Arrivano nuovi aggiornamenti sulle indagini per la morte di Manuel Careddu, 18enne di Macomer ucciso da una banda di cinque giovanissimi, due dei quali minorenni. Secondo quanto riportato dall’Ansa, il perito di Torino Roberto Tesi ha ricevuto questa mattina l’incarico di effettuare l’autopsia e tutti i rilievi tecnici sul corpo del ragazzo. La delega gli è stata assegnata a Cagliari dal sostituto procuratore di Oristano Andrea Chelo: come già sottolineato in passato ha lavorato sull’omicidio di Cogne e sul caso Garlasco. Sessanta giorni per la consulenza, ma non è da escludere che consegni gli esiti prima del termine: dopo il giuramento, già oggi effettuerà il prelievo dei campioni biologici consegnati ai Ris dei Carabinieri per la comparazione del Dna e l’identificazione certa del corpo rinvenuto. Solo successivamente verranno autorizzati i funerali. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL FRATELLO NICHOLAS: “NON MERITAVA TUTTO QUESTO”
Il dolore della famiglia di Manuel Careddu, il ragazzo di 18 anni ucciso a Macomer per un debito di droga da 5 conoscenti per un debito di dronga, è ancora fresco e difficilmente svanirà. Il fratellastro di Manuel, Nicholas Frau, cresciuto insieme a lui da quando erano bambini, a Il Corriere della Sera ha commentato quello che resta un delitto tanto feroce quanto inspiegabile:”Secondo me lui non si meritava tutto questo. Siamo ragazzini, facciamo i nostri sbagli ma ci sono tanti altri modi per rimediare. È incredibile che abbiano pensato alla morte e che abbiano portato via un figlio a una madre”. Quel che resterà in eterno è il rapporto privilegiato tra i due, con Nicholas cantautore di canzoni trap (si firma “Slad”) che sta ultimando una canzone per il fratello ucciso, perché “noi siamo legati e lo saremo per sempre”. (agg. di Dario D’Angelo)
AUTOPSIA SU CORPO MANUEL AD ESPERTO COGNE E GARLASCO
L’esperto che domani presterà giuramento in tribunale a Oristano per effettuare l’autopsia sul corpo di Manuel Careddu è il perito torinese Roberto Testi, medico legale che ha lavorato ai casi di Cogne e Garlasco. Sarà lui a dover confermare ufficialmente se il corpo sepolto e recuperato in una fossa nelle campagne di Ghilarza, in provincia di Oristano, sia effettivamente quello del 18enne di Macomer. E per farlo, viste le pessime condizioni del cadavere, sarà necessario l’esame del Dna. Dovrà chiarire l’ora esatta del decesso, le modalità dell’omicidio, in particolare il tipo di attrezzi usati per l’omicidio, e se abbiano inferito più persone su Manuel. Inoltre, come riportato da Il Messaggero, il medico legale dovrà accertare la compatibilità delle dichiarazioni rese dagli indagati in sede di interrogatorio con i riscontri autoptici. Roberto Testi è uno dei periti più noti in Italia. Da anni collabora con le più importanti Procure. Ha lavorato sui casi di Cogne e Simonetta Cesaroni, ma è anche l’autore della perizia sull’omicidio di Chiara Poggi. (agg. di Silvana Palazzo)
MANUEL CAREDDU, UN ALTRO AMICO SAPEVA DELL’OMICIDIO
C’è un nuovo nome nell’omicidio di Manuel Careddu, il cui cadavere è stato trovato col cranio devastato nelle campagne di Ghilarza (Oristano) un mese dopo la sua scomparsa. Il dubbio degli inquirenti si è trasformato in certezza grazie alla microspia che si trovava all’interno della macchina del padre di Christian Fodde. Quando è sembrato chiaro che gli inquirenti si stavano muovendo nella direzione giusta, un ragazzo è finito all’ospedale San Martino di Oristano per un malore. C’è chi lo associa allo spavento provato nel momento in cui capisce che il suo nome potrebbe essere associato a quello degli altri cinque finiti in carcere. È stato intercettato come gli altri: la sua voce compare all’indomani del delitto. Racconta di come ha trascorso la sera prima, cioè con chi ha tenuto i telefonini in un luogo sicuro e chi ha costruito la trappola per Manuel. Dice di essere rientrato alle 4 del mattino a casa perché era stato al bar con due amici, due dei cinque accusati dell’omicidio. Christian Fodde si lascia scappare la risposta: «Lo saprai. Le comiche». Per gli inquirenti ciò he dovrebbe sapere è che è stato commesso l’omicidio. Ma non c’è solo l’amico a cui hanno raccontato tutto. C’è qualcun altro che conosce la verità, per questo dalle conversazioni emerge la possibilità che la banda potesse uccidere ancora. C’è un amico «che sa». La ragazza chiede a Fodde: «Lo uccidiamo?». Lui risponde: «Mi devo sporcare per un essere… arrivederci…».
IL PADRE: “COINVOLTO ANCHE UN ADULTO”
In questa intricata vicenda si inseriscono le dichiarazioni del padre di Manuel, Corrado Careddu, secondo cui nell’omicidio potrebbe essere coinvolto un adulto. «Sono certissimo che nella morte di mio figlio sia coinvolto anche un adulto, non è possibile che questa atrocità sia stata consumata solo da ragazzini», ha dichiarato all’Unione Sarda. L’uomo parla per la prima volta del delitto di suo figlio, ritrovato dopo un mese. Attraverso il suo legale, l’avvocato Gianfrancesco Piscitelli, fa sapere che vuole la verità su questa tragedia. «E soprattutto vogliamo che i responsabili paghino fino in fondo per questo atroce delitto». Anche il parroco di Ghilarza ha lanciato un appello durante l’ultima messa: «Non sappiamo ancora se il numero dei colpevoli sia da considerarsi completo. Se qualcuno sa, parli». Intanto la madre di Manuel, Fabiola Balardi, ha chiuso la porta ad altri due genitori dei carnefici del figlio. Qualche giorno fa aveva accettato di parlare con la madre della 17enne coinvolta nell’omicidio, ma aveva un motivo: voleva risposte sul luogo in cui era stato abbandonato il corpo del figlio. Ora che attende l’autopsia prima di potergli dare l’ultimo saluto, non vuole saperne di incontrare i genitori di quei ragazzi che hanno portato via ciò che aveva di più importante. Come riportato da La Nuova Sardegna, le è suonata tardiva la richiesta di un incontro da parte dei genitori di Christian Fodde e Riccardo Carta.