La vicenda, dai contorni certamente macrabri ma anche decisamente improntati alla pietà umana e al rispetto di una persona defunta, è avvenuta a Salce, in provincia di Belluno, ed è stata presto rilanciata dai principali mezzi di stampa soprattutto per l’inusuale situazione in cui si è venuto a trovare un uomo: dopo aver celebrato le esequie delle suocera, una volta che il corteo funebre è arrivato al camposanto si è scoperto che la buca a lei destinata non era pronta, e non lo sarebbe stata prima di lunedì. Così Paolo Cumerlato, pur di non lasciare la salma della donna nella chiesetta del cimitero fino a dopo il weekend, ha deciso di fare tutto da solo, armandosi di pala e scavando alla buona una fossa: “Mi sono preso io la responsabilità” ha detto l’uomo a proposito dell’inumazione della suocera, intervistato dalla stampa locale, spiegando di averle voluto dare degna sepoltura anche perché nessuno pareva volersi prendere l’impegno di farlo. (agg. R. G. Flore)
SEPPELLITA “ALLA BUONA”…
Ha fatto in brevissimo tempo il giro del web l’episodio verificatosi al cimitero di Salce, dove il genero di una defunta di fronte all’ipotesi che la suocera restasse nella bara per due giorni di fila senza essere seppellita a causa dell’assenza di una fossa, badile in mano ha iniziato a scavare personalmente. Un gesto, quello compiuto da Paolo Cumerlato, che ha spiazzato tutto il corteo funebre al seguito del feretro, ma a quanto pare soprattutto il comune se è vero – come riportato da Il Giornale – che né il sindaco né altri componenti dell’amministrazione hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda. Quel giorno, sempre secondo Il Giornale, pare che la 79enne sia stata seppellita in maniera “approssimativa”: all’apertura dei cancelli, il lunedì successivo, si è provveduto ad eseguire una degna sepoltura in osservanza di tutte le procedure del caso. (agg. di Dario D’Angelo)
NIENTE FOSSA PER LA BARA DELLA SUOCERA, GENERO SCAVA AL CIMITERO
Si è soliti ironizzare sul rapporto tra suocera e nuora, ma anche quello coi generi non è sempre rose e fiori. Un discorso che non sembra valere per la 79enne Bruna Rossa, deceduta pochi giorni fa a Salce, in provincia di Belluno, che proprio al gesto coraggioso del genero deve il fatto di essere riuscita ad ottenere una degna sepoltura. Come riportato da Il Gazzettino, infatti, quando il feretro della donna di via Fisterre è arrivato al cimitero dalla chiesa di Mussoi, con sacerdote e corteo funebre a seguito, si è corso il rischio che la donna restasse nella bara senza essere sepolta. Il motivo? Tanto semplice ma non per questo meno sconcertante: la fossa al cimitero non era pronta, nessuno l’aveva scavata. A quel punto il genero dell’anziana deceduta ha preso letteralmente in mano la situazione e badile in pugno ha iniziato a scavare.
IL GENERO, “NON POTEVO VEDERE MIA MOGLIE DISPERATA”
Ma che cos’era successo di preciso al cimitero di Salce? Cos’aveva impedito di scavare la fossa per la povera Bruna Rossa? A quanto riferisce Il Gazzettino si è trattato di un rimpallo di responsabilità. La sepoltura era infatti resa impossibile dal fatto che nessuno volesse assumersi la responsabilità di rompere un sacco di ghiaia posizionato sullo spazio destinato alla fossa. Ed è stato allora che il genero della donna ha deciso di entrare in azione. D’altronde il rischio concreto era quello di dover abbandonare la salma della donna nella bara all’interno della chiesetta del cimitero da sabato fino a lunedì. Per questo il genero della defunta, Paolo Cumerlato, ha deciso:”Non potevo pensare di tornare a casa con mia moglie disperata senza dare degna sepoltura a sua mamma: mi sono preso io la responsabilità e ho rotto il sacco“.