Non c’è un solo vincitore al termine del Consiglio dei Ministri di ieri sul decreto fiscale. Perché è vero, Luigi Di Maio ha “portato a casa” l’eliminazione del condono penale e dello scudo fiscale all’estero, ma pure Salvini ha ottenuto il proprio guadagno politico, come ha sottolineato a più riprese durante la conferenza stampa di Palazzo Chigi tra sorrisini e ammiccamenti vari sui punti che gli davano maggiore soddisfazione. Come riportato dall’Huffington Post, i passaggi più emblematici sono quelli in cui i giornalisti domandano:”Ma allora c’è la possibilità di dichiarare il nero?” e mentre Giuseppe Conte ci gira attorno il leader del Carroccio annuisce soddisfatto. Di più, l’imbarazzo di Di Maio è palpabile sul cosiddetto “minicondono” e quando gli viene chiesto:”Ma allora il massimo condonabile arriva a 500mila euro?” il capo politico M5s alza gli occhi al cielo come per pensarci su, poi quasi sussurra il proprio sì, mentre Salvini neanche troppo intimamente gode…(agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO-SALVINI, TREGUA ARMATA?
Torna il sereno fra il Movimento 5 Stelle e la Lega, o forse sarebbe meglio dire la tregua armata. Dopo il caos degli scorsi giorni, a seguito della famosa “manina” denunciata da Di Maio che avrebbe modificato il decreto fiscale, il premier Conte ha riunito il leader dei grillini e Salvini, di modo da poter approvare definitivamente lo stesso decreto e fare in modo che le due ali dell’esecutivo si riavvicinino. Alla fine ha vinto il M5s, con lo scudo fiscale che è stato spazzato via, in favore però di un decreto sicurezza, o decreto Salvini, più vicino alla volontà dello stesso titolare del Viminale. Il leghista ha quindi ceduto sul condono per salvaguardare la sicurezza, arrivando così ad un compromesso che vada bene a tutti. Come detto in apertura, bisognerà capire se si tratterà di una pace o di una tregua armata, fatto sta che la tenuta del governo si vedrà la prossima settimana, quando con tutta probabilità giungerà la bocciatura ufficiale della manovra di bilancio da parte della Commissione Europea. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE PAROLE DI CONTE
Tra Movimento 5 Stelle e Lega torna la pace con l’accordo sul decreto fiscale. La concordia mostrata da Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giuseppe Conte non nasconde però l’alta tensione degli ultimi due giorni. L’intesa ha portato allo stop delle cause di non punibilità sulla dichiarazione integrativa che conteneva uno scudo in caso di riciclaggio e autoriciclaggio, che era indigesto al M5s. Via dal testo, sempre «a scanso di equivoci», l’estensione della possibilità di effettuare una dichiarazione integrativa sulle imposte per gli immobili all’estero e sull’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero che avrebbe configurato una mini-voluntary. «Non ci interessa offrire alcuna sorta di scudi per capitali che si sono generati all’estero», ha dichiarato Conte. Confermata invece la possibilità di effettuare una dichiarazione integrativa “speciale” che consente ai contribuenti di correggere “errori o omissioni ed integrare” le dichiarazioni presentate entro il 31 ottobre 2017. Riguarderà il 30 per cento in più di quanto dichiarato con un tetto massimo di 100mila euro per ciascun anno di imposta. Lavori in corso invece per le misure rivolte a chi versa in situazione di oggettiva e comprovata situazione di difficoltà economica, e che non è stato in grado di chiudere il proprio conto con lo Stato. Se ne riparlerà in Parlamento. Il decreto fiscale, secondo fonti di governo, «dovrebbe essere bollinato lunedì ed essere pubblicato martedì in Gazzetta ufficiale». (agg. di Silvana Palazzo)
DI MAIO, “NASCE OGGI LO STATO AMICO”
Dopo una settimana difficile Luigi Di Maio ottiene una vittoria politica importante soprattutto per quanto riguarda i rapporti di forza con il partner di governo Matteo Salvini: dal decreto fiscale escono infatti il condono tombale e scudo penale che tanto avevano agitato la base del MoVimento 5 Stelle. Nella conferenza stampa a margine del Consiglio dei ministri andato in scena a Palazzo Chigi, Di Maio ha dichiarato:”Sono molto contento del fatto che potenziamo lo strumento di saldo e stralcio da tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per tutte le persone in difficoltà, ribadendo all’unisono e all’unanimità in Cdm che non c’è nessuna volontà di favorire chi ha capitali all’estero”. Di Maio ha poi aggiunto:”Grazie a questo decreto nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti e che finalmente si sostituirà ad uno Stato nemico che in questi anni ha distrutto la vita di commercianti, imprenditori e risparmiatori. (agg. di Dario D’Angelo)
ACCORDO M5S-LEGA SU PACE FISCALE: VIA CONDONO E SCUDO PENALE
Dal decreto fiscale spariscono condono tombale e scudo penale: ha vinto la linea del Movimento 5 Stelle. La Lega si è dunque allineata alle richieste di Luigi Di Maio e soci. Il braccio di ferro è stato vinto dai grillini, che dopo circa tre ore di riunione hanno portato a casa il decreto fiscale che volevano. L’accordo prevede lo stralcio dello “scudo penale” e della questione dei capitali e beni all’estero. La conferma arriva dal premier Giuseppe Conte: «Abbiamo approvato il decreto fiscale nella sua stesura definitiva. Non contiene alcuna causa di non punibilità. Non ci sarà condono fiscale per capitali all’estero». La riunione ha sancito la ritrovata intesa tra i leader dei due partiti di governo dopo giorni di aspra polemica che aveva addirittura messo in dubbio la tenuta dell’esecutivo. «Finalmente si chiudono due o tre giorni surreali, nessuno aveva intenzione di scudare, condonare regalare. Tutto è bene quel che finisce bene, ma non tutto il male vien per nuocere. C’è un impegno che in sede di conversione del dl troverà spazio lo stralcio delle cartelle Equitalia di chi si trova in difficoltà economica. Chiudiamo questa settimana con serenità fiducia compattezza e con questo impegno, e qua ci sono tre uomini di parola», ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Clicca qui per il video della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. (agg. di Silvana Palazzo)
CONTE, “BASTA TENSIONI”
“Basta tensioni”: il monito del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ai suoi vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio è chiaro. Nelle ultime ore Lega e Movimento 5 Stelle hanno dato vita a una polemica legata al decreto fiscale, con le velate accuse del leader pentastellato che non sono passate inosservate al segretario federale del Carroccio. Da “non passo per scemo” a “non sono un bugiardo”, i due vice premier hanno dato vita a uno scambio a distanza che ha trovato anche il commento dell’opposizione. Il Partito Democratico non ci va giù per il sottile: “Salvini in una diretta Fb ha insultato nei modi peggiori i 5 stelle. Di Maio & company continuano con questo governo di buffoni, dimostrano di avere un solo ed unico interesse da tutelare: le loro poltrone!”, il commento di Anna Rita Leonardi. Diversa l’analisi di Matteo Renzi: “Salvini e Di Maio litigano. Chiuse le urne in Trentino e finita #Italia5Stelle faranno pace. Nel frattempo però lo #Spread vola a 340 (con noi era sotto 100). Paga il popolo: mutui, interessi, fidi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BOTTA E RISPOSTA
Quest’oggi il governo si riunirà in consiglio dei ministri per definire il decreto fiscale, alla luce della nota polemica dopo le dichiarazioni di fuoco a Porta a Porta del ministro Di Maio. Sulla questione è intervenuto nelle ultime ore il leader del carroccio, Matteo Salvini, che fra il serio e l’ironico ha ammesso: «Conte ha la mia stima e ha sempre ragione – le parole riportate dall’Huffinghton Post – l’unica cosa è che stavolta chiederò che, quando lui leggerà il decreto e Di Maio prenderà nota, una copia la voglio anche io. Altrimenti poi non vorrei che si ricominciasse da capo». Salvini rimanda comunque al mittente qualsiasi rischio di tenuta del governo, spiegando che si tratta solamente di «un fraintendimento, un misunderstanding». Subito è arrivata la replica di Di Maio, che ha spiegato, anch’esso con una (mezza) battuta «Daremo due copie del testo a Salvini, così non si sbaglierà più: l’articolo 9 non è mai stato letto. Ma ora smettiamola e andiamo avanti senza condono». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“NON CADRA’ IL GOVERNO”
Non ce la fa a mordersi la lingua il ministro dell’interno Matteo Salvini, e il leader leghista decide così di sfogarsi con i giornalisti. Numerose le dichiarazioni del vice-presidente del consiglio apparse quest’oggi sui giornali, a cominciare da quelle rilasciate ai colleghi del Corriere della Sera. Salvini si sofferma sull’ormai nota questione del decreto fiscale, sottolineando quanto il tutto sia stato molto “curioso”: «Noi facciamo riunioni su riunioni – spiega – arriviamo a saldi sostenibili, con grande lavoro mettiamo a punto il decreto e tutti lo approvano. A quel punto, io vado a Mosca al convegno di Confindustria. Addirittura, il povero Conte, un galantuomo a cui va tutta la mia stima, è a Bruxelles a difendere la manovra da quelli che ci vogliono male. Proprio nello stesso momento, c’è qualcuno che va in televisione a parlare di manine misteriose, a dire che sulla manovra c’è il trucco, che andrà in procura…». Che poi alla fine, del condono, a Salvini interessa davvero poco: «In confidenza: ma a me che mi frega del condono? Io non sono stato eletto per fare il condono, mi creda. Io oggi avrei dovuto essere alla Coldiretti. E poi avrei dovuto vedere mia figlia. E il decreto possiamo riscriverlo da zero. Buttarlo e riscriverlo. Ma passare per scemo, questo no». Insomma, condono o meno, il governo reggerà: «Ma secondo lei, io faccio cadere il governo per il condono? – replica Salvini – Io continuo a sperare di lavorare per l’Italia nei prossimi 5 anni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“IL DECRETO LO HA SCRITTO DI MAIO SOTTO I MIEI OCCHI”
Vuole fare chiarezza il ministro dell’interno, Matteo Salvini. Dopo giorni di alta tensione nel governo, a seguito del decreto fiscale, e nel contempo, della bocciatura della manovra da parte della commissione Ue, il leader del carroccio è uscito allo scoperto per racconta la (sua) verità in merito all’accesa querelle sul decreto di cui sopra. Di Maio era andato da Vespa tre sere fa, denunciando un cambiamento a sua insaputa del decreto suddetto; lo stesso grillino ha quindi puntato il dito contro il leghista Giorgietti, accusandolo di aver tramato alle sue spalle. La realtà, stando a quanto afferma Salvini, sembrerebbe però completamente differente: «Le racconto una scena – spiega il leghista al giornalista de Il Messaggero – a Palazzo Chigi. Io ero in mezzo, silenzioso e fiducioso. E intorno a me, Conte leggeva il testo e Di Maio lo trascriveva. Uno dettava e l’altro verbalizzava. A Palazzo Chigi c’è l’originale di quel decreto, lo vada a vedere, e non troverà traccia di nessuna manina o manona leghista. Lo ha scritto Di Maio».
“BASTA SCENEGGIATE, LAVORIAMO!”
Pochi dubbi quindi per Salvini che prova a smorzare le polemiche spiegando: «Io sono disposto a tutto, per rifarlo e per andare avanti: ma passare per idiota, no». Il vice-presidente del consiglio punta adabbassare i torni, per provare a tornare a lavorare in un clima sereno, in un periodo difficile come appunto quello attuale, con l’Europa che punta il dito contro l’Italia, e con i mercati che stanno facendo schizzare lo spread ai livelli del 2013: «Questa sceneggiata sta durando troppo – aggiunge Salvini – e sta facendo perdere tempo a tutti. Vogliono cambiare il decreto fiscale? No problem. Ma facciamolo subito e una volta per tutte. Non si possono cambiare le cose ogni giorno. E poi il mio amico Di Maio va un’altra volta da Bruno Vespa? Ci vuole un po’ di serietà. Dare, per tutti questi giorni uno spettacolo di litigi, in cui i 5 stelle litigano con me mentre io non litigo con nessuno, è qualcosa che andrebbe evitato ai cittadini». Ed ora si attendere la replica dell’ala grillina del governo: spaccatura definitiva, tregua armata o riappacificazione?