«Pompei è l’esempio di come si possa fare tutela e ricerca allo stesso tempo. Qui siamo riusciti a fare un lavoro di estrema qualità con professionalità diverse e nuove tecnologie. E tale eccellenza si trova a Napoli, nel sud Italia, non in America, per cui dobbiamo andarne fieri»: il ministro Bonisoli ringrazia tutti gli appartenenti agli scavi di Pompei, in questa giornata storica in cui addirittura viene cambiata la data dell’eruzione vesuviana, grazie al reperto della incisione a carboncino. Con tale scoperta tra l’altro viene dato definitivamente merito e atto ad Alberto Angela di averci visto giusto in merito ai dubbi sulla datazione dell’agosto 79. Il divulgatore, presentatore e figlio del grande Piero Angela, giusto l’8 ottobre scorso è divenuto anche cittadino onorario di Pompei: «per la sua «attività di giornalista e scrittore, nonché scienziato di chiara fama, ha portato il dottor Alberto Angela a sviluppare una conoscenza e una competenza verso il monumento archeologico di Pompei che ne hanno fatto uno dei divulgatori scientifici del sito più apprezzati a livello nazionale ed internazionale», spiegava nella proposta di conferimento il sindaco Pietro Amitrano. Con la conferma dell’incisione, da oggi, un motivo in più per celebrare a Pompei la competenza del “giovane” Angela.
LA SCOPERTA NEGLI SCAVI
Si riscrive la storia di Pompei? Forse. Il dubbio è d’obbligo quando si parla di scoperte storiche e archeologiche, e l’ultima merita senza dubbio attenzione. Nel famoso sito campano è stata rinvenuta un’iscrizione che sposta di qualche mese in avanti la famosa catastrofe del 79 dopo Cristo: secondo la nuova scoperta, sarebbe avvenuta il 24 ottobre e non ad agosto, come si credeva fino ad oggi. «Una scoperta straordinaria – le parole del ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, presente nel sito assieme al direttore del Parco archeologico Massimo Osanna, al direttore generale del Grande Progetto, al generale dei carabinieri Luigi Cipolletta e al sindaco di Pompei Pietro Amitrano – può darsi, un po’ di più del può darsi, che un amanuense si sia sbagliato e abbia fatto una trascrizione non fedele. Oggi un pochino, con molta umiltà, ma forse stiamo riscrivendo i libri di storia perché stiamo datando l’eruzione nella seconda metà di ottobre». Bonisoli, che ha parlato anche della manovra approvata ieri sera dal governo, ha aggiunto che «Il fatto che sia qui e spendiamo centinaia di milioni su questo progetto è una delle ragioni per cui rinforziamo il messaggio». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CAMBIA LA DATA DI POMPEI
Pronti allo smacchiettatore, al bianchetto o alla semplice gomma? Bene, perché qui bisogna “correggere” la storia su uno degli eventi più iconici e tragici della storia umana italiana: l’eruzione del vulcano Vesuvio che cancellò nel 79 d.C la ricca e fiorente civiltà di Pompei non avvenne come si è sempre pensato ad agosto. Un’iscrizione a carboncino scoperta di recente, supporta la teoria che la data dell’eruzione fosse ad ottobre e non quindi in piena estate: la scritta rinvenuta dagli scavi nella Regio V di Pompei traccia un momento di vita quotidiana datata al «sedicesimo giorno prima delle calende di novembre», ovvero il 17 ottobre. Secondo quanto riportato da Il Mattino di Napoli, l’iscrizione fondamentale è stata ritrovata all’interno di una casa con giardino mentre probabilmente si stava ristrutturando il tutto (le altre stanze infatti sembravano già rinnovata) e dunque l’eruzione avvenne mentre erano in corso dei lavori. Secondo quanto riportato dagli studiosi, che lo spiegheranno nel dettaglio oggi a Pompei in conferenza stampa col Ministro Bonisoli, il carboncino «non avrebbe potuto resistere a lungo ed è probabile che si tratti dell’ottobre del 79 d. C», circa una settimana prima della catastrofe che “cristallizzò” tutto quanto com’era mentre la lava discese dal Vesuvio. Si calcola fosse il 24 ottobre.
MINISTRO BONISOLI: “QUI SI RISCRIVE LA STORIA”
Nel sito archeologico torna dunque oggi per questa scoperta straordinaria il ministro Alberto Bonisoli, ben quattro mesi dopo la sua prima uscita da ministro dei Beni Culturali del governo Conte, che avvenne negli Scavi l’8 giugno scorso. «Attraverso l’attività di scavo e la ricerca emergono dati importanti come questa iscrizione. Possiamo dire che stiamo riscrivendo i libri di storia», ha fatto sapere il titolare del MIBAC in attesa della conferenza ufficiale. « In maniera insolita , si sono conservati in buone condizioni, disegni tracciati con calce o gesso, tra cui uno raffigurante un volto umano caricaturale di profilo,e con carbone, anche in questo caso volti umani», riporta Repubblica in merito al dove sia stata trovata l’iscrizione a carboncino che potrebbe, per davvero, cambiare la storia. Pronti a correggere i vostri libri?