Si stanno purtroppo moltiplicando gli episodi di razzismo in Italia. Solo nella giornata di ieri se ne sono verificati due, di cui uno a Trento, dove un 25enne senegalese che da quindici anni abita a Bolzano, perfettamente integrato, è stato costretto ad abbandonare in lacrime il proprio posto sul pullman, perché una 40enne non lo voleva a fianco. Da nord a sud, gli episodi a sfondo razziale non conoscono sosta, e fra il 30 settembre e ieri, sono ben 10 i precedenti, numeri a dir poco preoccupanti. A Roma, Napoli, Genova, ma anche Sondrio, Padova, Lucca, quindi Varese, Bari e infine Trento, personaggi che probabilmente non hanno null’altro da fare nella loro vita, prendono di mira malcapitati che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno alcuna colpa se non quella di avere un colore della pelle differente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA DENUNCIA SU FACEBOOK
A denunciare il brutto episodio di razzismo verificatosi su un autobus Flixbus diretto da Trento a Roma è stata Elena Iiriti, la giovane che con un post su Facebook diventato virale ha dato conto degli insulti subiti dal 25enne senegalese Mamadou da parte di una donna italiana sulla 40ina che lo ha spinto ad accomodarsi in fondo al pullman perché “di un altro colore e di un’altra religione”. Molto calzante il paragone chiamato in causa da Elena, che ha scritto:”Quando a scuola leggevo di Rosa Parks e degli autobus con posti riservati vedevo quella società lontana anni luce dalla nostra e mi dicevo “per fortuna ora non è così”. Il riferimento è all’attivista statunitense figura-simbolo del movimento per i diritti civili, famosa per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto su un autobus a un bianco, dando così il via al boicottaggio degli autobus a Montgomery. “Quanto accaduto oggi su questo flixbus”, scrive Elena, “mi fa rattristire, mi fa tornare indietro a quei tempi e mi fa capire che forse non siamo mai cambiati, che non c’è fine alla cattiveria umana”. (agg. di Dario D’Angelo)
RAZZISMO A TRENTO, SENEGALESE CACCIATO IN FONDO AL BUS
Un brutto episodio di razzismo si è verificato martedì sera su un autobus Flixbus diretto da Trento a Roma. A renderlo noto è stato un post su Facebook di una ragazza trentina che arrivata a casa, sconvolta per l’accaduto, ha voluto denunciare la brutta storia che ha visto coinvolto Mamadou, senegalese di 25 anni, residente a Bolzano da 15 e impiegato per un’azienda che monta forni. Provvisto di regolare biglietto, il giovane africano è salito a bordo del mezzo diretto nella Capitale per incontrare un amico, ma quando ha fatto per prendere posto si è visto opporre la resistenza di una donna italiana di circa 40 anni, assegnata al posto accanto al suo, che ha espresso tutto il suo disappunto rispetto all’ipotesi di viaggiare accanto al senegalese. Come riportato da La Repubblica, la donna ha impedito al ragazzo di sedersi, iniziando ad inveire contro di lui: “Qui no, vai via, vai in fondo, sei di un altro colore e di un’altra religione“. Parole frutto di ignoranza, che hanno ferito il malcapitato Mamadou.
RAZZISMO A TRENTO, LE LACRIME DI MAMADOU
Il giovane senegalese oggetto degli insulti razzisti della donna italiana sul mezzo Flixbus diretto da Trento a Roma ha reagito scoppiando in lacrime. Come riportato da La Repubblica, Mamadou dinanzi alle offese della signora ha replicato:”Non faccio nulla di male. Non sono cattivo. Voglio solo sedermi e riposare perchè sono stanco“. Il pianto del 25enne non ha toccato la 40enne italiana, che non ha ceduto all’ipotesi di viaggiare accanto al ragazzo, senza che nessuno intervenisse. A quel punto l’autista si è visto costretto a chiamare la polizia, che ha identificato la donna. A risolvere lo stallo è stata una studentessa ferrarese che viaggiava con un’amica che ha accettato di cambiare il posto con Mamadou per il viaggio. Anche Flixbus Italia ha condannato fermamente l’accaduto:”Ci rincresce che un simile episodio si sia verificato a bordo di un nostro autobus, come operatori della mobilità, da sempre ci impegniamo a garantire a chiunque la possibilità di viaggiare e ricongiungersi coi propri cari, e così continueremo a fare”.