Dopo la morte di papa Giovanni Paolo II, pontefice amatissimo e rivoluzionario, apprezzato da tutto il mondo, cattolico e non, non fu facile scegliere un degno successore. Il nuovo eletto salì al soglio pontificio con il nome di Benedetto XVI: era il 19 aprile 2005. Il vero nome di papa Benedetto XVI, che è stato il 265esimo successore di Pietro, è Joseph Aloisius Ratzinger, nato il 16 aprile 1927 a Marktl Am Inn, in Baviera. La famiglia da cui egli proveniva era di modeste condizioni: suo padre apparteneva ad una famiglia di agricoltori, ed era fermamente contrario al nazismo, che invece stava prendendo il potere negli anni in cui Ratzinger era bambino. Il piccolo Joseph, dal canto suo, iniziò a nutrire la vocazione alla vita religiosa fin da giovanissimo, tanto da entrare in seminario che aveva appena 12 anni. Era il 1939 e si era agli albori della Seconda Guerra Mondiale: il seminario, di lì a poco, venne chiuso, e il piccolo Joseph fu costretto ad abbandonare il suo percorso, riprendendo gli studi curricolari. Durante la guerra, Ratzinger fu arruolato e costretto a prendere parte ad alcune operazioni militari, anche se non fu mai realmente attivo sul fronte. Nel 1945 fu imprigionato in un campo alleato ad Ulma, alla fine della guerra, e di lì a poco venne liberato, potendo in tal modo tornare a casa. Da quel momento in poi, il giovane Joseph poté tornare a dedicarsi ai suoi studi: l’anno seguente, nel 1946, si iscrisse all’Istituto superiore di teologia e filosofia di Frisinga, e poi si trasferì al seminario di Monaco di Baviera. Iniziò in tal modo il suo percorso all’interno della Chiesa Cattolica: divenne diacono e poi presbitero, e nel 1953 si laureò summa cum laude. Ratzinger, infatti, fu sempre non solo uno studente diligente, ma un uomo particolarmente portato all’approfondimento della conoscenza e alla riflessione speculativa, tratti che lo contraddistingueranno anche durante gli anni più intensi della sua esistenza, quelli del papato. Terminati gli studi iniziò la carriera di professore universitario in teologia. Nel 1962 prese parte al Concilio Vaticano II, dove ebbe modo di incontrare molti altri eminenti teologi, e dove soprattutto si fece conoscere per la sua vivacità intellettuale a livello internazionale. La sua carriera universitaria ebbe fine nel 1977, quando venne eletto arcivescovo di Monaco e Frisinga per volontà di papa Paolo VI: come motto, Ratzinger scelse le parole latine cooperator veritatis, tratte dalla terza lettera di san Giovanni. Nel 1982, infine, fu chiamato a trasferirsi in Vaticano. Nel 1977 infatti Ratzinger era diventato anche cardinale. Negli anni Ottanta, Joseph Ratzinger fu molto vicino al nuovo papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla: nel 1981 quest’ultimo lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. In qualità di decano del Sacro Collegio, fu Ratzinger, il giorno venerdì 8 aprile 2005, a celebrare la funzione funebre di papa Giovanni Paolo II, ed anche a dichiarare l’apertura dei lavori del Concilio dei cardinali per la scelta del successore del pontefice. Il giorno 19 aprile 2005, al quarto scrutinio, dai palazzi del Vaticano si levò l’attesa fumata bianca. Il nuovo papa era proprio lui, Joseph Ratzinger. Asceso al soglio pontificio con il nome di Benedetto XVI, egli ha ricoperto il suo incarico fino all’11 febbraio 2013, quando rese pubblica la sua volontà di abbandonare il ruolo di Sommo Pontefice, poiché, per via dell’età avanzata, non si sentiva più degno di ricoprirlo con onore. Di fatto, ha cessato di essere papa a partire dal 28 febbraio successivo, diventando in tal modo papa emerito, titolo che gli è stato conferito dal suo successore, papa Francesco, il quale è stato eletto il 13 marzo 2013. Gli anni di pontificato di papa Benedetto XVI non son stati scevri di polemiche e critiche: spesso il pontefice è stato accusato di voler riportare la Chiesa al passato, e sta di fatto che ha reintrodotto molti usi e tradizioni che erano stati abbandonati dai suoi immediati predecessori. Ratzinger non ha mai fatto mistero di tenere molto alla continuità delle tradizioni, che secondo lui servono a cementare l’unione della Chiesa contro le pericolose derive contemporanee. In qualità di papa emerito, ora Ratzinger risiede nell’ex monastero Mater Ecclesiae, e ogni anno si reca in vacanza, durante l’estate, alla residenza papale dei castelli Romani. Anche quest’anno 2015 il papa emerito si è recato a Castel Gandolfo, dove il 3 luglio riceverà il dottorato honoris causa della pontificia università Giovanni Paolo II e dell’accademia della musica di Cracovia. Il motivo del conferimento di questo riconoscimento è stato rintracciato nel fatto che il papa rappresenta un modello di comportamento morale e civili con dimensioni religiose ed umanistiche profonde. Joseph Ratzinger si tratterrà a Castel Gandolfo fino a metà luglio.



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