Sono sempre di più le persone che si stanno schierando a fianco di Domenico Lucano, il sindaco di Riace, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Al di là dei volti noti che hanno difeso il primo cittadino calabrese, leggasi l’attore di fiction Rai, Beppe Fiorello, e lo scrittore anti-mafia, Roberto Saviano, sono le persone comuni quelle che più stanno difendendo Lucano, con l’hashtag #iostoconmimmolucano in tendenza nelle ultime ore. Marco Passarella ad esempio scrive «Tristezza e vergogna. #MimmoLucano non sei solo». Questo invece il commento di Marta Ecca: «Ideatore di un modello di accoglienza studiato in tutto il mondo. Oggi agli arresti. Provo vergogna, tanta. Io non voglio vivere in un Paese in cui accogliere un essere umano è reato». Infine, il semplice commento di Alessandro Romano: «Solidarietà al sindaco di Riace». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PARLA IL PM CHE HA CONDOTTO LE INDAGINI

Intervistato dall’agenzia di stampa LaPresse, parla per la prima volta il pm Luigi d’Alessio che ha proceduto alle indagini sul “metodo Riace” disponendo i domiciliari per il sindaco Mimmo Lucano: non vuole passare per un “procuratore politico” né tantomeno ergersi a simbolo della linea-Salvini  sui migranti. «Gioverà alla politica anti-migratoria del ministro dell’Interno Matteo Salvini? L’uso politico che può essere fatto della notizia non è compito mio, e nemmeno prevederlo. Non sta a me dettare la linea politica. Io porto avanti un discorso di legalità e di rispetto delle norme. A volte lo si fa anche con dispiacere, ad esempio quando ti rendi conto che progetti come quello di Riace rischiano di sprofondare. Ma non posso dire altro». Il pm spiega poi che l’indagine verte sostanzialmente su una serie di illeciti e una visione « assolutamente personalistica dell’organizzazione dell’accoglienza», fatta cioè senza la considerazione delle regole previste e contro le norme di legge. «Vi è stata un’allarmante naturalezza da parte del sindaco Lucano e della sua compagna nel trasgredire le norme, civili, amministrative e penali». Un esempio sono i matrimoni combinati e le carte d’identità falsificate: «Il fine non può giustificare i mezzi: il fine può essere condivisibile, ma se tutti facessero così..» conclude il pm d’Alessio. (agg. di Niccolò Magnani)



M5S, “NOI LO AVEVAMO GIÀ DETTO..”

Proseguono le reazioni dal mondo politico all’arresto di Domenico Lucano, sindaco di Riace (provincia di Reggio Calabria), molto noto per il suo attivismo pro-migranti. Le ultime parole sono quelle del Movimento 5 Stelle, con una nota congiunta dei parlamenti grillini della commissione esteri: «Il caso Riace – si legge – dimostra che quando il 6 agosto il sottosegretario Carlo Sibilia disse che quello non era un modello aveva ragione. Va operata una stretta doverosa sui controlli delle spese di danari pubblici garantendo la massima trasparenza. Inoltre è fondamentale stringere quanto prima accordi con i Paesi di provenienza degli immigrati e rendere le vite delle persone più sicure e degne di essere vissute». Parole che arrivano in risposta ad una precedente visita del pentastellato Sibilia a Riace, risalente allo scorso 6 agosto, in cui lo stesso denunciava la questione così: «Zero fondi per Riace. Abbiamo deciso di ridurre a zero la speculazione sull’accoglienza. Per Riace non ci sono coperture e il nostro governo si è posto l’obiettivo di eliminare i finanziamenti a pioggia in tema di politiche migratorie». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

L’ACCUSA DI SAVIANO

“Provocato” dal Ministro Salvini, arriva la dura replica di Roberto Saviano che in passato si era schierato più volte a fianco di Mimmo Lucano sul “modello Riace” contro le politiche del Ministro degli Interni. «Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell’Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche», attacca durissimo lo scrittore di Gomorra che non si “tira indietro” dall’ennesima bufera contro Salvini « La verità è che nelle azioni di Mimmo Lucano non c’è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile. Disobbedienza civile: questa è l’unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti». Secondo Saviano tutti hanno il diritto di vivere una condizione di pace sociale, «tutti abbiamo il diritto di vivere senza cercare colpevoli, e se il Ministro della Mala Vita, Matteo Salvini, ha subito individuato in Mimmo Lucano un nemico da abbattere, il Pd non ha mai compreso che se davvero voleva ripartire da qualche parte per ritrovare un barlume di credibilità (ora è troppo tardi), avrebbe dovuto farlo da Riace, da Mimmo Lucano. E invece Mimmo è solo, e la Bossi-Fini è ancora lì», conclude l’invettiva social lo scrittore partenopeo. (agg. di Niccolò Magnani)

LUCANO “SAPEVA” DI ESSERE FUORILEGGE

L’arresto del sindaco di Riace, Domenico Lucano, ha scosso il mondo della politica. Il primo cittadino viene accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma da alcune intercettazioni della Guardia di Finanza di cui dà conto l’Huffington Post emerga la consapevolezza del sindaco calabrese di essere “fuorilegge”: “Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge”, diceva Lucano. Nella stessa intercettazione l’emblema del cosiddetto “modello Riace” parlando di una donna cui era stato rifiutato per tre volte il permesso di soggiorno spiegava:”Io la carta d’identità gliela faccio, sono un fuorilegge. Non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità. La iscriviamo subito. Fino ad ora la carta d’identità l’ho fatta così”. E ancora:”Per fare la carta d’identità io dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità e inoltre la donna deve dimostrare che abita a Riace. Io le carte d’identità le faccio immediatamente perché sono responsabile dell’ufficio anagrafe e stato civile, come sindaco. L’impiegato che c’era è andato in pensione, quindi ho doppia valenza, sia come sindaco e soprattutto come responsabile dell’ufficio”. (agg. di Dario D’Angelo)

BEPPE FIORELLO, “CREDERO’ IN MIMMO LUCANO PIU’ DI PRIMA”

Sono moltissime le reazioni all’arresto di Domenico Lucano, il sindaco di Riace, comune in provincia di Reggio Calabria. Da sempre il primo cittadine calabrese è in prima linea in favore dei migranti, ma lo stesso è accusato di aver favorito l’immigrazione clandestina, anche attraverso  atrimoni combinati organizzati con la propria compagna. Come dicevamo in apertura, la notizia ha fatto il giro del web, provocando reazioni molto discordanti: da una parte chi lo attacca, come il ministro dell’interno, Matteo Salvini, dall’altra chi lo difende a spada tratta. Di questa seconda frangia fa parte l’attore Beppe Fiorello, che ha utilizzato il proprio profilo Twitter per sfogarsi: «Mimmo Lucano, crederò in te più di prima. Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo». Beppe Fiorello ha girato negli scorsi mesi una fiction dal titolo “Tutto il mondo è paese” basata proprio sui fatti di Riace, ma la Rai l’ha per ora bloccata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ORGANIZZAVA MATRIMONI COMBINATI

Il sindaco di Riace, Domenico “Mimmo” Lucano, è stato arrestato questa mattina all’alba dalla Guardia di Finanza, con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Dalle indagini effettuate dalla procura di Locri negli ultimi mesi, emerge un quadro criminoso in cui il primo cittadino riacese e la sua compagna, Tesfahun Lemlem, organizzavano spesso e volentieri matrimoni combinati fra italiani e gli stranieri, favorendo appunto l’immigrazione clandestina: «E’ emersa la particolare spregiudicatezza del sindaco Lucano – spiegano i pm, come riporta Il Fatto Quotidiano – nell’organizzare veri e propri ‘matrimoni di convenienza’ tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano». La coppia, come proseguono i pm, aveva organizzato degli «espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci, volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA CADUTA DEL “MODELLO RIACE”

Il sistema di gestione dell’immigrazione da lui promosso veniva lodato al punto che in tutta Italia si parlava dell’esperienza del cosiddetto “modello Riace”: ma l’arresto per favoreggiamento dell’immigrazione e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti del sindaco Domenico Lucano getta grandi ombre sulle politiche del primo cittadino calabrese. Come ricordato da Il Post, Riace da paese ormai semideserto è stato ripopolato concedendo le case abbandonate del centro a centinaia di rifugiati in una specie di sistema di accoglienza diffuso. Per avviare il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), ricorda il Sole 24 Ore, “sono stati utilizzati immobili abbandonati, costruiti tra agli anni ‘30 e ’60, recuperati con fondi dell’Unione europea e progetti della Regione Calabria”. La presenza dei richiedenti ha stimolato anche la domanda di lavoro, riqualificando il paese: sono nate botteghe artigiane, hanno aperto ristoranti, asili, scuole, orti biologici, l’intero paese è stato migliorato. Resta da capire a che prezzo, dopo l’arresto del sindaco. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI, “COSA DIRA’ SAVIANO?”

Non si è fatta attendere la replica del ministro dell’interno, Matteo Salvini, all’arresto di Domenico Lucano, sindaco di Riace (Reggio Calabria). Il primo cittadino è finito agli arresti domiciliari, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e in passato è stato affiancato dal noto scrittore Roberto Saviano, nella sua battaglia pro-migranti. Commentando la notizia sulla propria pagina Facebook, il vice presidente del consiglio ha scritto: «Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati». Le parole di Salvini sono rivolte sia a Lucano, con cui si è scontrato in passato per la differente gestione dei migranti, ma anche a Saviano, due acerrimi nemici. Nell’indagine condotta dalla procura di Locri, il sindaco di Riace è stato sottoposto agli arresti domiciali mentre per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, è scattato il divieto di dimora. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ARRESTATO SINDACO DI RIACE

Finisce in manette il sindaco di Riace (Reggio Calabria). Domenico Lucano è stato arrestato dalla guardia di finanza per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Nell’ambito dell’operazione denominata Xenia, i finanzieri del gruppo di Locri hanno eseguito all’alba un’ordinanza di custodia cautelare che dispone gli arresti domiciliari di Lucano, e il divieto di dimora di Tesfahun Lemlem, la sua compagna. L’inchiesta portata avanti dalla procura di Locri, ha voluto fare luce sulla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’interno e dalla prefettura di Reggio Calabria, per l’accoglienza dei migranti, scoprendo appunto un giro illecito di denaro.

LO SCIOPERO DELLA FAME DI AGOSTO

Fa specie l’arresto di Lucano, che durante il mese di agosto aveva protestato, attuando uno sciopero della fame, in favore proprio dei migranti e della loro accoglienza. Il primo cittadino di Riace aveva inoltre battibeccato spesso e volentieri, seppur a distanza, con il ministro dell’interno, Matteo Salvini, e a giugno lo aveva definito “uno zero”. Al suo fianco si era anche schierato Roberto Saviano, noto scrittore anti-mafia, che aveva diramato un appello attraverso il quotidiano La Repubblica. Già un anno fa la procura di Locri aveva messo sotto indagine Luciano perché accusato di concussione e truffa.