Si è concluso oggi il processo d’Appello a carico di Guerlin Butungu, il congolese ed unico maggiorenne a capo del branco che la notte del 26 agosto di un anno fa si rese responsabili di alcuni drammatiche aggressioni con stupri a Rimini. Vittime furono una coppia di turisti polacchi di cui lui fu brutalmente picchiato e lei violentata sessualmente sulla spiaggia di Miramare. Successivamente anche una prostituta trans peruviana fu intercettata dal gruppo di aggressori e fu picchiata e stuprata. Butungu, inoltre, era accusato anche di aver aggredito una turista milanese e rapinato il compagno la notte del 12 agosto. Al termine del procedimento in secondo grado, il congolese è stato condannato a 16 anni di reclusione, ovvero alla medesima pena giunta al termine del primo grado che fu celebrato a Rimini il 10 novembre scorso. Il giovane è attualmente detenuto nel carcere di Pesaro. A giudicare il congolese accusato dei terribili stupri avvenuti a Rimini è stata la prima sezione penale della Corte d’Assise d’Appello di Bologna che ha respinto le richieste della difesa del giovane imputato confermando la condanna a 16 anni.



STUPRI RIMINI, CAPOBRANCO CONDANNATO A 16 ANNI

La sentenza in Appello, come spiega Corriere di Bologna nell’edizione online, è stata pronunciata dai giudici della Corte presieduta dal magistrato Orazio Pescatore. Quest’ultimo, se da una parte ha respinto le richieste della difesa di Guerlin Butungu, dall’altra ha invece accolto quelle avanzate in aula dal procuratore generale Paolo Giovagnoli e relative alla conferma della pena già inflitta in primo grado. Il primo commento a caldo raccolto dai cronisti è stato quello dell’avvocato Maurizio Ghinelli, difensore dei due giovani turisti polacchi, il quale ha espresso la sua grande soddisfazione asserendo: “Siamo soddisfatti, è andata come doveva andare”. Medesima reazione avuta dall’avvocato Enrico Graziosi, difensore della peruviana, e che oggi era presente in aula così come l’imputato. Oltre a Butungu, le condanne in secondo grado sono arrivate anche per gli altri tre del “branco” e che avrebbero preso parte agli stupri di Rimini, ovvero i due fratelli marocchini che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 15 e 17 anni e un nigeriano 16enne, condannati a 9 anni e 8 mesi.

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