Matteo Salvini e Luigi Di Maio nel mirino del Partito Democratico: le dichiarazioni dei due vice premier dopo il verdetto di Standard & Poor’s non sono piaciute alla forza di opposizione. L’agenzia americana ha confermato il rating dell’Italia, con outlook negativo. E i dem sono passati all’attacco: “Ho letto i commenti di #Conte e #DiMaio dopo il giudizio di #standardandpoors e ho avuto la conferma che siamo in mano a degli irresponsabili totali”, le parole di Alessia Morani. Questo il commento dell’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Sentire quello che se ne fregava delle agenzie di rating e dei mercati che si rivolge ai mercati con voce suadente per rassicurarli non ha prezzo. Anzi,un prezzo c’è l’ha: lo spread”. Infine, il commento dell’economista, “quasi premier” Carlo Cottarelli: “rating invariato e outlook negativo. Poteva finire peggio. Era quanto i mercati si aspettavano. Non penso che lunedi reagiranno male. Mi preoccupa di più il tono da scontro frontale usato rispetto alle istituzioni europee. Non aiuta a frenare lo spread”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONTE: “E’ CORRETTO”

L’agenzia di rating Standard & Poor’s non declassa l’Italia, anche se modifica le prospettive a medio/lungo termine, che passano da stabili a negative. Sulla questione si è acceso nelle ultime ore un dibattito politico, in cui l’opposizione ha attaccato ovviamente il governo, mentre quest’ultimo ha cercato di cogliere l’aspetto positivo del giudizio di S&P. Fra coloro che sono ottimisti vi è il premier Giuseppe Conte, che nelle ultime ore è uscito allo scoperto proprio per commentare la vicenda: «Riteniamo che questo giudizio sia corretto alla luce della solidità economica del Paese: l’Italia è la 7/a potenza industriale al mondo e la 2/a manifattura Ue. La competitività delle imprese ci permette di avere un surplus commerciale consistente e il risparmio delle famiglie è solido». Per quanto riguarda invece l’oulook “negativo”, il presidente del consiglio ammette: «Siamo fiduciosi che mercati e istituzioni internazionali comprenderanno la bontà delle nostre misure». Pareri positivi anche da parte dei due ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio, convinti della bontà della manovra di bilancio “Andiamo avanti”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DI MAIO “NON CI HANNO MAZZOLATI”

Interviene nuovamente il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, in merito alla questione Standard and Poor’s. Ieri la nota agenzia ha emesso il proprio giudizio sull’Italia, confermando il rating BBB, ma peggiorando l’outlook, che ora diventa negativo. Il leader dei grillini aveva già commentato la questione nella serata di ieri subito dopo il “giudizio”, ma questa mattina ha voluto riprenderla perché non soddisfatto dai pareri negativi circolanti nelle ultime ore: «Standard and Poor’s non ci ha declassati – ci tiene a precisare il vice-presidente del consiglio – siccome bisogna leggere il negativo anche dove non c’e, stamattina tutti dicono che ci ha ‘mazzolati’. Invece deve essere ben chiara una cosa: questo Governo non arretra». Il titolare del Mise ha quindi aggiunto che la riforma di bilancio si farà, e con essa le manovre più significative: «Si farà il reddito di cittadinanza – aggiunge – si farà la pensione di cittadinanza, si farà la quota 100 per mandare in pensione le persone». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LE MOTIVAZIONI

E’ arrivata la “sentenza” dell’agenzia Standard and Poor’s, che a discapito delle attese, non ha declassato l’Italia al livello pre-spazzatura, ma ha confermato il giudizio BBB, anche se l’outlook, le previsioni a medio lungo termine, passa da “stabile” e “negativo”. Una piccola iniezione di fiducia che fa tirare un sospiro di sollievo al governo italiano e alle banche, visto che tale giudizio potrebbe far scendere di una cinquantina di punti lo spread, facendolo assestare sui 250-280 punti. Il giudizio di S&P risulta comunque essere negativo nei confronti dell’Italia: «Il piano economico del governo – si legge nel report dell’agenzia – rischia di indebolire la performance di crescita dell’Italia», giudicando la nuova legge di bilancio un’inversione di marcia rispetto al precedente consolidamento dei conti, e una minaccia sui conti pubblici a causa della riforma delle pensioni. «La nuova politica economica e fiscale del governo – aggiunge il report – ha eroso la fiducia degli investitori e di riflesso aumentato gli interessi sul debito pubblico col risultato di arrivare influenzare negativamente l’accesso delle banche (grandi creditrici dello Stato) al mercato dei capitali». Il forte rischio, conclude, «è che la capacità delle banche di finanziare l’economia italiana verrebbe significativamente ridotta soprattutto a danno delle piccole e medie imprese». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

I COMMENTI DI SALVINI E DI MAIO

Arrivano le prime reazioni dal mondo politico al verdetto di S&P. Luigi Di Maio ha commentato su Twitter: “Le agenzie di rating non misurano il benessere dei cittadini di un Paese, ma chi aspettava Standard&Poor’s per continuare a remare contro il governo oggi ha avuto una brutta sorpresa: il rating dell’Italia è stato confermato. Andiamo avanti! Il cambiamento sta arrivando”. Queste le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “È un film già visto. Le agenzie di rating non si sono accorte della crisi mondiale? In Italia non saltano né banche né imprese. #standardpoors”. Critica l’opposizione, con Emanuele Fiano del Pd che ha analizzato: “Il giudizio severo sulla situazione italiana e sulla manovra del governo espresso questa sera da Standard e Poors, dovrebbe indurre tutti ad una meditata serietà di giudizio. La spocchia e l’arroganza delle prime risposte del vicepresidente Di Maio aumentano le nostre preoccupazioni per il futuro degli italiani. Nessun giudizio esterno è mai accettato da questa maggioranza, l’importante è trovare un nemico. A noi invece interessa difendere il futuro dell’Italia”, riporta l’Ansa. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

IL GIUDIZIO DI S&P

E’ arrivato l’atteso verdetto di Standard & Poor’s, buone notizie per il nostro Paese: l’agenzia americana ha confermato il rating dell’Italia, lasciandolo a BBB, e ha abbassato l’outlook, passato da stabile a negativo. Il rating è a due gradini di distanza dal non investment grade. S&P non si aspetta più che il debito italiano rispetto al Pil continui a calare, con il piano del governo che si basa “su stime del Pil troppo ottimiste”. Un giudizio simile a quello di Fitch di due settimane fa, dunque, con l’agenzia di rating chiamata a valutare la stabilità finanziaria del Paese e, di conseguenza, la possibilità che gli strumenti finanziari emessi vengano ripagati, come evidenziato da Il Fatto Quotidiano. La revisione dell’outlook è legata inoltre al debito pubblico, ritenuto troppo elevato. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ATTESA PER IL VERDETTO

Standard & Poor’s, oggi verdetto sull’Italia: nelle prossime ore è atteso il giudizio dell’agenzia di rating sul nostro Paese, particolarmente importante data la manovra. E’ altissima la tensione tra l’esecutivo Lega-Movimento 5 Stelle e l’Europa e il verdetto di S&P arriverà dopo il declassamento di Moody’s. Ospite a Nemo – Nessuno Escluso, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha chiarito: “Non ho paura del giudizio di Standard & Poor’s: come ha detto un’altra agenzia di rating, abbiamo una situazione stabile poiché il debito privato è quasi inesistente. Questa situazione crea una stabilità economica per il Paese”. Moody’s però aveva optato per lo spostamento dell’Italia su Baa3, motivando la scelta a causa dell’indebolimento della politica fiscale con un deficit di bilancio più alto per i prossimi anni rispetto a quello assunto in precedenza.

LA BORDATA DI DIJSSELBLOEM

Presente negli Stati Uniti d’America, Standard and Poor’s realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari e obbligazioni, fra le prime tre agenzie di rating al mondo insieme a Moody’s e Fitch Ratings, con le quali controllo ben il 95 per cento del mercato globale. E nelle ultime ore la situazione italiana è stata discussa anche da Jeroen Dijsselbloem, ex presidente dell’eurogruppo: ““Se nulla cambia l’Italia andrà in bancarotta, e chi sarà colpito? Poco gli investitori stranieri, perchè hanno un terzo del debito italiano. Chi pagherà il conto saranno i cittadini italiani, perchè la maggior parte del debito è in mano ad assicurazioni, fondi pensioni e cittadini”, le sue parole riportate dai colleghi di TPI. Attesi aggiornamenti, dunque: nuovo esame per l’esecutivo M5s-Lega, che porta avanti la battaglia sulla manovra e non ha intenzione di arretrare di un centimetro.