Proseguono le indagini a seguito del crollo del viadotto Morandi che ha provocato la morte di 43 persone. Poco fa è stata emessa una nota da parte di Autostrade per l’Italia, per fare chiarezza sui valori emersi dopo le verifiche di alcune travi dello stesso ponte, pubblicati quest’oggi dal quotidiano Repubblica. «I valori di verifica delle travi – si legge – non indicavano in alcun modo il livello di sicurezza del ponte Morandi». La commissione di inchiesta del ministro delle infrastrutture, giudicherebbe inaccettabili tali valori, e di conseguenza Aspi è voluta intervenire per chiarire la questione. Stando ad autostrade, quei valori «indicano solamente quale sarebbe il margine di sicurezza con l’applicazione delle norme entrate in vigore nel 2008». Secondo Autostrade, tale norma non è retroattiva, di conseguenza i valori indicati nella legge del 2008 vanno applicati ovviamente solo alle costruzioni realizzate da quella data in avanti: «Diversamente – prosegue Aspi – andrebbe abbattuta e ricostruita la gran parte degli edifici delle città italiane e delle infrastrutture presenti oggi nel nostro Paese». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“GIUNTI MOLTI PROGETTI”
Il sindaco di Genova, nonché Commissario alla Ricostruzione, ha annunciato stamani agli “Stati generale dell’economia” – evento organizzato nel quartiere di Certosa – che per la ricostruzione del viadotto sono giunti diversi progetti molto interessanti. «Ieri sera ho ricevuto il progetto di Autostrade, ma non l’ho ancora visto. E anche se lo avessi visto non potrei fare commenti: sono arrivati molti progetti». Bucci poi a Rai News24 in diretta, spiega meglio il suo “no comment”: «mon posso esprimermi perché c’è una commissione tecnica preposta a farlo. Poi teoricamente, come commissario (alla ricostruzione, ndr) potrei anche stravolgere il loro parere e decidere io, ma intendo avvalermi della loro competenza». Va detto che nel Decreto Genova si vieta ad Aspi di partecipare al progetto, ma Bucci – come già ripetuto in passato – non sembra essere particolarmente d’accordo: «lascio sempre tutte le porte aperte, non ne chiudo mai una: alla fine cercheremo di fare la scelta migliore». In merito al problema dei possibili ricorsi, il Commissario assicura «trasparenza e onestà sono le migliori armi».
“2 MESI NON SONO TANTI PER SUPERARE UN DISASTRO DEL GENERE”
Lo shock del crollo del ponte Morandi perseguiterà ancora a lungo i sopravvissuti e le persone che in un modo o nell’altro sono state toccate da vicino dalla tragedia di Genova. Come riportato da Il Secolo XIX, nel corso della Giornata nazionale della Psicologia, la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Liguria, Lisa Cacia, ha spiegato:”Non è detto che non si riesca a superare lo choc e il trauma con le proprie risorse, e gli strascichi sono variabili a seconda delle persone e delle risorse emotive – conclude Cacia – Certo è che sono trascorsi due mesi, e non sono tanti: una risonanza emotiva comunque c’è ancora, magari ha un po’ perso la forza che aveva nell’immediato, ma è presente e può comportare interferenze nella vita quotidiana delle persone. Noi siamo qui proprio per aiutare le persone a tirare fuori le risorse che hanno, e a riprendere la propria quotidianità nel modo più sereno possibile”
PONTE MORANDI, PSICOLOGI: “FLASHBACK E CROLLI EMOTIVI”
Flashback, crolli emotivi, disturbi del sonno, incubi, pensieri ciclici, scoppi di pianto improvvisi: sono questi i sintomi post-traumatici maggiormente riscontrati dagli psicologi a due mesi dal crollo del Ponte Morandi di Genova. Come riportato dal Secolo XIX, nel corso della Giornata nazionale della Psicologia, Lisa Cacia, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Liguria, ha spiegato:” disturbi di chi assiste a un evento di questa portata sono variabili a seconda delle risorse delle persone e della loro capacità di resilienza. Chi ha vissuto un ’esperienza così traumatica di solito ha flashback durante la giornata, crolli emotivi improvvisi, magari scoppia a piangere apparentemente senza motivi. E poi pensieri ciclici, che girano intorno all’evento, e disturbi del sonno, incubi e difficoltà a dormire”. Cacia ha descritto le difficoltà incontrate dopo il crollo:”Abbiamo fornito assistenza ai feriti, che oltre a essere scioccati avevano anche timori per la loro salute. Poi c’erano i familiari delle persone che hanno perso la vita, che abbiamo assistito durante il terribile momento del riconoscimento dei loro cari all’obitorio. E poi c’era chi era sul ponte al momento del crollo e si è salvato per miracolo, vedendo precipitare tutto davanti a sé, e chi invece stava sotto al ponte, e che oltre ad assistere al crollo di una struttura così imponente ha dovuto improvvisamente lasciare la propria casa per non farvi più ritorno”. (agg. di Dario D’Angelo)
RENZO PIANO, “VORREI AIUTARE”
Conferma la propria disponibilità l’architetto genovese, Renzo Piano, in merito alla ricostruzione del viadotto Morandi. L’archistar, a margine di una conferenza stampa tenuta dallo stesso alla Royal Academy of Arts di Londra, ha spiegato: «Il fatto che adesso ci siano due commissari, uno per l’emergenza e uno per la ricostruzione del ponte Morandi, il presidente della Regione e il sindaco di Genova, è un fatto molto positivo. Confermo la mia disponibilità a dare una mano, naturalmente a titolo gratuito. Lo faccio con il cuore e se pensano che il mio contributo possa essere utile, mi chiameranno». L’architetto ha quindi aggiunto, ribadendo la propria posizione: «Se posso essere utile vorrei aiutare a realizzare un ponte che occorre fare velocemente, ma come ho detto ed è opportuno ribadire non in fretta. È un primo punto che ritengo molto importante. È un dovere nei confronti della comunità colpita, in primo luogo, a cui sono molto legato, perché mio padre, era nato a Certosa, e per me, da bambino, quel nome e quel luogo, rappresentavano qualcosa di fantastico. La nuova costruzione è ovviamente vitale per la Valpolcevera, la città di Genova ed è importante per tutta l’Italia». Renzo Piano ha presentato il progetto per ricostruire il ponte sul Polcevera pochi giorni dopo la tragedia dello scorso 14 agosto. L’idea dell’architetto genovese è stata accolta in maniera positiva dalle istituzioni locali e nazionali, come del resto era prevedibile. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INTERVIENE L’ANTITRUST
Interviene anche l’Antitrust nella vicenda del crollo del ponte Morandi di Genova. Come riferito dai colleghi de Il Secolo XIX, l’autorità garante della concorrenza e del mercato ha messo sotto la propria lente di ingrandimento i recenti annunci di Danilo Toninelli, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, riguardanti la ricostruzione del viadotto crollato. L’Antitrust ha deciso di avviare un’indagine, comunicata tramite apposita lettera, per verificare se alcuni esponenti del governo abbiano violato o meno la legge numero 287 del 1990, che stabilisce la normativa sulla Tutela della concorrenza e del mercato. La comunicazione, sottolinea il quotidiano ligure, è stata inviata a Michele Anzaldi, esponente del Partito democratico, che lo scorso 29 agosto, due settimane dopo il crollo, aveva denunciato il rischio di meccanismi speculativi a seguito appunto delle dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti del governo, sul fatto che il Morandi dovesse essere ricostruito da un’azienda di Stato, “sponsorizzando” in particolare Fincantieri. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GIOVEDI’ GLI SFOLLATI POTRANNO PRENDERE LE LORO COSE
Sarà dunque quella di giovedì 18 ottobre la data decisiva che permetterà ai primi sfollati nella zona del crollo del Ponte Morandi a Genova di rientrare nelle loro abitazioni. L’annuncio è arrivato dal Presidente della Regione Liguria e Commissario delegato per l’emergenza, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova e Commissario alla demolizione-ricostruzione, Marco Bucci. La calendarizzazione dei rientri è estremamente importante, quello degli sfollati era un dramma nel dramma con persone sradicate dalle loro case da un momento all’altro mentre a pochi metri da casa loro si scatenava l’inferno del crollo del ponte, con danni per milioni e milioni di euro e decine di vittime. Le istituzioni hanno però monitorato costantemente la situazione e ora si potrà far rientrare le persone nelle abitazioni di via Porro e via Fillak che non sono ancora pericolanti o sono state comunque messe in sicurezza. (agg. di Fabio Belli)
VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE MIT
La Commissione Mit ha dato finalmente il via libera al rientro degli sfollati nelle proprie case a Genova sotto il ponte Morandi: due mesi dopo il crollo del viadotto, i due Commissari Giovanni Toti e Marco Bucci annunciano quanto da diverse settimane gli sfollati vanno chiedendo anche in piazza. «Via libera al rientro degli sfollati nelle case della zona rossa dopo il crollo del ponte Morandi»: la Commissione del Ministero ha dato parere favorevole dopo aver analizzato in questi ultimi giorni tutti i dati del sistema di monitoraggio. «Promessa mantenuta. A partire dalle ore 8 di giovedì sarà possibile avviare le attività di accesso agli immobili di via Porro e via Fillak», annunciano il presidente della Regione Liguria e il sindaco di Genova. È poi la stessa Commissione a far sapere che in qualsiasi momento dovessero esserci problemi nel monitoraggio o peggio dati in negativo, allora il recupero degli effetti personali sarà immediatamente bloccato. Qui sul portale del Comune di Genova l’intero calendario con gli accessi degli sfollati.
GENOVA, “GLI SFOLLATI NON POTRANNO SMONTARE I MOBILI DI CASA”
«Le piattaforme meccaniche per il recupero dei beni degli sfollati del ponte Morandi serviranno a portare via velocemente cose un pochino più grandi, ma non a smontare la cucina. È impensabile che si possano smontare i mobili di casa»: a parlare è l’assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone che questa mattina è andato in visita agli sfollati che hanno potuto far rientro nelle rispettive abitazioni. «Le operazioni di recupero dei beni nelle case degli sfollati potranno essere eseguite solo in condizioni meteo perfette, in assenza quindi di vento – ha sottolineato ancora l’assessore – Le piattaforme saranno utilizzate in particolare per i piani alti sotto il ponte Morandi. Se possono non utilizzare le scale è meglio. Serve un piano di emergenza nel caso in cui i sensori dovessero rilevare la minima oscillazione del moncone». È di ieri poi la notizia, sempre annunciata dai due Commissari, che il nuovo ponte Morandi potrà essere eretto entro Natale 2019, con la relativa demolizione degli ultimi tronconi prevista “si spera entro fine anno”.