Salvini, Saviano e… sì, dell’infinita querelle tra i due “litiganti” ne abbiamo un po’ tutti le ‘tasche’ piene anche perché non c’è mai un “terzo” che gode. Dopo l’arresto questa mattina del sindaco di Riace – Domenico “Mimmo” Lucano, simbolo del modello di accoglienza migranti nella cittadina calabrese – proprio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, era inevitabile che lo scontro tra il Ministro e lo Scrittore si riaccendesse e sempre sugli stessi “canali” di scontro. «Arrestato il sindaco di #Riace per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati! Io vado avanti», provoca per primo Salvini, cui segue a ruota un lunghissimo post dello scrittore partenopeo che pressapoco riassumeremmo così «La motivazione è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La verità è che nelle azioni di Mimmo Lucano non c’è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile. Disobbedienza civile: questa è l’unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti. Perché tutti abbiamo il diritto di vivere una condizione di pace sociale, tutti abbiamo il diritto di vivere senza cercare colpevoli, e se il Ministro della Mala Vita, Matteo Salvini, ha subito individuato in Mimmo Lucano un nemico da abbattere».
LO STUDENTE “PARTIGIANO” E IL “FASCISMO” DELLE IDEE
Apriti cielo, un’Italia nuovamente divisa tra i pro e i contro Salvini, un po’ come già successo in passato con Berlusconi ma forse questa volta con un’acredine e una violenza assai maggiore. Il Ministro spesso “provoca” sui social, lo Scrittore molto più spesso si getta in invettive che già di per loro sarebbero a rischio denuncia (“Ministro della Mala Vita”, “ti ecciti con i bambini morti in mare”, “disobbedienza civile” e così via). Un Paese diviso che però troppo spesso ormai prende a pretesto il fascismo come “spiegazione” d’ogni cosa: o Salvini è un “pericoloso fascista” o sono “fascisti” i modi e le idee di chi si pone l’obiettivo di contrastare il leader leghista con ogni mezzo più o meno lecito. Un esempio inquietante? Prendete uno dei milioni di followers che ha voluto rispondere al post odierno di Salvini sul sindaco di Riace: si chiama Tommaso, è uno studente di un liceo romano, e scrive così «Quando ti arresteremo noi voglio vedere.. viaggio di sola andata capitano. Destinazione piazzale Loreto». Alcuni lo lodano e lo incensano a “simbolo di disobbedienza civile”, altri si riversano contro di lui e lo segnalano a Instagram, salvo poi ricevere la risposta del ragazzo «a tutti i fenomeni che mi hanno segnalato forse non sanno che il server di Instagram è in California probabilmente non sanno nemmeno cosa sia Piazzale Loreto». Piazzale Loreto, ovvero il luogo dove la massa “partigiana” ha appeso a testa in giù il duce Mussolini a fine guerra mondiale, viene ormai ogni giorno “affibbiato” a seconda dell’interesse e della convenienza, dai politici fino ai liceali che “pensano” di fare la “rivoluzione”.
Ma non si rischia di esagerare e di perdere l’unico vero alleato che giornalisti, scrittori, politici etc dovrebbero avere come unica stella polare, ovvero la realtà? Il giornalista Nicola Porro, forse più di tutti, ha esemplificato in pochissime battute (non sempre servono “omelie” di 300 righe per farsi capire) il concetto sul caso del giorno: «Se i magistrati arrestano il sindaco di Riace, per Saviano, si avvicina il regime, se invece indagano il ministro degli interni tutto ok. Maddai».