Non potevano mancare le forti critiche contro il Governo da parte delle opposizioni che lamentano altro tempo perso per poter approvare un Decreto urgente e necessario per far partire i lavori di demolizione del Morandi. «La miscela impazzita di dilettantismo e approssimazione dei Cinquestelle si sta abbattendo anche sull’esame del decreto legge per Genova. Ancora non sappiamo se dopo l’approvazione del Parlamento questo provvedimento sarà davvero utile a Genova e alla ricostruzione del ponte Morandi o se bisognerà rifare tutto. Prima l’esecutivo ha lasciato trascorrere quasi due mesi dal tragico crollo restando inattivo, spendendosi, in particolare con il ministro Toninelli, in gaffe e polemiche inutili tra governo nazionale, governo regionale e comune di Genova», spiega in una nota durissima Anna Maria Bernini, capogruppo Forza Italia al Senato. Errori, ritardi e dubbi ancora in atto sui contenuti principali: i Commissari di Genova non sono convintissimi del testo, FI e Pd sono invece (per ruolo, anche) sul piede di guerra. «Per come è scritto il decreto non vi è alcuna garanzia sui tempi della ricostruzione del ponte, che è la condizione essenziale per risolvere l’emergenza Genova. Senza ponte la città non riparte. Non esiste alcuna misura generale per lo sviluppo della città. Non c’è la Zes e la Zona franca è praticamente scomparsa. I soldi per il porto, al momento, sono assolutamente inadeguati», scrive invece il gruppo consiliare del Pd a Genova. (agg. di Niccolò Magnani)
SLITTA A DOMANI IL VOTO FINALE
Doveva arrivare oggi alla Camera il voto finale sul Decreto Genova e invece ancora una volta tensioni e polemiche tra i vari emendamenti fanno slittare a domani l’intera discussione finale per poter approvare definitivamente il Dl in grado – si spera – di sbloccare i lavori imminenti di demolizione per il Ponte Morandi. «Il voto finale sul decreto Genova da parte dell’Aula di Montecitorio si svolgerà entro le ore 15 di mercoledì prossimo», ha stabilito questa sera la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Insolitamente non polemico con il Governo, il primo commento del Commissario per l’emergenza Giovanni Toti: «Non sarà un fine settimana in più o in meno a cambiare la storia di Genova, né della Liguria, lavoriamo con la dovuta velocità, ma senza essere frettolosi, chiudiamo il decreto Genova e poi ragioniamo sulla legge di stabilità perché sono certo ci sarà bisogno anche di ulteriori contributi». Poi torna a sottolineare come vi siano comunque dei punti “dubbiosi” su quello stesso testo e allora rilancia «Già la prima volta abbiamo fatto le corse ed è uscito un testo che non convinceva nessuno, un’ora o un giorno in più non cambieranno la storia di Genova, né della Liguria, – ribadisce il Governatore ligure – i lavori sono impostati, il commissario Bucci sta lavorando alla ricostruzione, la gestione commissariale dell’emergenza nelle mani della Regione sta lavorando e credo con profitto, tutti i cantieri sono stati accelerati, ieri abbiamo consegnato le ultime nove case agli sfollati». (agg. di Niccolò Magnani)
NUOVO GIALLO EMERSO DALLE INDAGINI
Nuovi dettagli in merito alle indagini che la procura di Genova e la Guardia di Finanza, stanno svolgendo a seguito del crollo del ponte Morandi. Stando alle ultime indiscrezioni emerse, riportate dai colleghi di TgCom24.it, le reazioni eseguite dai tecnici della Spea, che gestivano le ispezioni del viadotto, sarebbero state “modificate e ammorbidite con termini meno preoccupanti”. Alcune variazioni, effettuate appunto per rendere meno “grave” lo stato del Morandi, sarebbero state fatteeseguite dopo le riunioni con il coordinatore Maurizio Ceneri, mentre altre, ad insaputa dello stesso dirigente. Gli inquirenti vogliono capire il perché di tale modifiche, forse per evitare di effettuare dei controlli più invasivi sul ponte, e di conseguenza, più costosi. Nel contempo è uscito alla scoperta la stessa Spea, che in merito ai controlli ha fatto sapere che gli stessi non venivano eseguiti “a tavolino”. «Le attività di controllo – si legge su una nota della società controllata da Aspi – si svolgono sul campo, mediante l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, nel pieno rispetto delle leggi e delle normative tecniche e sono periodicamente verificate da enti interni e accreditati certificatori esterni, che ne attestano l’efficacia sostanziale e la correttezza procedurale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ISPEZIONI DI COMODO?
Lo chiamano il “superteste” del Ponte Morandi e potrebbe dare realmente nuovi contorni ai tanti dubbi nella gestione pre-crollo del viadotto sul Polcevera: l’ingegnere “di collegamento” fra i vertici di Autostrade e Spea dovrà spiegare il perché venivano fatte delle presunte «ispezioni di comodo» con relazioni che presentavano risultati «troppo ripetitivi». Se sia una semplice casualità o se invece una sorta di «accomodamento» i giudici dovranno chiarirlo anche grazie alle info fornite da Maurizio Ceneri. Intanto da Palazzo Tursi arrivano importanti novità nel merito del sostegno e aiuti ai parenti delle vittime del 14 agosto: ieri l’Assessore alle Politiche della Casa, Pietro Piciocchi, ha ricevuto dal Commissario-Sindaco Bucci la delega in materia di «Rapporti tra la struttura comunale e la struttura posta alle dipendenze del Commissario straordinario per la ricostruzione». Ha incontrato le prime famiglie delle vittime e si sta valutando passo dopo passo come intervenire con aiuti concreti e necessari a quella popolazione colpita più di tutte dalla tragedia del Morandi. (agg. di Niccolò Magnani)
DECRETO GENOVA ARRIVA ALLA CAMERA
Sta per divenire ufficiale il famoso decreto Genova, l’insieme di riforme stilate per far fronte all’emergenza del capoluogo ligure dopo il crollo del ponte Morandi. Ieri sera sono arrivate le ultime modifiche in commissione, e oggi il decreto sarà alla Camera per la lettura. Un maxi decreto per cui sono stati presentati più di 600 emendamenti da varie forze politiche. Genova ha ovviamente fretta di ricostruire e di rinascere, bloccata da un ponte che sta facendo perdere milioni di euro all’industria e al commercio, non soltanto ligure, e la cui immagine è stata macchiata forse per sempre. Obiettivo, abbattere entro la fine di quest’anno quel che resta del vecchio viadotto, per poi ricostruire il nuovo ponte di modo che sia pronto fra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2020. Sulla questione è intervenuto anche il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che ieri ha chiaramente spiegato: «Abbiamo un debito verso Genova e dobbiamo sostenerla e aiutarla a ricostruirsi rapidamente».
“SICUREZZA DECISA A TAVOLINO”
Parole che più volte avevano proferito negli scorsi giorni il sindaco genovese, Bucci, nominato commissario straordinario, nonché il governatore della Liguria, Toti. Tornando al famoso decreto, fra le ultime modifiche apportate, l’introduzione delle norme antimafia, maggiori finanziamenti al porto, e aumento di assunzioni per l’autorità portuale. Resta però una grande incognita, quella legata alla bocciatura Ue della manovra, che potrebbe far saltare le coperture economiche assegnate al decreto. Nel frattempo proseguono le indagini sul crollo, e come riporta stamane Il Secolo XIX, emerge un’inquietante superficialità per quanto riguarda l’ispezione sul ponte stesso. Una qualificata fonte racconta di livelli di sicurezza del Morandi che «venivano decisi a tavolino». Per questo motivo oggi verrà ascoltato Maurizio Ceneri, ingegnere e coordinatore dei sopralluoghi periodici eseguiti da Spea Engineering.