Lo scorso venerdì sera è arrivata la tanto attesa sentenza di terzo grado con la quale la Cassazione ha confermato l’ergastolo a Massimo Bossetti, chiudendo così il caso sulla morte di Yara Gambirasio. Per i giudici di tre differenti gradi di giudizio, dunque, è lui, il muratore di Mapello, il solo assassino della giovane tredicenne uccisa a Brembate di Sopra (Bergamo) nel novembre 2010, dopo la misteriosa scomparsa. Una decisione, quella presa dai giudici della Suprema Corte, che chiaramente non è andata affatto giù alla difesa dell’imputato. A raccogliere la loro prima reazione a caldo è stata anche la trasmissione Chi l’ha visto, ai cui microfoni ha preso la parola l’avvocato Claudio Salvagni: “Noi restiamo fermamente convinti che questo sia un clamoroso errore giudiziario. Purtroppo l’Italia spende milioni di euro ogni anno per risarcire le ingiuste detenzioni. Tra qualche anno qualcuno dovrà chiedere scusa di questa sentenza”. Il Dna trovato sul corpo e sugli indumenti di Yara Gambirasio è di Ignoto 1 e Ignoto 1 è Massimo Bossetti. I tre gradi di giudizio hanno ribadito in ogni sede questa tesi, confermando per questo la pena dell’ergastolo anche in occasione dell’attesa Cassazione che ha rappresentato il momento della verità nel giallo di Brembate. Nonostante questo però, per l’avvocato difensore di Massimo Bossetti, il suo assistito continua ad essere innocente e lo ha ribadito anche alle telecamere della trasmissione di Raitre: “leggeremo la sentenza e poi verificheremo se proseguire avanti le corti sovranazionali e quali strade intraprendere”, ha dichiarato.



YARA GAMBIRASIO: LA FAMIGLIA CHIEDE L’OBLIO

Quello a Massimo Bossetti è stato anche un processo mediatico ed oggi che per i tre gradi di giudizio è lui l’assassino di Yara Gambirasio, l’avvocato Salvagni, uno dei suoi difensori, ha definito ciò “una vera sciagura” perchè “si attribuisce una responsabilità ancor prima che arrivi in un’aula di giustizia”. La stessa difesa, tuttavia ha preso parte a varie trasmissioni televisive ma, come spiega l’avvocato, “col solo obiettivo di cercare di raddrizzare una barra che era incredibilmente piegata in senso colpevolista”. Dopo il verdetto, anche la sua difesa sa che “le speranze sono ridotte a qualcosa di minimale” e questo dovrà cercare di far comprendere a Bossetti. Ma come ha commentato la sentenza la famiglia della piccola Yara Gambirasio? Ovviamente i genitori, nel loro consueto riserbo, hanno sposato a piena la tesi della procura. Per loro ha parlato l’avvocato difensore Enrico Pelillo che ha spiegato il superamento della superperizia e ciò che i genitori della vittima si attendono da questo momento in poi. “Non avevamo dubbi… il tema della perizia era già stato sviluppato davanti alla Corte d’Appello”. Per lui questa sentenza ha rappresentato la parola “fine” su un caso terribile ed ora i genitori di Yara si aspettano solo “l’oblio”.

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