Un cold case della cronaca italiana torna improvvisamente d’attualità con una svolta che ha del clamoroso. A 30 anni dall’omicidio di Willy Branchi, il 18enne trovato morto a Goro il 30 settembre 1988, con la testa fracassata e senza vestiti lungo l’argine di un fiume, nel registro degli indagati riaperta dalla Procura di Ferrara è finito don Tiziano Bruscagin, parroco del paesino dal 1970 al 2002 e oggi nel Padovano dove gestisce cinque parrocchie. Non è la prima volta che don Tiziano finisce indagato in questa vicenda, e anche stavolta l’accusa che gli viene mossa è la stessa: falsa testimonianza davanti al pubblico ministero. Come riportato da Il Resto del Carlino, in una conversazione tra il legale della famiglia Branchi e il don, il sacerdote parlò dei vestiti di Willy, dicendo che erano stati buttati nella vecchia discarica del paese. A questo proposito l’avvocato Simone Bianchi spiega:”Mai nessuno dall’88 ad oggi ha parlato dei vestiti di Willy, mai ritrovati. Quindi chi può fare certe affermazioni se non chi ha ricevuto precise confidenze o li ha messi via?“.
IL FRATELLO DI WILLY: “INTERVENGA IL PAPA”
In una conferenza stampa davanti ai giornalisti il fratello di Willy Bianchi non ha saputo trattenere la propria commozione. Luca Branchi ha chiamato in causa addirittura il Santo Padre:”Papa Francesco mi ascolti, a lei mi rivolgo direttamente. Gli chiedo se può sentirmi e capire il mio dolore e quello dei miei genitori che ci portiamo avanti da trent’anni. Intervenga su questo parroco, lui sa tutto ciò che è avvenuto la notte dell’assassinio di mio fratello“. A rincarare la dose sulla condotta del parroco c’ha pensato l’avvocato Bianchi:”Lui (don Tiziano, ndr) non si è presentato dicendo bugie, lui ha raccontato tanto, tantissimo. Come ha sempre fatto, anche nella precedente indagine dove venne archiviato perché ritrattò in parte. Descrive situazioni, luoghi, persone, ma quando poi gli si chiede chi gli avrebbe riferito ciò, lui si trincera dietro a ciò che da sempre ama tantissimo: voci di paese, vox populi. Ma chi è questa vox populi in un paese di meno di 4mila anime?“.