Avvenire e Il Manifesto esclusi dalla biblioteca di Monfalcone: sindaco Annamaria Cisint nella bufera. La denuncia è partita dai due quotidiani, con il sindaco della Lega che ha deciso di non rinnovare gli abbonamenti di Avvenire e Il Manifesto destinati al pubblico nella biblioteca comunale. La vicenda è arrivata fino a Roma, con il Partito Democratico che ha presentato un’ìnterrogazione parlamentare: il primo cittadino del comune in provincia di Gorizia dovrà risponderne di fronte al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Intervistata dall’Ansa, Annamaria Cisint ha tenuto a precisare: “Non è censura ma razionalizzazione delle spese”, evidenziando che “la decisione di non rinnovare l’acquisto delle testate era giunta dopo una verifica tra i lettori”. Il sindaco del Carroccio ha poi aggiunto: “L’onere non era commisurato all’utenza che si interessava a quelle pubblicazioni”.



PD PRESENTA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

E il Partito Democratico non ci sta: le parlamentari Debora Serracchiani e Tatjana Rojc hanno deciso di presentare un’interrogazione alla Camera e al Senato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere “sulla base di quali disposizioni è stato impedito ai cittadini di Monfalcone di poter usufruire delle due testate il cui abbonamento è stato sottoscritto come atto di donazione da parte dei cittadini al proprio comune”. Hanno poi commentato le due parlamentari dem: “La decisione della sindaca leghista di Monfalcone di tagliare dai giornali disponibili presso la Biblioteca Comunale “Il Manifesto” e “Avvenire” è deplorevole e arbitraria, figlia di un clima sempre più pesante nei confronti della libertà di stampa e della pluralità dell’informazione che non possiamo tacere né sottovalutare”. E ribadiscono: “La sindaca Cisint non è nuova a trovate inquietanti. Troppe violazioni della nostra Costituzione: ieri impedendo ai bambini, bengalesi in prevalenza, di andare a scuola causa il tetto fissato dalComune alla presenza di bimbi immigrati nelle classi e oggi impedendo la lettura di due quotidiani che rappresentano storicamente punti di vista molto diversi ma comunque non omologati. Noi non ci stiamo: questa violazione ripetuta della nostra Carta deve cessare”.

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