Non era ancora chiaro se quanto accaduto nella notte nel carcere di Sanremo Valle Armea potesse essere considerata una lite o una vera e propria rivolta da parte di alcuni detenuti. Secondo il sindacato Uilpa-Polizia penitenziaria sarebbero 46 le persone coinvolte, mentre per il Sappe parla di tre celle interessate per un totale di 15 detenuti. Alla base della rivolta ci sarebbe lo stato di sovraffollamento del carcere già ampiamente denunciato dai sindacati. Come riporta TgCom24, tuttavia, così come era stato annunciato, effettivamente sono stati presi dei provvedimenti che riguardano 13 detenuti i quali saranno ora trasferiti in istituti penitenziari di altre Regioni. Per alcuni di loro è previsto anche il regime di sorveglianza particolare. I tredici sarebbero i veri protagonisti di danneggiamenti e del lancio di bombolette di olio. I provvedimenti sono stati decisi capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Basentini. In merito ai due agenti di polizia aggrediti, entrambi avrebbero riportato una prognosi di 10 giorni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



INDAGINI IN CORSO

Emergono importanti dettagli sulla rivolta in carcere a Sanremo, sedata dopo ore di violenza e il ferimento di due agenti. Come riportato dai colleghi di Riviera 24, la lite sarebbe scoppiata tra detenuti ubriachi: Uil Polizia penitenziaria ha più volte denunciato il problema dell’abuso di superalcolici dietro le sbarre, con le bottiglie ottenute in via illecita dai reclusi. Sulla vicenda si è espresso attraverso una nota Giorgio Mulè, esponente di Forza Italia: “I nuovi episodi di violenza all’interno del carcere di Sanremo obbligano il ministero della Giustizia a interventi non più rinviabili. Da mesi la polizia penitenziaria denuncia una situazione che ha superato il livello di guardia. Mentre diamo solidarietà piena e incondizionata agli operatori feriti e ci complimentiamo per la professionalità che ha evitato degenerazioni ulteriori, interrogheremo con urgenza il ministro Bonafede per attivare senza indugio i correttivi necessari”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“UN VERO E PROPRIO CAMPO DI BATTAGLIA”

Una rivolta scoppiata nel carcere di Sanremo ha causato il ferimento di due agenti della polizia penitenziaria, ma il bilancio sarebbe stato potuto essere ben più grave. La sommossa popolare è iniziata attorno alle ore 21 di ieri sera quando i detenuti hanno lanciato televisioni, mobili, suppellettili e bombolette a gasa ovunque. Fino alle 2 della scorsa notte i carcerati hanno messo a ferro e fuoco l’istituto penitenziario, fin quando poi la rivolta è stata sedata. «La sezione appare un vero e proprio campo di battaglia», quanto si legge in una nota del sindacato Uil-Pa Liguria. I galeotti sono riusciti anche ad accendere dei roghi, ma fortunatamente «Le fiamme sono state spente grazie all’utilizzo dell’idrante – prosegue la nota – da parte della Polizia Penitenziaria, televisioni lanciate nel corridoio e lenzuola imbevute di olio». La polizia penitenziaria, al termine della rivolta, ha individuato i principali responsabili che sono stati isolati. Michele Lorenzo, segretario regionale del Sappe, il sindacato della polizia, ha chiesto aiuto al governo prima che la situazione degeneri: «Chiediamo al Guardasigilli – si legge su Il Fatto Quotidiano – che intervenga sulle carceri liguri. Sanremo è piena di eventi critici, c’è una gestione fallimentare del direttore. E anche nelle altre case circondariali le cose non vanno meglio. Occorre intervenire al più presto per evitare che la situazione degeneri». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



IL COMMENTO DI PAGANI

«All’arrivo del direttore e del comandante sono stati individuati i principali rivoltosi e sono stati isolati. La sezione appare un vero e proprio campo di battaglia, le fiamme, causate da televisioni lanciate nel corridoio e lenzuola imbevute di olio, sono state spente grazie all’utilizzo dell’idrante da parte della polizia penitenziaria»: ha raccontato il segretario regionale del sindacato Uilpa-Polizia Penitenziaria, Fabio Pagani. La rivolta è stata sedata dopo una mediazione di circa 2 ore e tutto è tornato nella norma, con diversi provvedimenti che verranno presi però nelle prossime ore contro coloro che hanno cominciato la “presunta” lite. «Questo ennesimo evento critico – conclude Pagani – è uno dei tanti segnali che rilevano la prossima implosione del sistema penitenziario e soprattutto del carcere di Sanremo e lo avevamo annunciato».

CARCERE DI SANREMO IN SUBBUGLIO

Non succede proprio tutti i giorni che in un carcere italiano ci sia una rivolta di oltre 4 ore di «devastazione e violenza» come spiegano i dirigenti del carcere di Sanremo Valle Armea dopo quanto avvenuto nelle scorse ore: come nei film americani, la rivolta avvenuta la scorsa notte ha portato purtroppo 2 agenti di Polizia Penitenziaria feriti e con ben 46 persone coinvolte (ma i dati sono discordanti in merito alle diverse versioni date dai sindacati di Polizia Uilpa e Sappe). «Due gruppi di detenuti si sono contrapposti nell’istituto penitenziario, dando vita ad una contestazione ed al danneggiamento di alcune suppellettili, nel tentativo di dargli fuoco», spiega Sanremo.news in focus di queste ore su quanto di clamoroso avvenuto all’interno della Casa Circondariale di Valle Armea, sul Ponente Ligure. I due motivi all’origine della rivolta, secondo quanto riportato dal Sindacato Sappe, sarebbero di certo il sovraffollamento nella prigione sanremese (come purtroppo avviene in tante altri carceri italiane), circa 270 in una struttura da 208 massimo, e poi «una gestione che ultimamente si è fatta un poco più rispondente alle norme di legge dove i vecchi privilegi, come la libertà assoluta di telefonare all’esterno senza alcun limite e il mantenimento delle celle aperte a qualsiasi orario o quasi, si stanno piano piano abbandonando», fa sapere Michele Lorenzo del Sappe.

LA POLIZIA SEDA LA RIVOLTA

Stando ai sindacati, tutto comincia alle ore 21 quando l’infermiera passa con la terapia per alcuni detenuti, che però si rifiutano di assumerla: alle 2 poi la situazione degenera e inizia il fitto lancio di oggetti. Secondo il carcere invece, riporta La Stampa, non sarebbe stata una rivolta ma una “semplice lite tra detenuti in celle diverse con pochi coinvolti”. In quattro ore la situazione è tornata alla normalità, «nche grazie all’intervento tempestivo sia del direttore del carcere sia del comandante che hanno immediatamente dato un segnale chiaro e mantenuto l’ordine. Ma i fatti per noi restano preoccupanti, come più volte abbiamo fatto notare. C’è bisogno di più personale: non si può governare una struttura come quella di Valle Armea con turni di notte di soli nove o dieci agenti. Serve più sicurezza», conclude il Sappe. Che sia rivolta o lite, l’importante è che feriti gravi non ve ne siano e che non vi siano stati tentativi di fuga come qualcuno aveva scritto sui social nei primi momenti.