Il giallo di Arce e la morte di Serena Mollicone sono stati a lungo al centro di ipotesi e indagini. E solo di recente è arrivata quella conferma di cui Guglielmo, il padre della vittima è sempre stato sicuro fin dal ritrovamento del corpo della ragazza. Bisogna ritornare indietro di diciassette anni, a quel bosco del Fusinate che ha accolto i resti di Serena per diverse ore prima che venisse ritrovato dalle autorità. Un luogo che fin da subito per papà Guglielmo non corrispondeva alla vera scena del crimine, che ha invece collegato alla Caserma di Arce al centro di tanti scandali e inchieste, l’ultima struttura certa in cui era stata vista per l’ultima volta la figlia. Il caso di Serena Mollicone verrà trattato nella puntata di Chi l’ha visto di oggi, mercoledì 24 ottobre 2018, alla luce delle ultime svolte. Risale infatti a pochi giorni fa il ritrovamento di un legno sul corpo della ragazza che conferma i sospetti: un oggetto che riporta di nuovo fino alla Caserma in cui nel giugno del 2001 si è recata forse per denunciare un traffico di droga. “Con otto ragazzi morti di overdose come faceva a non parlarne”, dice ancora Guglielmo Mollicone a TPI parlando del perché quel giorno Serena si sarebbe diretta dai Carabinieri del paese per sporgere denuncia.



MORTE SERANA MOLLICONE: ANCORA TANTI MISTERI

Sono ancora tanti i misteri sulla morte di Serena Mollicone, anche se le indagini non si sono mai fermate. Fin troppo pesante il giallo di Arce, che con un filo rosso collega la morte della ragazza, all’epoca diciannovenne, ed il suicidio di Santino Tuzi. Il brigadiere ha sempre saputo, secondo il padre della vittima, e lo dimostra non solo il terribile gesto fatto a distanza di tanto tempo dal delitto di Serena, ma anche un particolare abbraccio dato a Carmine Belli in seguito al suo rilascio. Si tratta del carrozziere di Arce che per primo è stato indagato per la morte della ragazza ed assolto nei tre gradi di giudizio previsti dalla legge italiana. Prima di quel 2008 in cui Tuzi si è tolto la vita, il Brigadiere avrebbe chiesto scusa a Belli, alimentando ancora di più il mistero su quanto accaduto nella Caserma di Arce. “Sapeva tutto e non aveva parlato”, dice Guglielmo Mollicone convinto che i tormenti del Carabiniere non riguardassero solo l’omicidio di Serena, ma anche la consapevolezza che dietro le sbarre ci fosse finito un innocente. Nel frattempo continuano ad essere indagati Franco Mottola, ex comandante dei Carabinieri, il figlio Marco, il ragazzo che all’epoca Serena avrebbe cercato di denunciare per spaccio, e la moglie dell’ex militare, Anna. In aggiunge anche i Marescialli Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, il primo per reato in concorso di omicidio e istigazione al suicidio per il caso Tuzi ed il secondo per favoreggiamento.

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