Il ministro dell’economia, Giovanni Tria, si schiera con il numero uno della Banca Centrale Europea Mario Draghi, facendo di conseguenza “agitare” il governo, a cominciare da Di Maio. Negli scorsi giorni il presidente della BCE aveva spiegato che lo spread a questi livelli sarebbe stato dannoso per l’economia italiana, e a tali parole ha fatto eco il titolare del Mef, che intervenendo presso la festa del Foglio a Firenze, ha ammesso: «Lo spread è alto per l’incertezza politica su dove va il Paese, non per la manovra. Ma a questi livelli è dannoso, ha ragione Draghi». Secondo Tria, il presidente dell’istituto di credito europeo non è stato inopportuno (a differenza invece di quanto sostiene Di Maio), «perché ha detto quella che è la realtà – ha proseguito il ministro – come banchiere centrale. Nulla di strano, l’ho detto anche io nei giorni scorsi».



“COME FAR SCENDERE LO SPREAD?”

Secondo Tria, per far scendere lo spread non conteranno tanto i “decimali del deficit”, anche se lo stesso ammette che avrebbe preferito un livello più basso, quanto “quello che farà il governo con l’Europa”. Le agenzie di rating nelle ultime settimane hanno sottostimato la crescita del prodotto interno lordo, ma a riguardo Tria ha pochi dubbi: «Se la crescita fosse dell’1% invece che dell’1,5% il deficit non sarebbe del 2,42% ma del 2,46%, questi sono i dati. Il precedente governo – aggiunge – stimava per il 2019 una crescita all’1,4%, noi l’1,5%. Se non ci sarà una crescita così, avremo un deficit del 2,8%. E’ un deficit normale in una manovra espansiva».

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