Alla fine è stato condannato a 25 anni nel nuovo Processo di Appello lo scrittore-filosofo Daniele Ughetto Piampaschet, reso “celebre” dall’assurdo omicidio racconta poi in un suo stesso romanzo. Il piemontese nel 2011 rimase al centro di un difficile e intricatissimo caso giudiziario legato alla morte di una giovane prostituta nigeriana, tal Anthonia Egbuna, uccisa a coltellate e gettata nel po. Di fatto, l’uomo che sognava di diventare uno scrittore-pensatore famoso, ha descritto l’omicidio perpetrato all’interno del suo romanzo (mai uscito, poi recuperato dai carabinieri) “La rosa e il leone”. La trama era tanto semplice quanto inquietante pensando – e oggi con la condanna se ne ha la parziale conferma, anche se va ricordato siamo solo al Processo di Appello – che si ispirava ad una storia vera realmente compiuta dal suo autore: «un uomo si innamora di una prostituta, cerca di redimerla, viene respinto e la uccide». All’interno del romanzo Ughetto scriveva «Lui l’amava e l’amava sempre di più, ma lei non voleva saperne di lasciare la strada. Attese un pomeriggio molto piovoso, sapeva che l’avrebbe trovata a proteggersi sotto un ombrello. A quel punto l’avrebbe trascinata dietro i cespugli e strangolata, poi caricata in macchina e seppellita».
L’INTRICATA VICENDA PROCESSUALE
Nel febbraio 2012 il ritrovamento di Anthonia, dopo qualche mese di scomparsa senza tracce, accende i riflettori della stampa piemontese, con gli inquirenti che pezzo dopo pezzo hanno ricostruito cosa e chi soprattutto si sia avvicinato a quella giovanissima prostituta nei suoi ultimi giorni di vita. Addirittura, come raccontavano a suo tempo i carabinieri, il romanzo sarebbe stato scritto prima di commettere l’omicidio, con la speranza che la sua amica-amante si potesse redimere da quella disgraziata professione: qualcosa però non andò nel verso sperato da Daniele Ughetto che, secondo i giudici, la uccise andando poi forse a modificare in un secondo tempo il romanzo da lui stesso immaginato. In primo grado venne assolto, mentre la Corte d’Appello di Torino lo condannò a 15 anni e 6mesi di carcere per l’omicidio: ma le sorprese non finirono lì visto che la Cassazione annullò completamente la condanna «perché basata su una diversa interpretazione delle testimonianze rese in primo grado, senza riascoltare quelle persone». Nel nuovo processo di appello invece, i giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello hanno riconvocato tutti i testimoni e si è rifatto da capo l’intero iter processuale: oggi la sentenza che inchioda Daniele Ughetto Piampaschet. Per Anthonia giustizia è fatta, ma è purtroppo solo una “malinconica” consolazione.