Sabato notte si dirà addio nuovamente all’ora legale ma questa volta potrebbe essere davvero l’ultima: infatti, riportare le lancette indietro in favore del ritorno dell’ora legale potrebbe non accadere più in futuro visto che la Commissione Europea, attraverso il Presidente Jean-Claude Juncker, ha già proposto di abolire questa sorta di passaggio e ben sette Paesi Membri dell’Unione sarebbero favorevoli fin da subito. E per questo motivo anche alle nostre latitudini ci si domanda se convenga davvero utilizzare l’ora solare, dato che dal punto di vista del risparmio energetico non c’è più tutta questa convenienza come nel passato anche recente visto il minor consumo di elettricità, senza contare gli effetti positivi che si avrebbero in alcune zone soprattutto sul fronte dell’economia e dell’impulso al turismo locale. (agg. di R. G. Flore)
INCERTEZZA SUL FUTURO
Fra due giorni diremo addio all’ora legale? Nella notte fra sabato 27 ottobre e domenica 28, si tirerà indietro l’ora degli orologi, con le tre che diventeranno “magicamente” le due, facendoci dormire un’ora in più al mattino. La domanda di cui sopra resta per ora senza risposta visto che l’Unione Europea ha di fatto lasciato libera autorità agli stati membri di decidere se tornare all’ora legale il prossimo marzo, o mantenere l’ora solare per tutto l’anno. Attualmente dal governo italiano non sono filtrate moltissime indicazioni in merito, di conseguenza, non è chiaro se in primavera ci toccherà nuovamente spostare le lancette (questa volta indietro con un’ora di sonno in meno), oppure no. La cosa certa è che da domenica avremo la netta sensazione che le giornate dureranno di meno, visto che il sole tramonterà prima accompagnandoci inesorabilmente verso il freddo e il gelo della stagione invernale. Ad alcuni l’autunno e l’inverno mettono tristezza, mentre altri trovano nuovo vigore dall’addio al caldo estivo, che quest’anno si è protratto decisamente a lungo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TORNA L’ORA SOLARE
L’ora solare sta per entrare in vigore. Una buona notizia per i “dormiglioni”, che nella notte tra sabato 27 e domenica 28 ottobre potranno dormire un’ora in più. Dalle 3 alle 2: così dovete spostare le lancette, un’ora indietro. In questo modo si avranno mattine con più luce, mentre la sera il sole tramonterà prima. Il nuovo orologio resterà in vigore fino al 31 marzo prossimo, quando tornerà l’ora legale. Questo comunque potrebbe essere l’ultimo spostamento, visto che l’Unione europea deciderà a breve se stabilire un orario per tutto l’anno. Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha infatti proposto di eliminare l’obbligo del passaggio. Secondo la sua proposta, ogni Stato dovrebbe decidere se adottare l’orario solare tutto l’anno o quello legale. Se la proposta verrà approvata dal Parlamento e dai Paesi membri, i governo dovranno scegliere in aprile tra ora legale e ora solare. Ad ottobre del prossimo anno, dunque, ci sarà l’ultimo cambio di ora per chi avrà optato per l’ora solare.
CAMBIO ORA 2018, DOMENICA SI TORNA ALL’ORA SOLARE
È la normativa europea che regolamenta il sistema. Più precisamente, c’è la direttiva 2000/84/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 gennaio 2001, secondo cui in tutti i Paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre. In Italia l’orale legale è stata usata per la prima volta nel 1916, ma è entrata ufficialmente in vigore solo nel 1966. Precedentemente era stata abolita e riconfermata diverse volte. In generale, i Paesi della fascia tropicale non adottano l’ora legale perché la variazione delle ore di luce durante l’anno è minima. Nell’emisfero australe invece, dove le stagioni sono invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito. In Australia, ad esempio, è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, con possibili modifiche da stato a stato. In Brasile invece si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa è scarsamente usata, mentre in Russia è stata abolita dal 2011.