La morte della giovane Desirée Mariottini ha acceso il dibattito sui social. Si punta il dito sul degrado alle porte di Roma, ma anche sullo stato di disagio sociale in cui viveva la povera vittima, e infine, sulla questione immigrazione, visto che i 4 fermati sono tutti originari dell’Africa. Ha voluto dire la sua anche il noto giornalista Gad Lerner, che attraverso il proprio profilo Twitter ha pubblicato un cinguettio che ha creato non poche polemiche: «Dopo #PamelaMastropietro – scrive sul social – guardiamo attoniti la vita e la morte di #DesireeMariottini: dipendente da eroina, figlia di spacciatore italiano e madre quindicenne, vittima di pusher immigrati. Vicende tragiche che dovrebbero suggerirci qualcosa di più e di diverso dall’odio razziale». C’è chi parla di “Tweet vergognoso”, facendo riferimento alla “dipendenza di eroina”, al “padre spacciatore”, e alla “madre 15enne”, particolari che secondo alcuni era meglio evitare. Altri invece difendono lo stesso Lerner: «Non ha giudicato – scrivono – ma vuole farci riflettere sui fatti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CONVALIDATO IL FERMO DEI TRE INTERROGATI

Sono stati convalidati i fermi per tre dei quattro immigrati interrogati quest’oggi davanti al giudice, nell’ambito delle indagini per la morte di Desirée. Dei tre, solamente uno ha deciso di parlare, il senegalese Mamadou Gara, mentre Brian Minteh, altro senegalese, e il nigeriano Chima, hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Chima, stando a quanto riferisce Repubblica, avrebbe colloquiato con il proprio avvocato, dicendo che «Non mi sarei mai permesso neanche di sfiorare Desirée perché si vedeva che era una bambina». Nelle prossime ore verrà emessa la misura cautelare, ma visti i gravi reati contestati, morte e stupro, è probabile che la risposta sia affermativa. I tre extracomunitari sono stati interrogati per ore nel carcere di Regina Coeli, mentre il quarto, fermato nella giornata di ieri a Foggia, verrà interrogato nei prossimi giorni. Per i quattro, oltre a violenza sessuale e omicidio volontario, si contesta anche la cessione di sostanze stupefacenti, visto che il branco avrebbe fornito alla povera Desirée una quantità letale di stupefacenti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



INTERROGATORI IN CORSO

Sono in corso in questi minuti gli interrogatori nel carcere Regina Coeli di Roma nei confronti di due cittadini senegalesi Mamadou Gara, 27 anni, e Brian Minteh, 43 anni e un nigeriano di 46 anni Alinno Chima, accusati insieme al quarto uomo del Gambia, Yusif Salia, di aver stuprato e ucciso la 16enne Desirée Mariottini in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo di Roma. Intanto nuovi sopralluoghi vengono condotti dagli inquirenti in via Lucani, teatro dell’indicibile orrore ai danni della ragazzina. Per domani invece è prevista a Cisterna la fiaccolata in ricordo della vittima, ma il primo cittadino Carturan in un post su Facebook a tenuto a difendere la propria comunità dalle critiche riversatesi in questi giorni:”Si comprende il risalto che i media nazionali stanno dando alla raccapricciante vicenda di Desirée. Non bisogna consentire loro, però, di raccontare una cosa per un’altra. Sia quando parlano delle persone, sia quando tentano di spiegare un contesto cittadino appiccicando un paio di luoghi comuni. Respingiamo con forza le facili etichette e torniamo a riflettere seriamente e silenziosamente sulla tragedia che è accaduta”. (agg. di Dario D’Angelo)



TESTIMONE, “DESIREE VENDUTA DA UNA RAGAZZA PER DUE DOSI DI EROINA”

Importante testimonianza raccolta dal programma di Canale 5, Matrix, sulla morte di Desirée Mariottini. Un residente del quartiere San Lorenzo, che non vuole farsi inquadrare dalle telecamere, ha raccontato come è andata la notte fra venerdì 20 e sabato 21 ottobre, quando appunto la povera 16enne è stata ritrovata senza vita in uno stabile abbandonato. «Il testimone forte l’ha preso il quartiere non la polizia – racconta – dopo due ore io gli ho portato il testimone dentro la questura». Una volta appresa la notizia, il testimone insieme ad amici si è messo alla ricerca di chi avrebbe potuto sapere qualcosa: «Siamo andati nei posti dove fumano crack, dove spacciano, in via Triburtina e a piazza dell’Immacolata, abbiamo fermato un po’ di gente, ci hanno raccontato delle cose e c’era un senegalese che ci ha detto che stava lì con loro ed è stato preso a “brutto muso” da noi. C’è stato chi gli ha dato una sanpietrinata, chi gli ha dato una bastonata, pensavamo fosse uno degli stupratori ma diceva che non c’entrava nulla. Noi allora gli abbiamo detto “Se non c’entri nulla, vai alla polizia e racconta tutto”». Secondo il testimone di Matrix, mancherebbe ancora una persona all’appello: «Stando a quello che so io hanno rintracciato tutti tranne un’amica della ragazza morta, è quella che l’ha portata dentro la prima volta e che l’ha venduta per due dosi di eroina “Fatele quello che vi pare – diceva – sco*****a, fate quello che vi pare». Qui potete trovare il video del servizio di Matrix (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“ACQUA E ZUCCHERO MENTRE MORIVA”

Bombardata di droga e tranquillanti perché non si ribellasse agli abusi che venivano commessi su di lei dal branco: poi qualcosa è andato storto e Desirée Mariottini è andata incontro al suo destino di morte. Questo il quadro dell’omicidio di San Lorenzo, Roma, ricostruito finora dagli inquirenti che stanno ascoltando vari teste rispetto a quanto accaduto nello stabile abbandonato di via Lucani. Inquietante il racconto resto dal teste Di Leo, che come riportato dai verbali di cui dà conto Il Messaggero ha dichiarato:”Un giovane africano di cui non ricordo il nome mi ha confidato che lui si trovava dentro al capannone… avrebbe visto Desirèe deceduta con gli abiti strappati. Mi diceva che alla sua presenza la giovane si è sentita male quindi le hanno dato acqua e zucchero poi visto che diventava cianotica veniva adagiata su un devano e moriva”. Un altro dei presenti ha raccontato del panico scatenatosi nel branco subito dopo la morte di Desirée, che “sembrava dormire” su un piccolo letto, semicoperta “alla presenza di 5 o 8 persone di varia nazionalità oltre ai tre già detti (Pako, Sisko e Ibrahim, ndr)”. Dopo, i tre “con molta fretta andavano via. Pako portava una borsa in spalla, uno degli altri aveva con sè una valigia”. (agg. di Dario D’Angelo)

IL VERBALE DELL’ORRORE, “CHE MUOIA ‘STA TOSSICA”

Drogata, stuprata a ripetizione, e poi lasciata morire. Il quadro agghiacciante che emerge dal verbale degli interrogatori e dall’audizione dei testimoni, conferma le ultime terribili ore di vita della povera Desirée Mariottini, 16enne di Cisterna, morta in uno stabile abbandonato di San Lorenzo. Fanno venire i brividi le parole di un testimone, riportate da Il Messaggero; vedendo la giovane in fin di vita, qualcuno dei presenti avrebbe esclamato: «Ma che muoia pure ‘sta tossica». C’è quindi l’ennesima conferma della presenza nello stabile di una ragazza, molto probabilmente un’amica di Desirée o comunque una conoscente. La giovane gridava: «Voi l’avete uccisa, voi l’avete violentata – spiega un altro testimone – e si rivolgeva a tre uomini chiamandoli per nome:Pako, Sisko e Ibrahim». Per gli inquirenti non vi sono dubbi: Desirée è stata drogata con un mix letali di sostanze stupefacenti, quindi stuprata a ripetizione, e poi lasciata agonizzante fino alla morte. Un calvario durato ben 12 ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

FRA STUPRATORI ANCHE IL FIDANZATO

Nuovi dettagli dalle indagini sulla morte di Desirée Mariottini, e passano le ore e la vicenda si aggiorna in maniera inquietante. Fra i quattro fermati negli ultimi due giorni, tutti immigrati di origini africane, vi sarebbe anche il fidanzato della stessa 16enne, tale Pako, il primo ad essere arrestato: «Conoscevo Desirée – racconta ai pm come riporta l’edizione online de Il Messaggero – avevamo una storia, mi aveva detto di essere più grande, di avere 22 anni. Sì, abbiamo avuto un rapporto sessuale – ammette ma non l’ho stuprata. Quando sono andato via era ancora viva». Gli inquirenti sono convinti del contrario, visto che sul corpo della ragazza sono stati trovati segni inequivocabili di violenza. Da brividi anche la testimonianza del teste Di Leo: «Un giovane africano di cui non ricordo il nome – rivela – mi ha confidato che lui si trovava dentro al capannone… avrebbe visto Desirèe deceduta con gli abiti strappati. Mi diceva che alla sua presenza la giovane si è sentita male quindi le hanno dato acqua e zucchero poi visto che diventava cianotica veniva adagiata su un divano e moriva». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL PADRE E’ UNO SPACCIATORE, I DUE AVEVANO LITIGATO

Passano le ore ed emergono continui dettagli in merito alla scomparsa della povera Desirée Mariottini, e alla situazione di disagio in cui viveva la stessa vittima 16enne. Come riferito dall’edizione online de La Stampa, il padre della ragazza è un piccolo boss dello spaccio nella provincia di Latina, e saputo che la figlia si recava da circa due settimane a San Lorenzo per prendere droga in cambio di sesso, aveva preso a schiaffi la stessa per darle una “lezione”. Desiréee l’aveva preso male tale situazione, andando a denunciare il padre. Una situazione di disagio famigliare quella in cui viveva la povera Desirée, che a 16 anni, invece di pensare a divertirsi con amiche, a farsi un fidanzatino, a svagarsi con lo sport, ha deciso di entrare nel tunnel della droga, da cui purtroppo non ne è più uscita perché sul suo cammino ha trovato quattro orchi, che approfittando della sua fragilità psichica, le hanno somministrato un mix letale di stupefacenti, per poi abusarne sessualmente, lasciandola morire, nuda, su un materasso fatiscente in uno stabile abbandonato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SALVINI “PRESO IL QUARTO VERME”

Arrivano le prime reazioni politiche all’arresto del quarto uomo accusato di aver violentato e ucciso Desirée Mariottini, la 16enne stuprata e uccisa in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo di Roma. Tra i primi ad intervenire su Twitter il ministro dell’Interno, Matteo Salvini:”Catturato a Foggia il quarto verme che avrebbe stuprato e portato alla morte Desiree. Si tratta (guarda caso) di un immigrato clandestino. Per lui, come per gli altri tre, carcere duro e a casa!. Ringrazio la procura e le forze dell’ordine per la rapidità e l’efficacia”. Intanto emergono ulteriori dettagli sull’arresto del 32enne del Gambia, Yusif Salia, fermato in un’operazione che ha coinvolto più di 100 poliziotti. Come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, l’uomo oltre a custodire 10 kg di marijuana, è stato trovato in possesso di una pistola giocattolo, di metadone e di qualche grammo di hashish. All’arrivo degli agenti il gambiano si sarebbe barricato in una delle baracche situate a poca distanza dal Cara. Le forze dell’ordine hanno dunque provveduto a sfondare la porta e hanno proceduto all’arresto. (agg. di Dario D’Angelo)

DESIREE MARIOTTINI: ARRESTATO A FOGGIA QUARTO UOMO BRANCO

Il quarto uomo ricercato per l’omicidio di Desirée Mariottini, la 16enne drogata e stuprata nel quartiere San Lorenzo di Roma per cui sono stati arrestati due senegalesi e un nigeriano, è stato fermato a Foggia, nella zona nota come la “pista”. Come riportato da La Repubblica, a finire in manette dopo un’operazione che ha coinvolto più di 100 agenti è stato un cittadino del Gambia, fermato con addosso 10 kg di marijuana.  L’area in cui è avvenuto l’arresto si trova a pochi passi dal Cara, il centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone, ed è sede di un insediamento di extracomunitari abusivo, dove poche settimane fa due agenti erano stati aggrediti da un gruppo di stranieri durante un arresto. L’uomo sarebbe un 32enne di nome Yusif Salia, e al pari degli altri africani fermati nell’ambito delle indagini per la morte di Desirée sarebbe accusato omicidio volontario e violenza sessuale di gruppo. 

DESIREE MARIOTTINI: QUARTO UOMO SI ERA RASATO I CAPELLI

Yusif Salia, il cittadino del Gambia accusato di aver partecipato allo stupro e all’uccisione della 16enne Desirée Mariottini in uno stabile abbandonato di via Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma, aveva compreso che le forze dell’ordine erano sulle sue tracce e per sfuggire alla cattura si era anche rasato i capelli, nel tentativo di non essere riconosciuto. Un escamotage che non è riuscito ad evitargli le manette questo pomeriggio, al termine di una maxi-operazione a Foggia culminata con il suo arresto. L’attività degli inquirenti potrebbe però non essere finita qui dal momento che, come riportato da La Repubblica, la polizia sarebbe adesso sulle tracce di eventuali altri complici e responsabili dell’omicidio di Desirée. Intanto l’Ansa riporta le parole della sindaca Virginia Raggi, che in riferimento alla manifestazione annunciata per domani da Casapound ha detto:”Non servono ronde, ma cose come il controllo di vicinato che stiamo già sperimentando. Un’attività corale che vede come perno i cittadini che forniscono indicazioni a supporto delle forze dell’ordine. Mi oppongo a qualunque tipo di visione che proponga l’uso della forza privata indiscriminata per risolvere questioni ordine pubblico e sociale“.