Se il governo Lega-Movimento 5 Stelle si spacca, con il duello a distanza tra Matteo Salvini e Roberto Fico, la vicenda di Lodi sembra unire il Partito Democratico. Condanna unanime dai dem sul caso mensa, con sensibilità diverse e opposte che si mettono insieme per denunciare “la vergognosa vicenda”. Maurizio Martina ha messo nel mirino l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle: “Il Movimento 5 Stelle ha tradito i suoi valori. Un elettorato sensibile ai diritti non può che respingere il vergognoso condono fiscale voluto da questo Governo e la vicenda vergognosa di Lodi”. Matteo Renzi è dello stesso avviso: “Anche se domani rimanessi solo continuerei a dire che ci sono delle cose impopolari che vanno detto: una bambina a Lodi non può essere discriminata alla mensa, la vita umana nel Mediterraneo vale più di un sondaggio”. Matteo Richetti guarda invece al lato positivo della storia: “I bambini di Lodi tornano a mangiare insieme. Senza distinzioni di razza. Ci hanno pensato i 90.000 euro di donazioni degli italiani. Ne bastavano 60.000 ma la solidarietà è più forte di tutto. Anche del rancore e della cattiva politica”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EUGENIO MERLI, IL PRESIDE DISOBBEDIENTE
Alcuni lo paragonano al sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Lui è Eugenio Merli, il preside di Lodi che negli scorsi giorni si è opposto alla direttiva del sindaco, Sara Casanova, di non ammettere i bambini stranieri alle mense scolastiche, e ad altri servizi offerti dall’istituto, se non previa documentazione necessaria. Intervistato dai microfoni di Repubblica, il dirigente scolastico afferma: «Ho capito che questi bambini dovevano restare fuori. Allora sì, ho sfondato. Non so se ho agito nel giusto ma so che sono andato incontro a delle famiglie in difficoltà. Famiglie straniere che con la nuova norma sono entrate automaticamente in fascia alta e che non potevano più permettersi di pagare i servizi scolastici a cui prima avevano accesso perché in fascia Isee più bassa». L’aggiramento della norma è stato possibile grazie ad una sentenza del consiglio di stato che prevede il diritto dei bambini di restare a scuola 8 ore: «E quindi perché non tenerceli? – commenta Merli – magari mangiavano il panino, ma almeno nella stessa sala mensa degli altri». Ma non parlate di decisione politica da parte del preside: «Non prendo posizione. Ho solo agito come mi sembrava giusto fare». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI GUERINI
Il dibattito su Lodi e sul caso “mense” ha coinvolto anche il mondo della politica. Chi conosce bene la cittadina è Lorenzo Guerini del Partito Democratico, oggi presidente del Copasir: “Non cambiate pelle a una città che è sempre stata accogliente e solidale” ha esortato ai microfoni di Repubblica. Guerini spiega di aver avuto con l’attuale sindaco “sempre avuto un dialogo istituzionale. E anche adesso non giudico le intenzioni, ma è un fatto che gli effetti del regolamento producono una assurda discriminazione verso dei bambini. Chiedo e mi auguro che facciano un passo indietro. Non è una sconfitta per nessuno ammettere di aver sbagliato, ma la vittoria del buonsenso e dei principi basilari della nostra convivenza”. Guerini sottolinea che “Lodi è una bellissima città e una comunità ricchissima di esperienze di solidarietà, di volontariato, di attenzione a chi è in difficoltà, in cui l’impegno di associazioni laiche e cattoliche è sempre stato attento a chi è più debole, italiano o straniero che sia. L’immagine che si sta dando della città non ha nulla a che fare con la nostra comunità che si è sempre caratterizzata per l’impegno verso gli altri”, evidenziando inoltre che “la città ha risposto in modo civile, con manifestazioni di solidarietà e con gesti concreti come è testimoniato dalla raccolta fondi promossa da alcune associazioni a cui numerosi cittadini hanno aderito con generosità”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
L’AMAREZZA DI LILIANA SEGRE
Nella giornata in cui è stato organizzato un presidio no-stop contro la giunta comunale di Lodi, nonostante siano stati raccolti i fondi necessari attraverso delle donazioni per consentire ai bimbi stranieri di tornare a mensa assieme agli altri, sono varie le reazioni contro la sindaca del centro lombardo che, nelle scorse ore, ha fatto sapere di non voler assolutamente ritirare la delibera oggetto del contendere. Se il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, si è limitato a fornire una risposta diplomatica, ricordando che “ci sono delle norme e delle leggi che vanno rispettate, e il certificato Isee richiede anche questi documenti”, esprime invece la sua amarezza per come è stato gestito il caso a scapito dei più piccoli la senatrice Liliana Segre che, a proposito di chi ha voluto dividere i bimbi a mensa, parla di “menti e cuori da curare”; spiegando che quelli che si vedono messi da parte finiranno per risentirne tutta la via, mentre “quelli che mettono da parte, dopo come vanno a casa loro a mangiare coi propri bambini?” si chiede l’88enne sopravvissuta alla Shoah. (agg. R. G. Flore)
L’IRONIA DI CROZZA SUL CASO LODI
Mentre il caso della scuola di Lodi ha trovato, nelle ultime ore, una sua soluzione non tanto politica (l’amministrazione comunale leghista continua a rimanere sulla sua posizione con la delibera tanto criticata) quanto di buon senso, a ironizzare sull’accaduto è arrivato ieri sera Maurizio Crozza con la sua comicità. Infatti, a permettere ai bimbi stranieri di tornare in mensa assieme ai loro compagni è stata una generosa colletta con la quale sono stati raccolti fondi per circa 60mila euro a copertura delle spese del buono da parte del Coordinamento Uguali Doveri: a tal proposito, il comico genovese, aprendo la puntata di ieri sera di “Che fuori tempo che fa” su Rai 1 ha commentato il caso con amarezza, spiegando che “quando pensi che questo Paese abbia toccato il fondo, ti stupisce sempre” e poi ricordando che la situazione si è sbloccata solamente grazie all’intervento della gente normale che “ha fatto una colletta per pagare la mensa ai bimbi extracomunitari esclusi dalla sindaca di Lodi” e che in meno di tre giorni hanno raccolto così tanti soldi che “ora al posto del bidello col mestolo avranno come Chef Antonino Cannavacciuolo”. (agg. R. G. Flore)
SCONTRO TRA FICO E SALVINI
Sta tornando via-via alla normalità la situazione in quel di Lodi, dove i bambini extracomunitari erano stati esclusi dal servizio mensa delle scuole, perché non potevano più godere della tariffa agevolata. Problema (quasi) risolto grazie all’intervento dell’associazione Coordinamento Uguali Doveri, creata per aiutare appunto tutti quegli stranieri che negli scorsi giorni non aveva potuto portare in comune un documento che attestasse che nel paese di origine non possedevano case o redditi, come invece voluto dalla direttiva lodigiana. «Prima di poter riequilibrare la situazione ci vorrà del tempo – le parole di Valentina Tronconi, come riporta l’edizione online de La Stampa – per adesso abbiamo informato le famiglie che ci avevano contattato. Ma ci sono ancora molti genitori che non sanno di questa possibilità, di questo aiuto e continuano a portare i figli a casa nella pausa pranzo».
“COLMEREMO LE DIFFERENZE”
316 le richieste giunte al comune, di cui 177 per la mensa, 75 per il bus, 43 per il pre e post scuola, e 23 per gli asili nido: «Chi è in difficoltà – ha proseguito la Tronconi – dovrà rivolgersi al Coordinamento e dopo una veloce verifica della domanda, colmeremo la differenza cioè, se prima queste famiglie pagavano 2 euro al giorno per la mensa del proprio figlio e adesso ne devono pagare 5, la differenza di 3 euro sarà versata da noi grazie ai fondi raccolti». Per ora sono stati raccolti 60mila euro, ma non è da escludere che la cifra possa crescere nelle prossime ore. Una decisione, quella del sindaco di Lodi, Sara Casanova, che ha creato non poche polemiche nella giornata di ieri, anche il seno al governo. Fra coloro che si sono espressi in maniera negativa, il presidente della camera Roberto Fico (“In questi casi si deve solo chiedere scusa”), a cui ha poi replicato Salvini dicendo “Fico faccia il suo lavoro”.