lega dopo le parole dell’archistar famoso in tutto il mondo.



QUI IL VIDEO DELL’INTERVISTA INTEGRALE A RENZO PIANO

RENZO PIANO, “ABBASSIAMO LA VOCE E ALZIAMO LO SGUARDO”

«Un ponte non deve crollare perché crolla anche ciò che rappresenta. Il ponte Morandi è crollato tante volte: ha spaccato la città, ha ucciso 43 persone, portato lutto e provocato 600 sfollati», ha continuato nell’intervista di oltre 25 minuti Renzo Piano davanti ad un Fabio Fazio, anche lui assai “sensibile” alla questione Genova (è originario della vicina Savona, ndr). «Il ponte che verrà – ha detto ancora l’architetto – deve essere il ritratto di Genova: bellissimo. La bellezza non è una cosa frivola o di superficie. La bellezza è una cosa che sta dentro e poi si svela». Non solo, per Piano il nuovo Morandi deve rappresentare un momento anche storico-culturale assai particolare: «Ora bisognerebbe abbassare la voce e alzare lo sguardo», conclude l’archistar che viene contestato sui social per aver unito la “vicenda” muri ai ponti che crollano, quasi accumunando le contestazioni al metodo Salvini sul fronte migranti e la tragedia di cui oggettivamente la Lega sembra davvero l’ultima “degli imputati”.



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