Lo stupro e la conseguente morte di Desirée Mariottini, potrebbero essere stati programmati da giorni. E’ questo quanto emerge dalle indagini e dagli interrogatori sulla scomparsa della povera 16enne di Cisterna di Latina. Il branco, quattro immigrati già in carcere, voleva violentare la ragazzina, e per farlo aveva programmato appunto di drogarla, somministrandole un mix letali di farmaci e sostanze stupefacenti. La giovane è caduta nella loro trappola, e dopo aver assunto la droga ha subito un’alterazione psichica, quindi le cose sono degenerate e la stessa è morta mentre il branco la stuprava. Il gip Maria Paola Tomaselli nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Madadou Gara, Mineth Brian e Chima Alinno, scrive che gli indagati hanno abusato di lei «ripetutamente», l’hanno poi «abbandonata» nonostante «l’evidente e progressivo peggiorare del suo stato» e hanno «impedito ad alcuni presenti di chiamare i soccorsi», sottolineando come «la condizione di incoscienza in cui si trovava la ragazza, sempre più grave e intensa, è riconosciuta da tutti i presenti». Si aggrava quindi la posizione dei sospettati, che potrebbero essere accusati non soltanto di violenza sessuale e spaccio di stupefacenti, ma anche di omicidio premeditato. Intanto si continua a cercare un italiano, tale Marco, colui che avrebbe rifornito il branco dei farmaci usati per drogare Desirée, rubandoli forse alla madre. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“MEGLIO LEI MORTA CHE NOI IN GALERA”
Non è ancora finita. L’indagine per la morte della povera Desirée Mariottini prosegue senza sosta, e ogni giorno si arricchisce di particolari inquietanti. Come sottolineato dai colleghi del Corriere della Sera, le forze dell’ordine stanno ora ricercando almeno altre tre persone, due stranieri (attualmente in fuga), che potrebbero aver partecipato allo stupro, e un italiano, tale Marco, che sarebbe colui che riforniva il gruppo di pasticche. Emerge poi un altro retroscena, ovvero, che la povera 16enne di Cisterna di Latina si sarebbe potuta salvare. Testimoni raccontano che una volta che gli aguzzini della ragazza hanno capito che la giovane stava per morire, hanno impedito i soccorsi, rivolgendosi così a chi voleva aiutarla «Meglio lei morta che noi in galera». Tra i presenti vi sarebbe anche una donna, una straniera, che avrebbe aiutato il branco a rivestire Desirée e poi a spostarla quando era ormai in fin di vita: anche lei potrebbe a breve finire nel mirino degli inquirenti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DESIREE UNA QUESTIONE POLITICA
Diventa una questione politica l’uccisione di Desirée Mariottini, la ragazza di 16 anni uccisa dal branco in uno stabile di via Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma, dopo essere stata drogata e stuprata. Come riportato da Il Messaggero, nel quartiere teatro dell’orrore questo pomeriggio sono scesi in piazza da una parte l’Anpi (l’associazione dei partigiani) e dall’altra i militanti di Forza Nuova. E proprio dalla manifestazione di estrema destra sono stati segnalati saluti romani e il coro “Dove sono gli antifascisti?”, oltre che buu razzisti all’indirizzo di due migranti scesi dal tram a Porta Maggiore. I partecipanti al corteo di Forza Nuova hanno indossato caschi e stanno accendendo fumogeni. Il leader di FN, Roberto Fiore, a capo della sfilata, ha dichiarato: “Noi siamo disposti a fare le passeggiate della sicurezza con i cittadini di San Lorenzo con l’obiettivo di impedire agli spacciatori di tornare nel quartiere. Dove ci chiamano i cittadini noi andiamo. Ci chiediamo da che parte sta la sinistra”.
DESIREE MARIOTTINI: ANPI, “DA FORZA NUOVA PROVOCAZIONE FASCISTA”
L’altra piazza che oggi pomeriggio ha deciso di sfilare in memoria di Desirée Mariottini è appunto quella antifascista di Anpi, che ha inaugurato il corteo con un minuto di raccoglimento dedicato alla 16enne. Il segretario provinciale dell’Anpi Fabrizio De Sanctis ha dichiarato:”La manifestazione di Forza Nuova è una strumentalizzazione e una provocazione fascista. Oggi non ci saranno passeggiate o ronde fasciste a san Lorenzo: sarebbe uno spregio per Roma appena insignita della medaglia d’oro per la Resistenza“. Secondo De Sanctis, “Roma è e resterà antifascista. Staremo qui tutto il pomeriggio per testimoniare la necessità di battere l’odio. Quello di Desiree – ha detto ancora – è un delitto orribile a opera di belve che la legge dovrà punire. Oggi abbiamo preso questa piazza insieme alle associazioni femministe e territoriali perché non tolleriamo più strumentalizzazioni. Non è possibile che c’è chi reagisce solo quando l’aggressore è straniero. Non l’accettiamo né dai gruppi che si richiamano al fascismo, che vanno sciolti, ma neanche dalla politica in generale. Basta con la politica del capro espiatorio, ci batteremo perché non riprenda piede“.