E’ passata una settimana esatta dalla sentenza di condanna in Cassazione per Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato del delitto di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo), misteriosamente scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata senza vita in un campo di Chignolo d’Isola tre mesi esatti dopo. E’ lui l’assassino della ragazzina: a stabilirlo sono stati tre differenti gradi di giudizio. La trasmissione Quarto Grado, lo scorso venerdì aveva seguito in diretta l’arrivo della sentenza di condanna, documentando anche le urla di alcuni detenuti che si erano schierati dalla parte di Bossetti. Una settimana dopo, la medesima trasmissione di Rete 4 torna sul caso con una puntata all’insegna dell’approfondimento ed alcuni retroscena relativi al muratore di Mapello, alle sue prime reazioni ed alle prossime mosse della difesa dell’uomo condannato al carcere a vita. Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini starebbero valutando la possibilità di ricorrere alla Corte Europea dei diritti umani. Dopo l’ultimo verdetto, anche la difesa dell’uomo ha ritenuto le speranze ormai “ridotte a qualcosa di minimale”, come aveva spiegato l’avvocato Salvagni ai microfoni di Chi l’ha visto nei giorni scorsi. Tuttavia, non ha escluso di poter andare avanti, non prima ovviamente di aver letto le motivazioni della sentenza di terzo grado, arrivata in Cassazione una settimana fa.
MASSIMO BOSSETTI, LETTERE DAL CARCERE
Massimo Bossetti continua a definirsi “un innocente condannato al carcere a vita senza mai potersi difendere”. E’ quanto il muratore di Mapello ha scritto nei giorni scorsi al giornalista Enrico Fedocci, che da sempre ha seguito il caso di Yara Gambirasio, missiva indirizzata a NewsMediaset. “Mai smetterò di lottare con i miei avvocati che mi difendono per sincera convinzione e amore di Giustizia per dimostrare la mia innocenza”, ha aggiunto Bossetti nella lettera. Una seconda missiva l’avrebbe invece indirizzata anche ai genitori di Yara Gambirasio i cui contenuti restano al momento ignoti. Ma quali sono state le prime reazioni del 48enne dopo la sentenza? Secondo il settimanale Oggi, pare che il muratore abbia espresso l’intenzione di farla finita. Intenzioni sono passeggere, a quanto pare, anche alla luce dell’espresso desiderio di essere trasferito in un penitenziario che possa concedergli “per non impazzire e per aiutare la mia famiglia”. Sul piano della difesa della famiglia della vittima, coerentemente all’atteggiamento espresso anche nei precedenti processi attraverso l’avvocato Enrico Pelillo i genitori di Yara Gambirasio avrebbero chiesto a gran voce solo l’oblio dopo aver definitivamente e dolorosamente messo la parola “fine” sul caso.