Oggi è stato il giorno della difesa nell’ambito del processo sulla morte di Noemi Durini, la ragazzina salentina uccisa la scorsa estate. In aula, a prendere la parola è stato il difensore di Lucio Marzo, il fidanzato della vittima, che ha chiesto una nuova perizia psichiatrica. Secondo il suo legale, il ragazzo all’epoca dei fatti non fosse in sé, quindi non stesse bene né seguendo le giuste cure e per questo ha insistito nel richiedere una nuova consulenza. Dello stesso parere si è detto anche il papà di Lucio che sentito telefonicamente dall’inviata de La vita in diretta ha ribadito: “mio figlio non stava bene, non stava seguendo le cure di cui aveva bisogno”. I genitori del ragazzo però, su richiesta di quest’ultimo, non erano presenti in aula al fine di evitare possibili tensioni fuori dal tribunale. C’era invece come sempre il papà di Noemi, Umberto Durini e la sorella Benedetta. E’ possibile che domani, dopo le repliche dell’accusa si possa arrivare ad una sentenza e quasi certamente le prossime ore saranno di grande attesa per il giovane reo confesso accusato del delitto di Noemi e per i familiari della vittima. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SORELLA NOEMI “NESSUNA PENA SARÀ GIUSTA”

All’indomani della richiesta di 18 anni a carico di Lucio Marzo, fidanzato oggi maggiorenne di Noemi Durini, nel nuovo appuntamento in aula avvenuto questa mattina, a prendere la parola è stata proprio la difesa del giovane. “Non fu un delitto premeditato. Lucio agì per impeto”, è stata la replica del legale del ragazzo, l’avvocato Luigi Rella. Quest’ultimo ha chiesto oltre all’aggravante contestata anche l’alleggerimento del reato di soppressione di cadavere in occultamento ed una nuova perizia psichiatrica. Secondo il suo avvocato, Lucio ha raccontato una storia diversa definendo il ragazzo molto fragile e non in grado di capire cosa stesse facendo in quel momento. “La dinamica che ha indicato è quella riconosciuta anche dai periti. Lucio non stava bene di testa e non era curato”, ha aggiunto ai microfoni de La vita in diretta. Lucio oggi è arrivato in tribunale da una entrata posteriore e secondo quanto descritto è apparso apparentemente tranquillo, nessuna parola o smorfia durante l’udienza ma secondo il suo avvocato in questo momento ha assorbito tutto e solo ora capisce quanto accaduto un anno fa. A parlare anche la sorella di Noemi: “è sempre nel mio cuore. Lucio non deve dire niente, deve solo parlare il giudice. Alla vita di mia sorella nessuna pena può essere giusta”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

“ISTIGATO DAI GENITORI, SONO DEI MOSTRI”

Sono pesanti le accuse che Umberto Durini, il papà di Noemi, ha lanciato ai genitori di Lucio Marzo attraverso i microfoni di Pomeriggio 5. «Lucio ha ucciso mia figlia, ma anche i suoi genitori sono dei mostri. Potevano venire da me a dire che il figlio è pericoloso, invece lo hanno istigato ad uccidere Noemi». L’uomo sostiene che il fidanzato di Noemi sia l’esecutore materiale dell’omicidio della ragazza e che i genitori l’abbiano istigati. «L’hanno odiata e l’hanno uccisa». Umberto ha anche parlato dell’udienza di oggi: «Dopo un anno finalmente oggi il magistrato ha dato un’immagine limpida e precisa di mia famiglia. Le hanno buttato fango per un anno, l’hanno descritta come una drogata e una prostituta. Ma la unica sua “colpa” si è innamorata del ragazzo sbagliato». E poi ha citato un retroscena emerso in udienza: «Sua madre l’ha sempre minacciata, le ha detto: “Ti faccio morire nell’acido”». A Pomeriggio 5 è intervenuto anche l’avvocato della famiglia: «Potrebbe farsi 19 e mezzo di carcere. Si è partiti da 25 anni più 2, ma va tolto un terzo per il rito abbreviato. Meriterebbe due ergastoli». (agg. di Silvana Palazzo)

L’AMICA DI NOEMI: “PER ME AVEVA UN COMPLICE”

A La Vita in Diretta si parla del caso di Noemi, la povera ragazza di appena 16 anni uccisa un anno fa dal fidanzato Lucio Marzo. Il pm ha chiesto 18 anni di carcere per quello che è a tutt’oggi l’unico imputato, anche se c’è chi pensa che lo stesso abbia avuto un complice in questo delitto atroce. Fra chi opta per questa tesi, Leila, un’amica della povera Noemi, che presente presso gli studi del programma di Rai Uno, afferma: «Sapevo che Lucio la picchiasse, ma le ho sempre detto di lasciar perdere e di non dire nulla per evitare che il problema si ingrandisse, anche se nessuno si aspettava che potesse arrivare ad ucciderla. Credo che non abbia fatto tutto da solo, non faccio dei nomi ma è poco probabile che abbia agito in solitaria». Presente in studio anche la giornalista Annalisa Bruchi, che dopo aver ascoltato la prima testimonianza alle forze dell’ordine di Lucio commenta: «La lucidità con cui racconta quello che ha fatto, come se nulla fosse successo, tranquillo e beato, i genitori tutto sommato anche loro impassibili, ho letto dichiarazioni dei genitori che dicevano cose atroci su una ragazzina morta di 15 anni uccisa dal figlio. Ci sono problemi famigliari, mancava una guida per questo ragazzo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CHIESTI 18 ANNI PER LUCIO MARZO

Sono 18 anni di reclusione quelli richiesti dal pm Anna Carbonara poco fa nei confronti di Lucio Marzo, il fidanzatino oggi maggiorenne della 16enne Noemi Durini, uccisa il 3 settembre di un anno fa. Nel delitto di Specchia, come noto, è in corso il processo con rito abbreviato presso il Tribunale di Lecce e questa mattina è cominciato l’iter che in pochi giorni dovrebbe portare alla sentenza di primo grado sull’orrendo e ancora misterioso omicidio della giovanissima Noemi ritrovata nelle campagne di Castrignano del Capo. Ricordiamo che il corpo della ragazza fu ritrovato 10 giorni dopo la morte dopo una serie di depistaggi che hanno coinvolto non solo Lucio ma anche il padre Biagio Marzo. Alla fine al banco degli imputati, e oggi era presente in aula, ci è finito solo il ragazzo divenuto nel frattempo maggiorenne: è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per aver agito con crudeltà per motivi abietti e futili e di aver poi occultato il cadavere.

DELITTO NOEMI, SENTENZA PREVISTA PER GIOVEDÌ

La richiesta di condanna da parte dei pm è giunta dopo una lunga requisitoria in cui la Procura ha presentato anche le ultime perizie scientifiche, aggiunte alle varie cause e responsabilità ripercorse durante tutto l’iter di questa gravissima vicenda che ha portato alla morte della giovane sedicenne pugliese. Come ha dimostrato la perizia disposta dalla Procura, Noemi sarebbe stata picchiata a mani nude, poi accoltellata e seppellita mentre era ancora viva. Secondo quanto da lui raccontato, quella sera Noemi lo pressava per uccidere i suoi genitori che si opponevano alla loro relazione, simulando una rapina in casa: a quel punto la decisione di ucciderla. È chiaro che l’accusa contesta fortemente la versione di Lucio Marzo e chiede fino a 18 anni di reclusione per la premeditazione del delitto contro l’allora fidanzatina. Domani spazio riservato al collegio difensivo delle parti civili con la sentenza del gup Aristodemo Ingusci che invece è attesa per la giornata di giovedì, al più tardi venerdì.