Dopo 12 anni, Olindo Romano, condannato all’ergastolo insieme alla moglie Rosa Bazzi nei tre gradi di giudizio in quanto ritenuti i soli responsabili della strage di Erba, ha deciso di rompere il silenzio concedendo una intervista in esclusiva alla trasmissione Le Iene. Olindo ha raccontato la sua “verità”, giurando sulla cosa che ha di più caro, “mia moglie”. Per tutta Italia è lui lo spietato assassino che avrebbe sterminato un’intera famiglia, madre, figlia e nipotino di appena 2 anni, nonché una vicina di casa. Alla domanda di Antonino Monteleone sul perchè sia in carcere, Romano ha replicato: “Non lo so nemmeno io. Forse ci hanno scambiati per quello che non eravamo, ci han scambiati sicuramente”. “I fatti non coincidono con quanto accaduto e con quelle mezze confessioni”, ha poi aggiunto Olindo. “Non sono stato io ad uccidere quelle persone”, ha proseguito, sostenendo ancora una volta la sua innocenza. Poi, ritenendo di essere stato accusato ingiustamente, ha evidenziato i suoi dubbi: “Pensavo fosse stato il marito”, ha spiegato, riferendosi ad Azouz Marzouk, padre del bimbo di due anni e marito di una delle donne uccise nella strage. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
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“NON SONO IL MOSTRO DELLA STRAGE DI ERBA”
Olindo Romano rompe il silenzio e lo fa con un’intervista a “Le Iene”. È veramente lui il mostro di Erba? Se lo chiede Antonino Monteleone, che ha firmato il ciclo di servizi sulla strage. «Io non faccio mai interviste, per la tv è la prima volta», dichiara l’ex netturbino prima di rispondere alle domande del giornalista. «Il tempo è passato alla svelta, dodici anni sono tanto tempo», prosegue prima di entrare nel merito del pluriomicidio. E lo fa giurando su sua moglie Rosa Bazzi. «Non so nemmeno io perché sono in carcere, qualcuno ci ha scambiati sicuramente. I fatti non coincidono con tutto quello che è successo. No, non sono stato io ad ucciderli». All’epoca Olindo si fece un’idea su chi poteva essere il responsabile: «Quando vieni accusato ingiustamente, ti guardi bene dal puntare il dito contro qualcuno se non sei più che certo, è questo il discorso». Poi ammette: «Noi pensavamo che era stato il marito (Azouz Marzouk, ndr). Loro litigavano, una volta siamo andati su a dividerli, un’altra sono arrivati i carabinieri. Sicuramente erano professionisti». Il marito di Raffaella Castagna ora sostiene che Olindo e Rosa possano essere innocenti: «So che lo ha sempre pensato, ma i primi tempi non lo ha detto perché doveva trovare il modo di uscire dal carcere, poi avrebbe detto quello che ha sempre pensato».
Nell’intervista Antonino Monteleone affronta il tema relativo al movente, quindi alle continue liti della coppia con le vittime. «Lei sul tardi faceva delle feste e non ci lasciava dormire. Siamo arrivati anche ad insultarci. Come si faceva a sopportarli? Eravamo sempre a litigare, ma mica ammazzi uno perché non lo sopporti». La domanda delle domande però è un’altra: perché hanno confessato? «Ci siamo ritrovati in un contesto che portava a quello. Ci ritrovammo da casa nostra al carcere nel giro di poco tempo. Quando ci siamo rivisti non sapevamo neppure perché eravamo lì. Dopo due giorni due carabinieri ci hanno detto che eravamo messi male. Ci dissero che confessare sarebbe stato “il minore dei mali”». Qualcuno gli ha suggerito di confessare? «Abbiamo cercato di resistere, ma quando mi hanno detto che non avrei rivisto mia moglie… Anche quello ha influito. Se volevo vedere mia moglie dovevo dirgli qualcosa, e io li ho seguiti».
Per Olindo Romano i magistrati hanno fatto leva sui loro sentimenti per spingerli a confessare. «Noi inizialmente abbiamo detto che non c’entravamo nulla». Eppure hanno cominciato a rivelare dettagli che solo gli assassini potevano sapere: «Ce li hanno mostrati loro. Alcuni dettagli gli abbiamo visti su un mucchio di fotografie che ci hanno messo sul tavolo». Olindo Romano spiega che la premeditazione è stata confessata a causa di una strategia concordata con l’avvocato di ufficio. «Ci aveva detto di essere convincenti». E questo legale avrebbe consigliato a Rosa Bazzi di denunciare di aver subito una violenza sessuale da Azouz Marzouk: «Mi sa che non è vera…». Olindo Romano vorrebbe che la vicenda giudiziaria venisse riaperta: «Vorrei la revisione del processo, un giudice onesto valuti le cose per quello che sono, ma dopo questo chi si prende la patata bollente? Ma non siamo arrivati alla fine». (agg. di Silvana Palazzo)
LE IENE, INTERVISTA A OLINDO ROMANO
Il programma “Le Iene” continua ad occuparsi della strage di Erba, dove l’11 dicembre 2006 vennero uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, mentre il marito di quest’ultima – Mario Frigerio – fu gravemente ferito. Per il pluriomicidio sono stati condannati all’ergastolo i vicini di casa delle vittime, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Sono poche le anticipazioni fornite dalla trasmissione sull’intervista che andrà in onda stasera. «Ci diamo del tu?», chiede Antonino Monteleone a Olindo Romano quando lo incontra in carcere. «Diamoci del tu poi se ci scappa qualche lei ci sta», risponde Olindo, come mostra il video di anticipazione del servizio. Dopo 12 anni di silenzi, l’assassino ha deciso di parlare con un giornalista. Sono tanti, secondo “Le Iene”, i dubbi sul caso che – è bene precisarlo – è stato chiuso dopo i tre gradi di giudizio. Il programma ha quindi espresso il desiderio di intervistare entrambi i condannati, e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha precisato che non ci sono ostacoli, quindi “Le Iene” ha ottenuto l’intervista con Olindo Romano in carcere.
FAMIGLIA CASTAGNA CONTRO LE IENE: “VENDETE MENZOGNE”
L’inchiesta de “Le Iene” è partita dai dubbi di Azouz Marzouk, che nella strage di Erba ha perso moglie e figlio, e di molti esperti e giornalisti. Poi è stata analizzata la testimonianza dell’unico superstite, Mario Frigerio, quindi Antonino Monteleone si è concentrato su una prova, la macchio di sangue trovata sull’auto dei due. Il dubbio della Iena è che ci sia stato un inquinamento delle prove. Nel quarto servizio è stata trattata la morte di Valeria Cherubini con una ricostruzione alternativa a quella stabilita dalle sentenze. Nell’ultimo servizio andato in onda, invece, “Le Iene” si interroga sul motivo che ha spinto Olindo e Rosa a confessare. L’inchiesta de “Le Iene” sulla strage di Erba ha diviso l’opinione pubblica e provocato la dura reazione di Pietro e Beppe Castagna, fratelli di Raffaella, secondo cui il programma vende «menzogne spacciandole per verità». In un post su Facebook nei giorni scorsi hanno criticato quanti stanno mettendo in dubbio la verità emersa dai processi. «Non sta a noi né difendere la procura né gli inquirenti né il loro operato, consentiteci di difendere però la verità, che per noi è solo una, consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, definiti addirittura come “un gigante buono e una gracile signora”». Ma Olindo Romano e Rosa Mazzi «hanno ucciso brutalmente nostra madre, nostra sorella, nostro nipotino, la signora Valeria, hanno tentato di uccidere il signor Mario, spezzando pochi anni dopo la sua vita e pochi mesi fa la vita di nostro padre, facendo vivere a me e a Beppe, a Elena e Andrea Frigerio un incubo continuo».