La senatrice a vita Liliana Segre, al fianco di Emma Bonino, ha raccontato l’Italia vista con gli occhi di chi ha vissuto l’orrore di Auschwitz. In Senato, come riferisce Repubblica.it, ha commentato l’odio crescente nei nostri tempi, asserendo: “Io che sono stata vittima dell’odio dell’Italia fascista sento che, dopo anni, sta ricrescendo una marea di razzismo e di intolleranza che va fermata in ogni modo: oggi una Commissione parlamentare è più necessaria che mai”. Con queste parole ha voluto presentare la proposta di legge che ha per oggetto l’istituzione di un’apposita Commissione parlamentare di indirizzo e controllo rispetto ai sempre più diffusi fenomeni di intolleranza, razzismo ed antisemitismo, nonché istigazione all’odio e alla violenza. Proprio lei è stata la prima firmataria. Alla luce di ciò che accade oggi, la Segre ha commentato: “Bisogna lavorare contro la fascistizzazione del senso comune che sta appena un gradino sopra l’indifferenza che 80 anni fa ha coperto di vergogna l’Italia fascista”. L’intento finale è proprio quello di mettere a punto metodi di isolamento delle “insopportabili manifestazioni di odio capillarmente diffuse” attraverso i diversi mezzi di comunicazione, a partire dal web che, a sua detta, rappresenta il più ampio bacino di odio e di intolleranza presente sul pianeta”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“BAMBINI INADATTI ALL’ESPERIENZA”
Secondo Liliana Segre dunque le iniziative educative per portare i giovanissimi in visita ad Auchwitz non solo sono inutili, ma rischiano di banalizzare il significato di un ruolo così drammatico. Ha spiegato la senatrice a vita: “Contesto la parola gita in tutte le sue forme quando riferita ai campi di sterminio. La gita i ragazzi la devono fare a Lucca o a Spoleto. Ai campi di sterminio si va in pellegrinaggio, non in gita, e i bambini non sono adatti. E poi i bambini devono giocare e conoscere più tardi possibile i mali degli uomini. Gli stessi miei coetanei all’epoca sono rimasti indifferenti e ancora oggi mi chiedono cosa sia quel tatuaggio sul braccio“. Secondo la Segre, il contesto di Auschwitz è totalmente inadatto a dei bambini che non possono comprendere la gravità della storia in così tenera età.
“UN MALE ASSOLUTO CHE NON SI DESCRIVE IN 1000 ANNI”
Sono parole significative quelle pronunciate a Verbania da Liliana Segre, la senatrice a vita che senza nascondere la propria commozione ha parlato del dramma vissuto in prima persona che prende il nome di Shoah. La Segre ha sconsigliato ai genitori di mandare i figli in gita ad Auschwitz e se il consiglio arriva da chi ha provato sulla propria pelle l’orrore dei campi di concentramento nazisti c’è da fidarsi. Queste le sue parole, riportate da La Stampa:”Nei campi di sterminio rimasi sola, e non rividi più mio padre. Chi è stato ad Auschwitz ha sentito per anni l’odore di carne bruciata: non te lo togli più di dosso. E poi rimani sempre quel numero”. La Segre ha aggiunto:”Non bastano neanche mille anni per descrivere il male più assoluto. Restavo sola per ore quando la Gestapo interrogava gli uomini, tra cui mio padre: ero un’adolescente che diventava vecchia”. (agg. di Dario D’Angelo)
LILIANA SEGRE, “TEMO CHE LA SHOAH DIVENTERA’ UNA RIGA SU UN LIBRO DI STORIA”
Liliana Segre è la memoria storica di un ricordo che non avrebbe aver vissuto. Ha scontato quella che lei stessa definisce “la colpa di essere nata”. Ma a Verbania, ospite del convegno «E ora sono nel vento» organizzato per il 75° dell’eccidio degli ebrei del Lago Maggiore a Villa Giulia, a Pallanza, la senatrice a vita trova la forza per ripercorrere una vita che con lei non è stata tenera. Come riportato da La Stampa, la Segre ha voluto ringraziare le tante persone intervenute per ascoltare ciò che aveva da dire, ma non ha nascosto uno stato d’animo negativo sulla capacità di tenere vivo il ricordo su ciò che è stato lo sterminio degli ebrei:”Grazie di essere così tanti quando potreste fare altre cose. Grazie a chi è sensibile nel trasmettere la memoria. Sono pessimista: temo che man mano che noi testimoni saremo morti tutti la Shoah diventerà una riga in un libro di storia e poi nemmeno quella“. Ma uno dei passaggi più significativi e di cui si parlerà è stato quello dedicato ai campi di concentramento di Auschwitz.
LILIANA SEGRE:”NON MANDATE I FIGLI IN GITA AD AUSCHWITZ”
Capita spesso che le scuole decidano di organizzare gite ad Auschwitz. Un modo per conoscere da vicino ciò che ha rappresentato la Shoah, ma che spesso non riesce ad essere percepito da ragazzi non ancora maturi al punto da capire come approcciarsi ad una tragica realtà della storia dell’umanità. In questo senso l’intervento di Liliana Segre a Verbania può tracciare la strada corretta. Come riportato da La Stampa, infatti, la senatrice a vita si è raccomandata:”Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio. Lì si va in pellegrinaggio. Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri, senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora“. Accorgimenti volti a far comprendere, per quanto in maniera infinitesimale, l’orribile esperienza alla quale milioni di persone senza distinzione di sesso o età, furono sottoposti – anche per anni – nei campi di concentramento scontando, appunto, la “colpa di essere nati”.