“Al momento la zona delle case interferite dal cantiere o che lo saranno, è stata allargata: non credo che vi saranno altri casi. Erano 156 nel piano della Regione Liguria e diventeranno circa 260 immobili. Il tema si porrà al massimo sul risarcimento alle imprese”, l’analisi del governatore della Liguria Giovanni Toti intervenuto a Tagadà. Il forzista ha poi commentato il rientro nelle case degli sfollati: “Con il ritorno nelle case degli sfollati, la fase emergenziale credo sia conclusa. L’indennizzo sarà molto importante”. Poi sulla situazione vigente e sul lavoro che verrà fatto: “Molti miglioramenti sono stati fatti, passi avanti importanti: bisogna rivedere il sistema della competitività del Porto, ci sono molte cose da mettere a fuoco ma il metodo di lavoro è assai più corretto di quello visto nella stesura del decreto”. Infine una battuta sul capitolo Autostrade: “Io non condivido quel nodo dell’impostazione del decreto, credo che chi ha fatto il danno debba ripararlo ed eventualmente si vedono le sanzioni accessorie”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
NUOVO PONTE NEL 2019
Ci sono anche tanti bambini nella zona rossa di Genova. Da questa mattina gli sfollati genovesi possono rientrare nelle loro abitazioni, per due ore, per prendere le cose rimaste, e fra questi anche molti piccoli, che hanno potuto rimettere le loro manine sui giocattoli che erano stati costretti ad abbandonare velocemente dopo il crollo del ponte Morandi: «E’ una cosa dolorosa – spiega una residente di via Porro ai microfoni di Repubblica – ma la gioia è stata quella di vedere tanti bambini andare a recuperare i loro giocattoli». Presente anche il governatore della regione Toti che ha brevemente spiegato ai giornalisti presenti: «Genova esempio di efficacia. Le case indennizzate con una cifra che è tre volte il valore dell’alloggio lasciato». Il forzista ha aggiunto: «Terminata la fase di rientro degli sfollati è tempo di pensare ad aiutare le imprese della zona rossa e arancione». Al fianco del presidente della Liguria, il commissario straordinario e sindaco di Genova, Bucci: «Sta andando tutto bene – ha detto Bucci – il sorriso sul volto di alcuni sfollati mi riempie di gioia». Sul futuro ponte ha invece accenato: «Credo che saranno rispettati i tempi di cui abbiamo parlato e che daremo un nuovo ponte a Genova entro Natale 2019». Da segnalare il momento di sconforto di una residente sfollata che è scoppiata a piangere non reggendo l’emozione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UN MOMENTO COMPLICATO
Secondo gli esperti, ma anche per gli stessi sfollati, il momento del rientro a casa dopo una tragedia del genere e per di più, solo per 2 ore complessive, è davvero uno dei momenti più difficili per chi ha dovuto già subire la tragedia del Ponte Morandi. Cristina Olmi dal Servizio Psicosociale della Croce Rossa spiega al Secolo XIX l’importanza di questo momento e tutta la sua difficoltà: «rientrare nelle proprie case, per gli sfollati di ponte Morandi, è un momento emotivamente difficile», spiega la professoressa esperta in traumi simili. Non avere più la casa «significa perdere i punti di riferimento di una vita. In questo senso, le catastrofi costringono a fare nuove scelte, a mettere in discussione tante cose. Cosa chiedono gli sfollati? Non chiedono, ma condividono l’emozione di un momento difficile», conclude la Olmi. Le operazioni dovrebbero durare per tutta la giornata, salvo problemi di meteo come del resto già avvenuto questa mattina con il forte vento che aveva bloccato tutto per circa un’oretta.
2 ORE DI TEMPO E 50 SCATOLONI
In un’atmosfera spettrale, quasi da film horror, sono iniziati questa mattina attorno alle 9 i rientri degli sfollati nella zona rossa di Genova, quella evacuata lo scorso 20 agosto dopo il crollo del Morandi. Ogni nucleo famigliare verrà accompagnato dai vigili del fuoco nell’abitazione, è avrà due ore di tempo per mettere in 50 scatoloni quanta più roba possibile. I primi inquilini a ri-varcare dopo mesi la soglia della propria abitazione sono stati quelli dei civici 5, 6, 11 e 16, che sono quelli più lontani dalla pila 10 del viadotto. Entrano con un caschetto, accompagnati da tre pompieri, con gli scatoloni già montati da collocare su delle piattaforme mobili utilizzate per il trasloco. Si calcola che saranno 24 le famiglie che “traslocheranno” nella giornata di oggi, e fra queste vi é anche Giusy Moretti, portavoce del comitato sfollati, che ha ricordato ai giornalisti presenti: «Due ore è il meglio che abbiamo potuto ottenere e comunque potremmo rientrare altre volte». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INGRESSI AL VIA
E’ arrivato il via libera per l’ingresso nelle case degli sfollati di Genova. Con circa mezz’ora di ritardo, sono iniziate le operazioni che permetteranno alle varie famiglie di recuperare gli oggetti a loro più cari, lasciati nelle abitazioni dallo scorso 20 agosto, pochi giorni dopo il crollo del Morandi. L’ingresso sarebbe dovuto avvenire attorno alle 8:30, ma il vento aveva bloccato le operazioni fino all’ok arrivato poco fa. La commissione tecnica si è riunita ed ha quindi dato il via libera: «È stato uno stop precauzionale – le parole di Sergio Gambino, consigliere delegato alla Protezione civile del Comune di Genova – il vento non influisce sui sensori, il ponte non si sta muovendo. In giornata saranno effettuati tutti gli accessi previsti». Ogni nucleo famigliare avrà a disposizione due ore per cercare di prendere più cose possibili, anche se ovviamente si tratta di un lasso di tempo troppo breve per portare via tutto: «Ho paura di non farcela – dice a riguardo Giusy Moretti, una dei portavoce del comitato sfollati – di non essere fredda e razionale. Ma se ci dimentichiamo qualcosa ricordiamoci che ci sarà una seconda entrata e un’altra ancora». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL VENTO BLOCCA TUTTO
Oggi, giovedì 18 ottobre 2018, doveva essere il giorno del rientro degli sfollati della “zona rossa” di Genova, nelle proprie abitazioni. Dovevano rientrare nelle case lasciate in fretta e furia subito dopo il crollo del Morandi per riprendere le loro cose, due ore di tempo per ogni famiglia per portare via gli oggetti più importanti. Niente da fare però, il rientro è stato annullato a causa del forte vento che tira quest’oggi sulla Liguria e sul suo capoluogo, come spiegato da diversi organi di informazione online in queste ultime ore. Franco Ravera, il presidente del comitato sfollati, ha tenuto un briefing con i vigili del fuoco, e si è quindi deciso di annullare l’operazione: «Speravamo non piovesse – ammette, riporta RaiNews.it – ma c’è vento, per cui il via alle operazioni è stato sospeso. Siamo in stand by». Troppo alto il rischio che il vento possa causare il crollo della parte del Morandi rimasta in piedi, e di conseguenza, per evitare altre tragedie, è stato optato per il “congelamento” del ritorno nelle abitazioni. La situazione verrà tenuta sotto controllo questa mattina, e non è da escludere che a breve arrivi il lasciapassare. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AUTOSTRADE DI NUOVO IN PISTA?
Un emendamento al dl Genova firmato dai relatori Gianluca Rospi del M5s e Flavio Di Muro della Lega rimette in corsa Autostrade per la ricostruzione del ponte dopo il crollo del Morandi? Non secondo i pentastellati, ma a quanto pare Autostrade potrebbe rientrare in lizza quanto meno per la demolizione dello stesso. Come ricostruito da Il Sole 24 Ore, tutto è nato dopo che dal comma 7 dell’articolo 1, primo periodo, sono state cancellate le parole: «propedeutiche e». Un’eliminazione che rimetterebbe in pista anche Aspi. Il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci ha spiegato che l’emendamento è stato modificato “per evitare futuri sbarramenti che avrebbero potuto complicare la strada del commissario che si prende un sacco di rischi”. E ha aggiunto che “tutti quanti tornano in campo: non è che torna in campo solo Aspi che è fuori dalla ricostruzione ma non per la demolizione. Ci sono tante altre cose come per esempio la rimozione dei detriti”. Bucci ha chiosato: “In vita mia ho sempre lasciato tutte le porte aperte: dovevo andare a vivere a Carcare (Savona) e uno mi ha detto ‘vai in Usa’. Così sono andato in America”. (agg. di Dario D’Angelo)
BUCCI, “AUTOSTRADE IN CAMPO PER TANTE COSE”
Autostrade per l’Italia ha consegnato lo scorso lunedì sera a Bucci, sindaco e commissario per la ricostruzione, il proprio progetto relativo al ponte Morandi crollato a Genova lo scorso 14 agosto e ispirato al disegno donato da Renzo Piano. Da qui l’indiscrezione di un presunto passo indietro in merito all’esclusione di Autostrade, categoricamente smentito nelle passate ore dal portavoce del M5s alla Camera, Gianluca Rospi il quale ha invece spiegato che è stato solo individuato, più nel dettaglio l’ambito a cui si applica l’esclusione di Aspi. “Sarebbe infatti assurda una marcia indietro su questa decisione dopo che sia l’Autorità garante della concorrenza sia l’Anac ha ritenuto plausibile e fondata la decisione di escludere Autostrade”, ha aggiunta Rospi, come spiega TgLa7. Dal canto suo però, Autostrade non perde la speranza e torna ad assicurare al commissario per la ricostruzione di essere pienamente in grado di demolire e ricostruire il viadotto Polcevera entro 9 mesi dalla approvazione e dalla disponibilità delle aree. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DECRETO GENOVA IN PARLAMENTO
Proprio oggi è stato discusso, ancora alla Camera, il Decreto Genova con diverse polemiche e reazioni dopo gli emendamenti presentati dal Movimento 5Stelle (tra cui quello della “polemica” sul rientro di Autostrade nel piano di demolizione del Morandi): il risultato è l’ennesimo slittamento, probabile, dell’approvazione di tale documento che potrebbe finalmente dare il via ai “pieni poteri” per il Commissario Bucci. Nel frattempo, mentre prosegue la polemica pro-contro il Governo, giunge come un macigno il giudizio di Federico De Raho (capo della procura nazionale antimafia e antiterrorismo) che segue sulla stessa scia l’allarme lanciato dal Presidente Anac Raffaele Cantone giorni fa in audizione alla Camera: «Condivido appieno l’allarme del presidente Cantone sul rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori di costruzione del nuovo ponte Morandi a Genova». Per De Raho, il lavoro di Bucci e delle autorità sarà decisivo nell’individuare i soggetti giusti per chi dovrà effettuare i lavori sulla ricostruzione del Morandi.
AUTOSTRADE “RIENTRA” IN GIOCO?
In mattinata si era diffusa la notizia che nel Decreto Genova fosse spuntato un emendamento del M5s in cui, nei fatti, si riammetteva la presenza di Autostrade per l’Italia nei progetti di ricostruzione del Ponte Morandi: passa qualche ora e arriva la secca smentita dello stesso partito di Governo che in una nota di Gianluca Rospi (portavoce grillino alla Camera) attacca, «Smentiamo categoricamente che in Parlamento si stia agendo per ammettere Autostrade per l’Italia ai lavori di ricostruzione di Ponte Morandi a Genova». Per il Movimento sarebbe una «marcia indietro su questa decisione dopo che sia l’Autorità garante della concorrenza sia l’Anac ha ritenuto plausibile e fondata la decisione di escludere Autostrade». Ma dunque, donde nasce l’equivoco? In sostanza, lo stesso Rospi nel suo emendamento al Decreto ha riaperto la possibilità che Autostrade possa partecipare alla demolizione (ma non alla ricostruzione) del viadotto crollato lo scorso 14 agosto: se questo sia frutto di un’opera di “appeasement” della Lega non è dato saperlo, ma di certo per Aspi una “porticina” si riapre nei prossimi mesi di lavori ai monconi del Ponte Morandi.
GENOVA: PROGETTO ASPI INVIATO A BUCCI
«Ci sono tante altre cose come per esempio la rimozione dei detriti. Autostrade è in campo per tante altre cose», ha commentato il sindaco e Commissario di Genova Marco Bucci, dopo la notizia del “passo indietro” dei grillini contro Aspi. Sul fronte dei lavori da cominciare al più presto, lo stesso Commissario mette pressione a tutti perché si possa iniziare subito: «Il mio `goal´ è fare in modo che il giorno dopo il dissequestro del ponte Morandi incominci la demolizione partendo dal moncone Ovest, in modo tale che quando si comincerà a demolire l’Est già si comincerà a costruire l’Ovest per fare più in fretta in parallelo». Non manca però la convinzione di Aspi di poter, in qualche modo, partecipare alla ricostruzione nonostante il “niet” del Decreto governativo: ieri è stato inviato il piano a firma Autostrade (ispirato a quello di Renzo Piano, ndr) sul nuovo Ponte Morandi, che prevede ponte classico e lineare, con travi in acciaio e soletta in calcestruzzo, con nove campate e travi appoggiate classiche.