Pompei, ritrovati altri 5 scheletri: nuova importante scoperta nel corso degli scavi, rinvenuti i resti di due donne e tre bambini che si erano rifugiati in una stanza da letto nel tentativo di salvarsi dalla pioggia di lapilli che aveva invaso la loro abitazione. Come riportato dall’Ansa, il direttore Massimo Osanna ha parlato di “ritrovamento scioccante”, sottolineando che si tratta di una scoperta “molto importante per la storia degli studi”. I cinque scheletri sono stati trovati nella stessa abitazione nella quale è stata ritrovata l’iscrizione che sembra cambiare la data dell’eruzione del vulcano. Una scena molto drammatica che risale “alle ultimissime ore della cittadina, quando il cielo doveva essere buio, le strade e le case invase dai lapilli, la paura accresciuta dalle continue scosse di terremoto. Le due donne avevano anche messo un mobile contro la porta. Ma ogni loro tentativo è stato vano, il gruppo ha avuto una morte terribile, schiacciato dal crollo o bruciato dalla nube piroplastica arrivata subito dopo”, aggiunge Osanna.



“RITROVAMENTO SCIOCCANTE” A POMPEI

“In quelle ore finali, i lapilli avevano invaso qualunque cosa, la cenere aveva riempito tutto il Vicolo dei Balconi, la strada sulla quale si affacciava l’abitazione, il fumo e i lapilli avevano invaso tutto, il portone d’ingresso bloccato, il tetto crollato in molte stanze” ha aggiunto il direttore, sottolineando che la stanza di cui parliamo era l’unica che aveva resistito. “Si sono chiusi là dentro, sperando di farcela, quel luogo doveva sembrare loro sicuro” sottolinea Osanna, con le cinque vittime che hanno vissuto una fine terribile: “Schiacciati dal crollo del tetto, che alla fine ha ceduto, o bruciati dalla nube piroplastica, forse una concomitanza di entrambe le cose”. L’archeologo ha poi aggiunto che i resti “sono stati ritrovati intatti, la testa di una donna schiacciata dalle tegole e a fianco i resti di un braccio e delle gambe e di una altra vittima, mentre sull’altro lato è affiorata una mano ancora adornata da due anelli, uno in argento l’altro in ferro. Un ritrovamento di straordinario interesse sia per dinamiche eruttive sia per documentazione di scavi in età moderna”.

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