Lavora senza tregua Marco Bucci, commissario per la ricostruzione del ponte di Genova fresco d’intesa con l’Anac di Raffaele Cantone. Il sindaco, come riportato da Tiscali, ha dichiarato:”Bisogna cominciare a lavorare sul ponte per tirarlo giù prima di Natale. Così abbiamo veramente grosse possibilità di avere un nuovo ponte a Natale 2019″. Bucci ha poi evitato di aprire un nuovo fronte polemico con il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, quando gli è stato chiesto se per la ricostruzione intende affidarsi a società pubbliche (come vorrebbe l’esponente M5s) o private. Diplomatica la replica del primo cittadino:”Ci saranno società pubbliche come ci saranno anche privati. Non penso che pubblico e privato siano uno cattivo e l’altro buono. Voglio scegliere i migliori e i migliori possono essere sia nel pubblico che nel privato. Se saranno nel pubblico sarò contento e se saranno nel privato sarò contento lo stesso”. (agg. di Dario D’Angelo)



PONTE, ANAC E COMMISSARIO LAVORERANNO INSIEME

Il commissario per la ricostruzione del ponte di Genova e l’Anac lavoreranno insieme: è questo l’esito del vertice tra il sindaco Marco Bucci e il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone. “Abbiamo convenuto che l’Anac lavorerà in parallelo con la struttura commissariale per assicurare un presidio di legalità contro il rischio di infiltrazioni criminali e il verificarsi di illeciti”, questa la dichiarazione a margine dell’incontro in Prefettura. Come riportato da La Repubblica, sulla scorta di quanto previsto a suo tempo per l’Expo di Milano del 2015, comune di Genova e Anac firmeranno un protocollo di vigilanza collaborativa in base al quale tutta la documentazione di gara verrà sottoposta all’autorità presieduta da Cantone per un controllo preventivo di legittimità, con un significativo risparmio sulla tempistica. Bucci e Cantone ritengono “indispensabili i controlli antimafia” e per questo hanno chiesto a “governo e Parlamento di intervenire affinché sia previsto espressamente nel decreto”. (agg. di Dario D’Angelo)



PONTE, AUTOSTRADE: “MAI SEGNALATI MOTIVI DI ALLARME”

Dopo le accuse di questi giorni Autostrade per l’Italia non ci sta e afferma la sua versione dei fatti per quanto riguarda i controlli eseguiti sul ponte Morandi di Genova prima del crollo del 14 agosto scorso in cui morirono 43 persone. Come riportato da Rai News, Aspi parlando della ristrutturazione delle pile 9 e 10 del ponte ha fatto sapere che i risultati dei monitoraggi sul ponte Morandi “non avevano segnalato motivi di allarme o di urgenza”. Autostrade ha infatti precisato:”Nel progetto di retrofitting erano chiaramente riportati i risultati dei monitoraggi, eseguiti anche da consulenti esterni, sullo stato di efficienza degli stralli. Erano conosciuti da Ministero, Provveditorato e consulenti esterni, nessuno – con le strutture tecniche della società – ha mai ritenuto ci fossero motivi di allarme o di urgenza”. (agg. di Dario D’Angelo)



BUCCI SU DECRETO GENOVA: “EMENDAMENTI POSITIVI”

Il sindaco di Genova Marco Bucci, commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi, ha parlato del decreto al vaglio del Parlamento. «Penso che i 600 emendamenti non allungheranno i tempi. Quelli che ho visto io sono tutti molto positivi e servono a Genova come città e a Genova per fare il ponte». Bucci, come riportato da Askanews, ha spiegato di aver anche partecipato alla stesura di questi emendamenti: «Ne sono contento e direi che su questi c’è l’accordo con il governo e con la maggioranza». Fiducioso anche Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: «Credo si sia fatto un buon lavoro anche in commissione con l’amico Rixi e il relatore Di Muro. Credo che stavolta, a differenza della prima dove la fretta l’aveva fatta da padrone, si sia costruito un decreto che porterà risorse alla città». Toti valuterà poi il combinato disposto con il decreto fiscale, ma – come riportato da Telenord – si dice abbastanza ottimista: «Mi auguro che il lavoro parlamentare faccia il suo corso». (agg. di Silvana Palazzo)

COZZI: “NUOVI AVVISI DI GARANZIA? VEDREMO”

Sono giornate decisive per l’approvazione del decreto Genova: martedì il testo approda alla Camera con un carico di circa 600 emendamenti. Sabato scorso invece è emerso che tra i reperti del crollo del ponte Morandi ce ne sarebbe uno decisivo, in cui si vede lo stato di corrosione dei cavi d’acciaio. Ma se il disastro sia da imputare o meno a questo elemento «sarà oggetto di valutazione da parte dei periti che dovranno condurre accertamenti di tipo tecnico industriale per verificare lo stato di manutenzione dei cosiddetti trefoli che si dipartono da questo pezzo di pila». A dirlo è il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, che ha anche risposto a chi gli chiedeva se nell’indagine ci fossero nuovi indagati. «Sono state individuate le persone che ricoprivano posti di comando e di responsabilità nei vari organismi, ma questa è una valutazione che dovranno fare i colleghi che stanno conducendo le indagini, ovvero collegare i soggetti con eventuali profili di possibile responsabilità». Il procuratore capo genovese ha poi aggiunto che questo accade «per renderli, dal punto di vista difensivo, garantiti, rispetto ad altri accertamenti da fare, come il secondo incidente probatorio incentrato sulle cause del crollo». (agg. di Silvana Palazzo)

CANTONE: “NORME ANTIMAFIA”

Nel pomeriggio è in programma l’incontro tra il commissario straordinario per la ricostruzione del Ponte Morandi Marco Bucci, sindaco di Genovba, e il presidente dell’Anac Raffaele Cantone: quest’ultimo ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dei cronisti, evidenziando le proprie perplessità sull’assenza di norme antimafia nel dl. “Pensare che esistano luoghi in cui la mafia è completamente estranea credo sia un’illusione che ormai nessuno coltiva davvero: le mafie e la ‘linea della palma’ si sono alzate molto”. Cantone poi sottolinea: “E’ nell’interesse di tutti quello di fare in fretta e fare bene: il nostro obiettivo – sottolinea il numero uno dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – è quello di prevenire possibili problemi che potrebbero insorgere successivamente”. Cantone rimarca in seguito: “Al parlamento, quando sono stato audito, ho indicato queli potrebbero essere i problemi: toccherà a Governo e Parlamento ritenere quei problemi rilevanti e come intervenire, non spetta a me dare dei giudizi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SCONTRO TOTI-TONINELLI SU RICOSTRUZIONE

Si fa sempre più aspro lo scontro a distanza tra Giovanni Toti e il ministro Toninelli in merito al tema ricostruzione del Ponte Morandi. Secondo quanto scritto dal governatore ligure su Facebook, intervenendo alla festa del Movimento 5 Stelle il ministro “ha detto che il ponte sarà progettato e costruito tutto da aziende pubbliche. Detto che somiglia ad un proclama sovietico fuori tempo, ma il dubbio sorge spontaneo: i ministri grillini leggono almeno una volta le leggi che approvano?”. Secondo Toti, “il decreto Genova prevede che vi sia almeno una sorta di gara semplificata, dunque potrebbe benissimo vincerla una delle molte imprese italiane che costruiscono nel mondo, dal Canale di Panama in giù, quello esiste, altri trafori no”, lanciando una frecciatina in riferimento ad una delle ultime gaffe di Toninelli. “Così non va, basta ideologia. Servono scelte pragmatiche per il bene di Genova e dell’Italia. Mica stiamo parlando del Ponte di Ognissanti!”, ha chiosato Toti, ma la replica del ministro delle Infrastrutture non si è fatta attendere e su Twitter ha preso tuonato: “A Toti dico non si preoccupi. Primo perché dovrebbe ascoltare meglio il mio intervento a Italia5Stelle: non ho mai parlato di ricostruzione tutta pubblica. Secondo perché il ritorno dello Stato può dar fastidio solo a chi si fa pagare campagne elettorali dai concessionari autostrade”. Il duello, a questo punto, si fa sempre più acceso. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

ESAME DEL TESTO ATTESO ALLA CAMERA

A quaranta giorni dalla sua prima approvazione al Consiglio dei ministri, il decreto Genova con le misure per l’emergenza e la ricostruzione del Ponte Morandi si avvia rapidamente verso il suo rush finale. Quelle che verranno saranno infatti giornate decisive in quanto l’esame del testo approderà tra mercoledì e giovedì alla Camera per poi giungere la settimana successiva al Senato. La prima versione è solo un lontano ricordo poichè l’intero testo è stato nel frattempo completamente stravolto sulla base di 600 emendamenti. Dopo le numerose richieste degli enti locali, siamo giunti alla sua terza versione. Al centro del provvedimento, come rammenta Il Secolo XIX troviamo soprattutto indennizzi alle aziende, cassa in deroga, fondi per il porto e nuove assunzioni. Nella giornata di oggi, intanto, a Palazzo Ducale è previsto l’incontro tra il commissario-sindaco, Marco Bucci e il presidente Anac, Raffaele Cantone, al centro del quale ci sarà il tema dei controlli antimafia e dei limiti del decreto in materia. Non a caso il tema dell’incontro organizzato dalla prefettura è “Contratti pubblici: percorsi di legalità” e vedrà anche la presenza del rettore dell’università Comanducci e del procuratore regionale della Corte dei Conti Mori.

DECRETO GENOVA, OGGI INCONTRO BUCCI-CANTONE

Era stato Cantone a sollevare non poche critiche sull’impianto di deroghe previste per il commissario Bucci, poichè il sistema andrebbe ad escludere l’applicazione del codice antimafia. Cantone aveva fatto notare che “vi sono molte attività connesse alla ricostruzione, dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio, in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how”. La replica di Bucci era stata immediata, come riporta Telenord, ed era stato proprio il commissario-sindaco a tranquillizzare: “Infiltrazioni mafiose? Faremo il possibile perché questo non accada, faremo attenzione. Ma il problema più grosso sono i rallentamenti burocratici, la città ha bisogno di un ponte in fretta”. In queste giornate di attesa, si va ad inserire anche il recente botta e risposta con protagonista il ministro Toninelli e il governatore della Regione Liguria, Toti. Il primo ieri aveva detto che il ponte “sarà un simbolo e avrà il sigillo dello Stato”. Secca la replica del governatore ligure che aveva asserito: “Sembra un proclama sovietico fuori tempo”.