Meno tasse, un percorso fiscale agevolato per chi investe sui nostri territori: non si può non accogliere con favore e positività la Zes, la Zona economica speciale, strumento che vede la Campania come prima regione d’Italia ad applicarlo. Il risultato, tra l’altro, è il buon esempio, la testimonianza concreta di quanto si possano ottenere risultati importanti quando scendono in campo più soggetti e tra essi si costruisce una sinergia. Il lavoro dell’allora assessore alle attività produttive, Amedeo Lepore, il sostegno del Governo che ha visto l’impegno del ministro della Coesione territoriale e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti ed il coinvolgimento e la partecipazione delle parti sociali, hanno portato ad uno strumento importante per una regione come la Campania che ha sete di investimenti e di sproni per lo sviluppo.
Seppur da tener in considerazione le risorse previste per questo strumento, ciò che va messo in rilievo è che la Zes diventa grimaldello, chiave di volta per facilitare le aziende interessate a voler investire e radicarsi sul nostro territorio non solo perché facilitati fiscalmente, ma anche perché agevolati nei processi e nell’iter burocratico che, ahi noi, sappiamo quanto spesso ostacolano, rallentano e spesso rendono impossibile qualsivoglia investimento nel nostro Paese.
Negli incontri tra le parti, definendo il modello Zes, è stata stabilita anche una “dote contrattuale”. Questo significa che sindacati e datori di lavoro hanno richiesto di rispettare le cosiddette buone prassi come il rispetto dei contratti, il partenariato sulla formazione professionale e l’impegno comune e costante su di un tema, caro ai sindacati, quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. La Zes come strumento non riguarda unicamente i porti di Napoli e Salerno, la cosiddetta Autorità del Tirreno centrale, ma abbraccia anche le attività retro portuali ed i territori in cui esse si sviluppano cosi come i porti più piccoli di Castellammare, Pozzuoli e Torre Annunziata.
Tutto questo rappresenta una prima congiuntura virtuosa e di efficienza del territorio con vantaggi che col tempo potranno anche essere implementati, allargati.
Adesso, resta la partita più complicata che è quella di trovare tutte le occasioni ed i canali per pubblicizzare e promuovere bene le azioni da mettere in campo, senza disperdere energie, ma rafforzando quella rete costruita dal principio e costituita dai vari soggetti in campo che devono spingere ed accompagnare gli eventuali e potenziali investitori a scommettere e soprattutto a credere in un territorio come quello campano. Le energie e l’attenzione, quindi, non vanno disperse se si vogliono ottenere i frutti del lavoro svolto fino ad oggi e per essere sicuri di ottenere risultati che poi avranno effetti sul nostro “humus” produttivo, economico e sociale, è necessario che tutti abbiano la tenacia e la lungimiranza di remare nella stessa direzione.