Una famiglia perbenino, verrebbe da dire, quella Di Silvio. In molti ricorderanno le immagini girate dalle telecamere di sicurezza nel locale Roxy Bar della zona Romanina della capitale che avevano fatto il giro dei social e delle televisioni. Alcune persone, spazientite dal ritardo provocato da una disabile che il barista stava servendo mentre loro volevano essere serviti subito e in fretta, avevano reagito provocando una rissa con pestaggio nel locale, colpendo il proprietario, un cittadino romeno e la disabile e insultandoli fortemente. Inizialmente se l’erano presa con il proprietario insultandolo con frasi come “questi romeni di m… non li sopporto”. La disabile aveva protestato e come reazione le avevano fatto volare via gli occhiali e colpita con la cinghia dei pantaloni, prendendola per il collo e gettandola terra dove avevano continuato a colpirla con calci al ventre.



PESTAGGIO ROXY BAR: CHIESTE LE CONDANNE AI DI SILVIO

Alla fine se ne erano andati a bordo di una Ferrari ma solo per tornare indietro e schiaffeggiare il proprietario urlandogli che quello era territorio loro:  “non ti scordare che questa è zona nostra”………”ti ammazzo…ti sistemo io…ti ammazzo”…….”ti faccio chiudere questo bar…devi chiudere questo bar altrimenti ti ammazzo”……”qui comandiamo noi e devi fare quello che ti diciamo”. I criminali furono identificati (Antonio Casamonica, Alfredo Di Silvio, Vincenzo Di Silvio ed Enrico Di Silvio, due fratelli, il nonno e un Casamonica) e quindi arrestati. Sotto processo, sono state chieste adesso condanne a 6 anni, a 5 anni e 8 mesi e a 2 anni e 8 mesi dalla Procura di Roma rispettivamente per Alfredo Di Silvio, il fratello Vincenzo e il nonno dei due. Non ci fa una bella figura il comune di Roma, la cui richiesta di costituirsi parte civile contro i delinquenti è stata respinta perché presentata in ritardo.



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