L’arresto di Giulia Ligresti è scattato come passaggio obbligato dopo il no dei giudici alla pena alternativa al carcere. La donna non è l’unica della famiglia ad aver affrontato guai giudiziari. Hanno travolto tutti i figli dell’imprenditore Salvatore Ligresti. Nel luglio scorso l’ultimogenito Paolo è stato assolto in appello nel processo milanese per falso in bilancio e aggiotaggio, nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti nella passata gestione Fonsai. Questo procedimento è il filone di uno avviato a Torino per il quale sono finite nei guai le sorelle Jonella e Giulia. Tutti e tre nel 2013 furono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel 2015 Paolo Ligresti rientrò in Italia per costituirsi e affrontare il processo in abbreviato che si è chiuso con la sua assoluzione e la revoca degli arresti domiciliari. Nel procedimento principale di Torino, gli imputati sono in attesa della fissazione dell’appello. In primo grado, l’11 ottobre 2016, il Tribunale di Milano aveva condannato, fra gli altri, Salvatore e la figlia maggiore Jonella rispettivamente a 6 anni e 5 anni e 8 mesi di reclusione. (agg. di Silvana Palazzo)
ARRESTO NELLA NOTTE A MILANO
Giulia Ligresti è stata arrestata questa notte a Milano, poi è stata portata nel carcere di San Vittore, dove deve scontare la condanna definitiva di due anni e sei mesi di carcere. Il tribunale di sorveglianza ha respinto la sua richiesta di scontare quel che restava della pena con i lavori socialmente utili anche perché, come riportato da Repubblica, i difensori avevano proposto che la figlia minore dell’imprenditore Salvatore Ligresti si dedicasse ad attività come la pierre nell’azienda di borse della sorella, per quattro ore alla settimana, o in sottordine la designer di arredamento. Anche la procura generale di Torino ha dato parere contrario. Stanotte la giudice Elena Bonu ha emesso la sentenza, quindi la Guardia di Finanza l’ha prelevata a Milano per portarla a San Vittore. Giulia Ligresti ha fatto già discutere in passato. Nel 2013, qualche settimana dopo la sua liberazione a causa del suo profondo disagio psicologico, fu fotografata in via Montenapoleone mentre faceva shopping. (agg. di Silvana Palazzo)
GIULIA LIGRESTI TORNA IN CARCERE: NEGATA MESSA IN PROVA
Si aprono le porte del carcere per Giulia Ligresti. Il tribunale di sorveglianza di Torino ha respinto la richiesta della figlia dell’imprenditore Salvatore Ligresti di scontare il residuo della pena svolgendo dei lavori socialmente utili, quindi è scattato l’ordine di carcerazione. La donna aveva patteggiato 2 anni e 8 mesi di reclusione nel 2013 nell’ambito dell’inchiesta Fonsai. La difesa di Giulia Ligresti aveva proposto un impegno di alcune ore alla settimana come designer di arredamento o pr nell’azienda della sorella, ma invece è finita nel carcere di San Vittore a Milano. La famiglia Ligresti finì nel luglio 2013 agli arresti con l’accusa di falso in bilancio e manipolazione di mercato in relazione alla sottostima delle riserve sinistri per l’anno 2010. Proprio questa voce di bilancio, secondo l’accusa, aveva permesso alla famiglia Ligresti di intascare in maniera illecita, e in pochi anni, ben 253 milioni di euro. La compagnia assicuratrice afflitta da “pesanti perdite” si era trasformata in una fonte cui attingere utili e dividendi.
LA PRIMA DETENZIONE
Giulia Ligresti, dopo aver trascorso una quarantina di giorni in carcere a Vercelli, da fine agosto 2013 cominciò un periodo agli arresti domiciliari, che durò circa un mese. La detenzione comunque la gettò in uno stato di profondo malessere. Erano stati gli stessi magistrati della procura, in seguito ad una visita medica, a chiedere al giudice di farla tornare a casa. La vicenda ha fatto molto discutere in passato perché costò un avviso di garanzia all’allora ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, che finì sulla graticola per uno scambio di telefonate in occasione dell’arresto dei Ligresti e nelle settimane successive con Gabriella Fragni, amica di famiglia e compagna di Salvatore Ligresti. L’ex ministro fu accusata e poi prosciolta dall’accusa di essersi mobilitata con il Dal per aiutare la figlia di vecchi amici di famiglia ad evitare la detenzione. Si trattò di un gesto umanitario per le condizioni della donna. Tra l’altro il figlio di Annamaria Cancellieri, Piergiorgio Peluso, ha lavorato un anno come direttore generale in Fonsai.