Renato Vallanzasca, la moglie: “Chiedo la sua libertà”, questo l’appello di Antonella D’Agostino ai microfoni di Storie Italiane. Il noto criminale di Milano è stato condannato a 4 ergastoli e 296 anni di carcere e la sua compagna, sposata mentre si trovava in carcere, sta lottando per fare uscire di galera il “bel Renè”. Ecco le parole di Antonella D’Agostino: “Chiedo che venga restituita la libertà a Renato in qualsiasi modo. Abbiamo un Brusca che ha fatto una strage e sta sotto protezione: ci sono personaggi che hanno fatto cose più gravi di Renato e stanno sotto protezione”. Presente in studio anche Daniele Ripani, il nipote di una delle vittime: “Mio zio è morto nel 1976 in una rapina, lui e la sua banda intrapresero un conflitto a fuoco violentissimo: morirono due rapinatori e mio zio. Sulle richieste della signora non so cosa dire: come famiglia abbiamo rifiutato la grazia due volte”.
“LOTTO PER LA LIBERTA’ DI RENATO”
Prosegue Daniele Ripani: “Non abbiamo visto alcun pentimento, non riesco a capire il motivo per cui una persona del genere debba uscire di galera”. Poi sulle continue interviste rilasciate dal rapinatore che ha sconvolto l’Italia negli anni Settanta: “A noi fa male, per noi familiari delle vittime conta tanto il silenzio e che queste persone ci rispettino con il silenzio”. Questa la replica della moglie di Vallanzasca: “Ho già incontrato i parenti delle vittime, la prima volta mi sono disperata: capisco il loro dolore”. “I sensi di colpa li posso conoscere solo io, dorme mezz’ora a notte per questo. Io che non c’entro niente, ci sto malissimo. Ha fatto cinquanta anni di carcere, quando è uscito non ha fatto niente: chiedo un po’ di pietà”, sottolinea Antonella D’Agostino, che aggiunge: “Non ha chiesto perdono perché pensa che è come prendere in giro i parenti delle vittime”.