Mai sentito parlare di Nessie? Sono io! Per almeno 1500 anni, ho tranquillamente vissuto nel nord della Scozia, in un grande lago, conosciuto in tutto il mondo, chiamato “Loch Ness”. Un lago magnifico, circondato da verdi colline e molto freddo per via della sua profondità. Per la maggior parte del tempo, non abbandonavo la mia caverna in fondo al lago: risalivo solo di tanto in tanto in superficie, dove c’è pesce in abbondanza, giusto per variare un po’ il mio menù. Qualche volta, mi è anche capitato di fare una breve escursione sulle invitanti rive del “loch”. Dato che la mia specie può vivere sia nell’acqua che sulla terraferma, sono un anfibio. Per secoli, ho avuto al mio fianco una fedele compagna, che però è morta abbastanza giovane. Sfortunatamente, non abbiamo avuto figli. Lei era di costituzione gracile e non ha mai voluto lasciare la nostra caverna sottomarina, a causa della sua salute, ma anche del suo carattere piuttosto chiuso.



Nel corso dei secoli, sono stato avvistato a più riprese, quando risalivo in superficie. Non poteva essere altrimenti. Ma, essendo io molto veloce e spostandomi preferibilmente nelle ore del crepuscolo, le persone non sono mai riuscite a osservarmi attentamente. Quelli che dicevano di avermi visto, mi descrivevano in modo talmente fantasioso da farmi scoppiare a ridere. Per alcuni, ero un drago dai 10 ai 15 metri di lunghezza. Altri parlavano di un enorme collo che finiva con una testa di serpente, altri ancora parlavano di un gigantesco elefante. Da qui il mio soprannome, “il mostro di Loch Ness”.



A un certo punto è cominciata una vera e propria caccia al mostro preistorico, che è ciò che si pensa che io sia. Se non mi sbaglio, era all’inizio del Novecento, ma non ne sono sicuro. Abitando in acque profonde, dove giorno e notte si confondono, non ho un senso del tempo molto preciso. Comunque sia, mi ricordo benissimo certi periodi, negli ultimi 20 anni, durante i quali imbarcazioni di tutti i tipi, dotate di apparecchi per scandagliare i fondali marini, percorrevano incessantemente il mio “loch” in tutte le direzioni. Gli scienziati si erano messi in testa di trovarmi a qualsiasi costo. E spesso c’erano sulla loro scia orde di turisti curiosi e paparazzi sempre a caccia di scoop. Ero decisamente stufo di giocare sempre a nascondino. Spesso, per la mia sicurezza, restavo confinato nella mia caverna fino al calar della notte, il che non era molto divertente. Tutto questo trambusto che, di anno in anno, dopo il grande freddo invernale,ha preso sempre più piede, mi ha segnato profondamente.



Per questo motivo, due anni fa, ho preso un’importante decisione. Mi sono trasferito nel profondissimo e glaciale mare di Bering, nel grande nord, a migliaia di chilometri da casa mia. Non è stato un trasloco molto riposante. Percorrevo l’intera distanza di notte, passando da un lago all’altro. Soprattutto la traversata della Russia è stata estenuante. C’erano giorni in cui non mangiavo praticamente niente. Ma ho raggiunto il mio scopo. Naturalmente, il mio organismo ha dovuto adattarsi all’acqua marina, ma non era poi un ostacolo così insormontabile. In compenso, qui trovo una varietà di cibo prelibato, come in nessun’altra parte del mondo.

Se, di quando in quando, mi succede ancora di rievocare con nostalgia il mio bel lago scozzese circondato dalle sue affascinanti colline, credo, comunque, di aver preso la decisione giusta. Nessuno verrà mai a scovarmi là, nel luogo che ho scelto come dimora per il resto dei miei giorni. Non posso impedirmi di scoppiare a ridere ogni volta che mi figuro nella mente questa moltitudine di persone piene di potenti cannocchiali e scandagli sottomarini ultramoderni, sempre intente a procacciare con tenacia un “mostro preistorico” che si gode la vita a migliaia di chilometri da Loch Ness. Soprattutto, vi prego di non rivelare mai a nessuno il mio segreto!