“Non è un caso isolato”: questa la denuncia dei sindacati dopo la vicenda di Taranto, con un drone che è stato individuato mentre stava trasportando dei mini-cellulari e della droga ai detenuti. Stipati dentro dei wurstel, i materiali sono stati rinvenuti dalle forze dell’ordine a causa della caduta dell’apparecchio hi-tech. E non mancano le proteste, ecco le parole di Federico Pilagatti, segretario generale Sappe, riportate da Il Fatto Quotidiano: “L’ingegnoso piano prevedeva anche il diversivo di fuochi artificiali fatti esplodere all’esterno del carcere, mentre il piccolo drone veniva guidato nel posto giusto, attraverso la fiammella di un accendino che il detenuto aveva acceso dalla finestra della propria cella. L’apparecchio prima di arrivare a destinazione, è incappato in alcuni fili ed è caduto permettendo all’unico agente di servizio al piano (tre sezioni e circa 200 detenuti) di accorrere e dare l’allarme“. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DROGA IN CARCERE CON I DRONI: PIANO FALLISCE

Volevano far entrare droga e telefoni cellulari all’interno del carcere di Taranto, ma il piano è fallito. Alcuni malavitosi, come riportato da tutti i principali quotidiani online, hanno ben pensato di far volare un drone sopra l’istituto carcerario pugliese, con al suo interno dei microtelefoni con tanto di cavetto di ricarica usb, più un quantitativo di droga. Niente da fare però, perché il velivolo radiocomandato è caduto prima della consegna, attirando l’attenzione di un agente della polizia penitenziaria, che ha poi dato l’allarme. L’episodio si è verificato nella serata di ieri, ed è stato denunciato dai sindacati Osapp e Sappe.



DROGA NEI WURSTEL

«In fatto di tecnologia la criminalità organizzata è al passo con i tempi a differenza dell’amministrazione penitenziaria – denuncia Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp – che per problemi di disorganizzazione e di disattenzione costringe la polizia penitenziaria a mantenere a livelli del secolo scorso sia le proprie dotazioni in ausilio del servizio sia il proprio bagaglio di aggiornamento professionale». Da tempo le guardie carcerarie lamentano una dotazione arretrata e soprattutto la richiesta del taser, la pistola “a scossa elettrica” che da pochi mesi a questa parte viene utilizzata da carabinieri, polizia e finanza. Secondo quanto ha aggiunto Federico Pilagatti segretario generale Sappe, la droga era stata inserita in alcuni wurstel e doveva essere consegnata, insieme ai cellulari, ad una cella del terzo piano del carcere.

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