Anche Luigi Di Maio interviene sul caso di Lodi, dove i bambini di genitori stranieri sono stati di fatto estromessi dalla mensa scolastica e dallo scuolabus a causa della modifica del regolamento sulle agevolazioni effettuata dalla sindaca leghista Sara Casanova. Il capo politico del M5s su Facebook ha scritto:”I bambini non si toccano. Se alcuni genitori non si comportano bene si multino loro, non i loro figli: questo Stato sarà sempre dalla parte dei bambini. Sono contento perché gli italiani hanno risposto dando prova della loro grande solidarietà e del loro grande cuore, alla faccia di chi si diverte a dipingerli in altra maniera. Parlerò con il ministro Bussetti che ha già detto che si troverà una soluzione. E vi assicuro che sarà cosi”. Insomma Luigi Di Maio ci mette la faccia e assicura una soluzione positiva sul caso di Lodi: che ne penserà Matteo Salvini? (agg. di Dario D’Angelo)
COLLETTA PER BAMBINI LODI: RACCOLTI 60MILA EURO
Ha suscitato scalpore quanto accaduto a Lodi, dove in seguito alla modifica del regolamento da parte della sindaca leghista Sara Casanova molti bambini stranieri sono stati di fatto esclusi dalla mensa e dallo scuolabus a causa dei costi proibitivi. Per questo motivo c’è chi ha pensato bene di mobilitarsi e di dare il via ad una raccolta fondi per cercare di aiutare quelle famiglie impossibilitate a garantire quei servizi ai loro figli. Come scrive il “Coordinamento Uguali Doveri” in un post su Facebook, “a oggi – domenica 14 ottobre 2018, ore 15 – abbiamo ricevuto donazioni da più di 2.000 persone che hanno contribuito, con bonifici e pagamenti su PayPal, a raccogliere circa 60.000 euro. Le domande di accesso agevolato ai servizi arrivate al Comune di Lodi da parte di persone non comunitarie sono state – al 1 ottobre – 316 di cui 177 per la mensa, 75 per lo scuolabus, 43 per pre e post scuola, 23 per asilo nido. Sulla base di queste domande possiamo stimare un fabbisogno teorico per sostenere l’accesso dei bambini ai servizi per l’intero anno scolastico – ossia fino a giugno 2019 – di circa 220.000 euro. Per cui, a oggi, siamo sicuri di poter garantire l’accesso a tutti i bambini lodigiani esclusi dai servizi scolastici almeno fino a fine dicembre 2018, data in cui speriamo che il ricorso presentato al Tribunale di Milano contro il Comune di Lodi avrà annullato questa discriminazione”. (agg. di Dario D’Angelo)
LODI, MOBILITAZIONE PER CHIEDERE MODIFICA REGOLAMENTO
Attorno al regolamento di Lodi per l’accesso alle tariffe agevolate per i servizi sociali è scoppiato un vero e proprio caso. In poche settimane è partita una raccolta firme per chiedere all’amministrazione leghista di permettere anche agli studenti extracomunitari, circa 200 bambini, di accedere almeno alla mensa scolastica. «I bambini sono tutti uguali, non vogliamo credere che oggi, nel 2018, a Lodi non sia possibile trovare una soluzione giusta che non segreghi alcuni bambini rispetto ad altri», ha scritto il gruppo di genitori che ha aderito all’iniziativa in un comunicato. «A tutti i bambini deve essere garantita la possibilità di avere pasti nutrienti. La mensa rappresenta inoltre un importante momento di socialità nella vita scolastica», hanno aggiunto a Il Giorno. Ma a Lodi è stata organizzata un’altra iniziativa in risposta al regolamento: è la raccolta fondi online per garantire la mensa scolastica ai bambini stranieri esclusi. È stata organizzata da un gruppo di volontari del Coordinamento uguali doveri e si chiama “Colmiamo la differenza”. (agg. di Silvana Palazzo)
LODI, BAMBINI STRANIERI ESCLUSI DALLA MENSA E DALLO SCUOLABUS
Rischia di diventare un caso di portata nazionale quanto sta accadendo in queste settimane a Lodi, dove la delibera della sindaca della Lega, Sara Casanova, impedisce a diverse decine di bambini stranieri ( si parla di 200/300 alunni) di pranzare insieme ai compagni italiani nlle mense delle scuole materne ed elementari e di utilizzare i relativi servizi di scuolabus. Come ricostruito da Il Post, tutto ha avuto inizio nell’estate 2017, quando la sindaca del Carroccio ha modificato le norme che consentivano di avere accesso ad alcune agevolazioni sulle tariffe per la mensa e per lo scuolabus. Se fino ad allora a fare testo era stato infatti l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), dopo la modifica della sindaca veniva stabilito che i genitori nati fuori dall’Unione Europea dovevano presentare una documentazione aggiuntiva, volta ad attestare la loro nullatenenza nel paese di origine. Molti genitori si sono attivati, ma hanno scoperto loro malgrado che ottenere questi documenti dai loro Paesi è complicato se non addirittura impossibile. Emblematica è stata la storia di Hajat, donna marocchina intervistata da Piazzapulita su La 7, che ha detto di essere andata a sue spese fin in Marocco, di aver presentato al Comune i documenti richiesti e di esserseli visti respingere per ragioni che ancora oggi non le sono chiare.
SCUOLABUS E PRANZO SOLO PER I FIGLI DI ITALIANI
Al di là della valutazione “politica” della vicenda, è oggettivo che questa situazione si ripercuote direttamente sui bambini (la maggior parte dei quali sono nati in Italia). Come riportato da Il Post, senza le agevolazioni, queste famiglie sono inserite nella fascia economica più alta: dovrebbero cioè pagare 5 euro per ogni pasto e 210 a trimestre per l’utilizzo dello scuolabus. Di fatto la maggior parte di loro non può permettersi queste spese e molte mamme e papà sono costretti ad andare a prendere tutti i giorni i loro figli a scuola all’ora di pranzo per farli mangiare a casa. Per verificare che non ci fossero delle eccezioni alla regola, in una mensa scolastica è stata collocata addirittura una guardiana, chiamata a controllare che i bambini siano tutti in possesso dell’autorizzazione a consumare il pasto. Ancora più spiacevole il caso di cui ha dato conto Il Corriere della Sera, secondo cui durante la ricreazione di metà mattina lo yogurt che viene servito per merenda viene dato quasi esclusivamente ai bambini figli di genitori italiani.