Una coppia è stata arrestata a Scandicci (Firenze) con l’accusa di aver segregato per due anni una donna, costringendola a prostituirsi. L’uomo è finito in carcere, in esecuzione di una misura di custodia cautelare disposta dal gip su richiesta della pm Angela Pietroiusti, mentre la donna ai domiciliari. Entrambi hanno 33 anni e sono originari della Nigeria. Dal 2015 al 2017 avrebbero sottoposto una connazionale a violenze fisiche e l’avrebbero soggiogata psicologicamente con riti vudù, oltre a costringerla con minacce a prostituirsi. All’epoca dei fatti la coppia, seguita dai servizi sociali, viveva in casa con due figli minorenni e uno in arrivo. Stando a quanto ricostruito, e riportato da La Nazione, la vittima era arrivata in Italia attratta dalla promessa di un lavoro. Il “procacciatore” già in Nigeria aveva sottoposto la donna ad un rito vudù con cui la donna si impegnava a pagare le persone che l’avrebbero aiutata in Italia col proprio lavoro.
FIRENZE, SEGREGATA IN CASA E ABUSATA DA COPPIA DI 33ENNI
Atterrata all’aeroporto di Torino, la donna è stata prelevata da un connazionale e portata nella casa di Scandicci, dove è stata chiusa a chiave in una stanza, dopo essere stata privata dei documenti. Poi è stata sottoposta a riti vudù ed è stata vittima di abusi. Quindi è stata costretta a prostituirsi nella zona di Novoli, versando alla coppia circa 250-300 euro al giorno. È arrivata a pagare complessivamente 50mila euro alla coppia di 33enni. Come riportato da La Nazione, i reati contestati ai due nigeriani sono riduzione in schiavitù, violenza sessuale, tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione. La donna sarebbe stata picchiata più volte, anche con un bastone e un coltello. Poteva uscire di casa solo per prostituirsi. In più occasioni sarebbe stata costretta a subire riti vudù. Sarebbe stata proprio la 33enne finita ai domiciliari ad avviarla alla prostituzione, violentandola per tre giorni consecutivi.