Il Segretario di Stato vaticano l’arcivescovo Pietro Parolin, non è la prima volta che si lascia andare a commenti che in qualche modo potrebbero essere intesi come favorevoli al matrimonio dei preti. Nel 2013 infatti aveva detto che il celibato sacerdotale non è un dogma, ma solo una tradizione ecclesiastica, peraltro giustamente perché è stato introdotto a poco a poco e diversi secoli dopo la morte di Gesù. Questa volta invece in una intervista rilasciata alla rivista America oggi si spinge in avanti spiegando che oggi sia necessario interrogarsi sul celibato: “se il celibato sia vissuto in tutte le sue potenzialità e se sia apprezzato e valorizzato in ciascuna Chiesa particolare. Non mi aspetterei nessun drastico cambiamento su questo aspetto, se non in un’ottica di un suo graduale approfondimento a beneficio del popolo di Dio e in particolare dell’esigenza principale della fede: l’annuncio del Vangelo all’uomo”. Ha quindi aggiunto che il magistero “non è un monolite immutabile, ma un organismo vivente che cresce e si sviluppa” parole che manderanno su tutte le furie i cattolici che già lamentano oggi che papa Francesco stia proprio cambiando il magistero tradizionale, da loro ritenuto intoccabile.



“OCCORRE INTERROGARSI SUL CELIBATO, NON È UN DOGMA”

Sul caso in questione ha spiegato che “La reale identità del magistero non cambia, ma si arricchisce. La Chiesa appassirebbe se non si sviluppasse. In questo senso, le questioni di oggi vanno affrontate facendo tesoro della preziosa eredità della nostra storia per dare ad esse una risposta che permetta al popolo di Dio di crescere e di svilupparsi armoniosamente”. Citando il caso delle chiese cattoliche orientali, ha detto che da tempo qui i preti possono legittimamente sposarsi. Più o meno il pensiero del papa che ha detto anche lui in passato come il celibato dei sacerdoti non è un dogma di fede ma una regola di vita e che la Chiesa cattolica ha già preti sposati: i cattolici greci, i cattolici copti. Ma il celibato dei sacerdoti, ha detto anche, è una regola che lui apprezza molto, anche se la porta per una discussione è sempre aperta. L’ottobre del prossimo anno si terrà il Sinodo speciale dei vescovi per l’Amazzonica, dove è già in programma la discussione sui viri provati, uomini già sposati o che rimasti vedovi che sono diventati sacerdoti anche per venire incontri al calo delle vocazioni sacerdotali.



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