All’affondo di Matteo Salvini nei confronti del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker (“Parlo solo con persone sobrie, ndr”), si è aggiunge adesso quello di Luigi Di Maio. Il vicepremier pentastellato, come riportato da TgCom24, ha dichiarato che “Jean-Claude Juncker non è adatto a ricoprire il ruolo di presidente della Commissione Ue, ormai è evidente”. Secondo il capo politico M5s, il lussemburghese “si permette di fare la morale a noi, che abbiamo stabilito un rapporto deficit/Pil al 2,4%, ma non a Paesi che ne hanno uno al 2,8%”. Un chiaro riferimento alla Francia di Macron, difesa però dal commissario Moscovici in relazione ad un debito pubblico nettamente inferiore a quello italiano. Secondo Di Maio, come riporta Il Fatto Quotidiano, “i colpi bassi che arrivano dalla Ue all’Italia per far aumentare artificiosamente lo spread (grazie Moscovici, grazie Juncker) non sono motivati da un ragionamento economico sul Def, ma da meri interessi politici, perché il nostro governo non viene digerito dai partiti che sono oggi maggioranza in Parlamento e in Commissione Europea. Ma tra pochi mesi ci saranno le elezioni europee”. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “PARLO SOLO CON PERSONE SOBRIE”
Con un nuovo post sui social, il Ministro degli Interni Matteo Salvini torna nuovamente sulla polemica contro i vertici Ue, visto il correre continuo dello spread (qui tutti i dettagli, ndr) ben sopra quota 300 punti base: «Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo spread, con l’obiettivo di attaccare il governo e l’economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia». Alla cronista di Tagadà che lo incalzava il Ministro ha “punzecchiato” alcune vecchie critiche al Presidente della Commissione Ue sul suo “alzare un po’ troppo il gomito”: «Parlo con persone sobrie, che non fanno paragoni che non stanno né in cielo né in terra». La polemica è fortissima e non si arresta per nessun motivo, almeno fino a quando nei prossimi giorni verrà presentato il documento ufficiale della Manovra con le cifre effettive e il reale aumento del deficit.
LE REPLICHE DI DOMBROVSKIS E DI MAIO
«Qualcuno sta sperando che su questa manovra il governo italiano stia tornando indietro. Ma noi sul deficit/Pil al 2,4% fino al 2021 non arretriamo di un millimetro e se ce ne sarà bisogno spiegheremo la manovra sulle piazze»: quando detto questa mattina da Luigi Di Maio ricalca la stessa strategia lanciata da Salvini contro il fronte (compatto) Dombrovskis, Juncker e Moscovici. «Non vogliamo nè uscire dall’euro nè dall’Europa, sia chiaro, ma il governo è compatto e non arretrerà. Siamo i primi a volerli incontrare se vogliono parlare della manovra, stiamo anche tre giorni chiusi dentro a spiegare ma diritti e conti in ordine possono stare nella stessa manovra», spiega ancora Di Maio nell’intervista a Rtl 102.5. Ricordiamo che nella giornata di ieri il Presidente (uscente) della Commissione Ue aveva attaccato il Def italiano, «Se l’Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell’euro. Bisogna essere molto rigidi». (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI VS JUNCKER: “VUOLE MALE DELL’ITALIA”
Sale altissimo lo scontro fra l’Italia e l’Unione Europea, ed in particolare fra il ministro dell’interno, Matteo Salvini, e il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker. Il tutto si è incendiato ieri, quando Juncker ha lanciato cannonate nei confronti del bel paese in occasione dell’Eurogruppo di Bruxelles, facendo schizzare alle stelle lo spread. Il leader del carroccio non è stato in silenzio, ed ha replicato a muso duro all’europeista: «Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo spread, con l’obiettivo di attaccare il governo e l’economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia».
NON CAMBIA IL RAPPORTO DEFICIT/PIL
L’UE è in pressing sull’Italia affinché non venga approvato il famoso rapporto fra deficit e Pil al 2.4%, ma dal nostro paese non filtrano apertura all’Unione, come ha fatto chiaramente capire anche il premier Giuseppe Conte, uscendo allo scoperto nelle scorse ore: «Il rapporto deficit/Pil resta al 2,4% non c’è un piano B». Dichiarazioni che tra l’altro giungono dopo un incontro fra il presidente del consiglio, e il capo dello stato Sergio Mattarella, a conferma che tutta la nazione è compatta verso l’approvazione della nota di aggiornamento del Def. «In Italia – ha ribadito e concluso Salvini – nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia».