Maurizio Armanetti, di professione rabdomante, è salito alla ribalta delle cronache per aver fatto causa per 6 milioni di euro all’Ordine dei Geologi del Piemonte per diffamazione. Il motivo? L’individuazione di una fonte d’acqua termale a oltre trecento metri di profondità, nel sottosuolo di Valdieri, mille abitanti a venti minuti da Cuneo. In molti, anche fuori dall’ambiente della geologia, sapevano da tantissimi anni che nella zona ci fosse una fonte di acqua sulfurea, ma nessuno era mai riuscito ad individuare una sorgente in pianura, in una località invece molto sfruttata nel periodo estivo, con gli stabilimenti termali in quota che restano chiusi per neve durante l’inverno. Armanetti ha “sfatato il tabù”, da cercatore di pozzi tramite l’antica arte della rabdomanzia, individuando una fonte laddove i geologi avevano sempre fallito.



L’ARTE DELLA RABDOMANZIA

Rabdomanzia che non viene considerata una scienza ufficiale, nonostante Maurizio Armanetti sia docente presso la Libera università di Scienze tradizionali ed esoteriche di Lecce, ed abbia individuato in maniera del tutto autonoma, grazie ai suoi strumenti e alle sue pratiche da rabdomanti, una fonte a trecento metri di profondità. Durante le ricerche di Armanetti è arrivata però la segnalazione dell’Ordine dei Geologi, che da tempo stava effettuando ricerche a sua volta nella zona e che ha denunciato la presenza di “soggetti non qualificati”, ovvero Armanetti. Che a sua volta, forte della sua scoperta, ha denunciato l’Ordine per diffamazione, chiedendo 6 milioni di euro come risarcimento per averlo definito, a tutti gli effetti, un ciarlatano. “Sono loro che non hanno le qualifiche a trovare l’acqua termale, io invece sì. E lo dimostrerò in tribunale,” ha tuonato Armanetti.



IL MIRACOLO DELL’ACQUA

Eros Nigro, titolar della Nigro Group che aveva vinto il bando per ricercare la sorgente, ha raccontato al Corriere della Sera come la scoperta di Armanetti sia andata in porto: “Si è presentato questo Armanetti, un tipo strano, ci ha detto che cercava l’acqua “con un biocomputer. Partendo dalla vecchia rabdomanzia ho potenziato l’hardware”, ci aveva spiegato. Non ci siamo fidati, a noi interessa il lavoro scientifico, ci siamo rivolti a uno studio di geologici di cui conoscevamo la professionalità.” Ma trivellando per 780 metri, l’acqua non salta fuori: “A questo punto si rifà avanti Armanetti. Dice che avevamo sbagliato, garantiva che lui avrebbe trovato il punto giusto. Avevamo già buttato via 150 mila euro. Ci siamo detti: proviamo. Non chiedetemi come ha fatto — ha spiegato Nigro —. Sarà stata fortuna. Di sicuro l’acqua era dove lui l’aveva indicata, e di ottima qualità. L’abbiamo monitorata per un anno, come prevede il disciplinare ministeriale. Io resto scettico ma in questo caso non posso fare altro che ringraziarlo.” (agg. di Fabio Belli)

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