L’avvocato Schembri continua la sua battaglia, ribadendo ancora una volta l’innocenza degli assistiti Rosa e Olindo riguardo la strage di Erba. Intervenuto a Storie Italiane, il legale ha sottolineato: “La confessione di Rosa Bazzi presenta numerosi errori. le dichiarazioni vennero fatte a uno psichiatra, le stesse parole sono state valutate come deliranti: non indovina nessuna particolare. Oltre questo, non posso dire tutti gli elementi che vanno a stridere con la confessione: i reperti che servivano per individuare terzi soggetti sulla scena del crimine sono spariti, non è un attacco alle istituzioni: sottolineo che rispetto le sentenze”. Poi in relazione al libro scritto da Corrias sulla strage: “Al dottor Corrias non hanno fatto vedere tutto il materiale, oggi gli inquirenti negano ciò che lui ha scritto: ad esempio, ha scritto che sulla macchina salirono gli inquirenti, mentre oggi dicono che non è vero. Ha scritto che vi era una inchiesta parallela, per traffico di sostanze stupefacenti, e oggi dicono che non è vero”. E aggiunge: “Quando veniva compiuta la strage, si è scoperto che il telefono di casa Castagna era sotto intercettazione: da quelle intercettazioni potrebbe emergere tanto, ma non ce la fanno vedere” (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“CASSAZIONE SOTTOLINEA DUBBI E APORIE”

“Io e Rosa stiamo abbastanza bene, per quanto possano stare bene due innocenti in carcere. […] Abbiamo saputo che sono stati distrutti importanti reperti custoditi a Como, che avrebbero potuto aiutare i nostri avvocati nel processo. […] Ci conforta sapere che si sono riaccesi i riflettori della cronaca sulla nostra storia, speriamo questa volta per raccontare la verità”, queste le parole di Olindo Romano riportate da Storie Italiane, con la strage di Erba che torna sotto i riflettori per possibile inquinamento di tracce nel corso delle indagini. Intervenuto in studio, l’avvocato Fabio Schembri ha sottolineato: “Ci sono delle sentenze definitive, stiamo lavorando sulla revisione: prima di presentarla avremmo voluto esaminare dei reperti mai esaminati. E ora veniamo a scoprire una cosa sconcertante: nonostante 15 giudici della Repubblica italiana avessero sospeso l’istruzione dei reperti, questi sono stati distrutti. Spero intervenga il ministro e che venga fatta giustizia: è la prima volta che accade una cosa del genere in Italia. La Corte di Cassazione dice sotto altra forma che quell’esame deve essere fatto: partiamo dai dati di fatto, il Ris di Parma non ha trovato nulla sulla scena del crimine, se non tracce di soggetti sconosciuti all’indagine. Nonostante la sentenza di condanna, la Cassazione sottolinea dubbi e aporie su questo caso”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“UNA TRACCIA POTREBBE ESSERE STATA INQUINATA”

Il nuovo servizio de Le Iene sulla strage di Erba non si è concentrata solo sul giallo delle intercettazioni, ma soprattutto sulla macchia di sangue che ha inchiodato Olindo Romano, quella sul battitacco dell’auto dell’uomo. Antonino Monteleone si è allora recato dal brigadiere Carlo Fadda,  del nucleo operativo di Como, che trovò la macchina di sangue nei rilievi che fece. Si parte dalla presenza di un uomo nella foto che fece all’auto: «Quell’uomo era lì ma non faceva i rilievi». Non è stata neppure evidenziata la luminescenza: «Ci voleva la macchina fotografica più adeguata per fare quella foto». Quando Monteleone gli chiede se si può trattare di inquinamento, cominciano le rivelazioni: «Non posso sapere chi è entrato in macchina, se la macchina è stata lasciata da un collega». E quando pensa di non essere ripreso si sbilancia: «Gli avvocati potevano puntare sull’inquinamento di quella traccia. Perché non hanno combattuto su quello? Quella macchia non li avrebbe mai mandati all’ergastolo. L’auto comunque non è mai stata oggetto di analisi accurata». (agg. di Silvana Palazzo)



INTERCETTAZIONI SPARITE: LE IENE DAL MINISTRO BONAFEDE

Prosegue l’inchiesta de Le Iene sulla strage di Erba, per la quale Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo. Antonino Monteleone, convinto che il caso non sia veramente chiuso, ha chiamato in causa il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, chiedendogli di trovare le intercettazioni ambientali che sono misteriosamente sparite. Mancano sei giorni interi, in cui Mario Frigerio ha ricevuto la visita del neurologo che doveva testare i suoi ricordi della strage. Il giallo delle intercettazioni sparite non finisce qui: mancano le registrazioni dei colloqui di Olindo e Rosa dopo la strage. Interpellato da Le Iene, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «Il ministero può fare delle verifiche, nelle valutazioni del magistrato non posso entrare. Mi riservo di verificare. Non snobbo le segnalazioni. Questo è un caso molto grave, io voglio che la giustizia sia credibile agli occhi dei cittadini».

LE IENE E I DUBBI SULLA TESTIMONIANZA DI FRIGERIO

Rosa e Olindo Romano potrebbero non essere gli autori della terribile strage di Erba: questo è il dubbio che ha lanciato il programma Le Iene, che per la nuova stagione ha deciso di occuparsi della strage del 2006. Nel servizio della scorsa settimana il mirino è stato puntato su Mario Frigerio, colui che indicò il nome di Olindo Romano come autore della mattanza in cui morirono quattro persone: Raffaella Castagna, il piccolo Youssef, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Nonostante tre gradi di giudizio abbiano condannato in via definitiva i due coniugi all’ergastolo, la trasmissione approfondisce un caso che continua a dividere l’opinione pubblica. La vicenda è stata ripercorsa fino a mettere in dubbio la testimonianza chiave dell’unico sopravvissuto a quella strage, Mario Frigerio. A far vacillare le certezze alcuni file audio registrati durante le indagini, in cui emerge come Mario Frigerio al suo risveglio in ospedale dopo l’aggressione non ricordi Olindo Romano ma un’altra persona. A fomentare i dubbi de Le Iene sarebbero infine anche alcune registrazioni audio “scomparse”, come rilevato dal giornalista investigativo Edoardo Montolli, autore di alcuni libri sulla strage di Erba. Clicca qui per il video del secondo servizio.

LA PRIMA TAPPA DELL’INCHIESTA DE LE IENE

L’inchiesta de Le Iene sulla strage di Erba si è aperta con l’intervista ad Azouz Marzouk, che perse moglie e figlio. Parlando con Antonino Monteleone raccontò di non credere alla verità processuale, confessando di avere quindi dubbi sulla colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi. «Voglio far riaprire il caso, Rosa e Olindo non c’entrano niente», confida l’uomo. La ricostruzione di quella strage dell’11 dicembre 2006 non lo convince. Rosa Bazzi e Olindo Romano dopo l’arresto hanno confessato, ma con versioni differenti, poi hanno ritrattato e si sono detti innocenti. Decisiva è stata la testimonianza di Mario Frigerio, sopravvissuto alla strage nonostante le ferite. Ma Azouz Marzouk non è convinto, e non è l’unico. Le indagini del Ris di Parma non trovano tracce biologiche delle vittime nella casa dei coniugi, dove sarebbero tornati a cambiarsi al termine della mattanza, né della coppia nelle abitazioni delle vittime. Ci sarebbero poi elementi non analizzati, tra cui un accendino, un telefono, un mazzo di chiavi e tracce di persone, finiti poi quasi tutti stranamente distrutti. Clicca qui per il video del primo servizio.