Uccise il marito a coltellate al culmine dell’ennesima lite, ma è stata assolta dall’accusa di omicidio volontario perché agì per per legittima difesa. Lo ha deciso oggi il Tribunale di Genova, che ha assolto Alessia Mendes, 39enne ballerina italo-brasiliana finita in carcere per l’omicidio del marito Alessio Rossi, 35 anni, avvenuto il 22 giugno di un anno fa. Il pm Paola Crispo aveva chiesto la condanna a 16 anni per la donna, che aveva inferto 24 coltellate al marito. Il gup invece ha accolto la tesi del difensore Rachele De Stefanis e ha rimesso quindi in libertà la donna dopo la lettura della sentenza. La mattina del 22 giugno 2017 Alessia colpì a morte Alessio, il quale provò a fuggire sulle scale ma stramazzò a terra in un lago di sangue. La donna minacciò di lanciarsi dalla finestra, ma i vigili del fuoco la salvarono e lei ammise di aver ucciso il compagno «Lui mi voleva ammazzare a coltellate, io l’ho disarmato e colpito a mia volta per proteggermi. Mi aveva già pestato troppe volte in passato». 



UCCISE MARITO A COLTELLATE: ASSOLTA, FU LEGITTIMA DIFESA

La vittima, Alessio Rossi, era stata denunciata due volte per maltrattamenti e lesioni nei confronti della donna che, subito dopo il delitto, aveva rivelato che l’uomo la picchiava. Le testimonianze dei vicini hanno dimostrato che la coppia era stata protagonista spesso di litigi violenti, anche a causa del fatto che il marito consumava abitualmente crack e talvolta pure la moglie. Decisiva nell’inchiesta una super-consulenza sulle macchie di sangue chiesta dal legale di Alessia: ha dimostrato sia la veridicità della sequenza descritta dalla ballerina, sia i pestaggi pregressi. Ma il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi è pronto a impugnare la sentenza. «Dobbiamo leggere le motivazione, ma è molto probabile che impugneremo la sentenza. Anche perché occorre valutare se ci sono gli estremi per la legittima difesa», ha dichiarato, come riportato da Il Secolo XIX. «La legittima difesa deve essere attuale. E non basta avere subito maltrattamenti per potere giustificare un delitto». Di avviso ovviamente diverso l’avvocato Rachele De Stefanis, legale di Alessia Mendes: «Fondamentale è stata la Bpa, la Bloodstain Pattern Analisys. Abbiamo ricostruito la scena del crimine tramite l’analisi delle tracce di sangue. La scena parla e quello che dice spesso è oggettivo».

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